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Marò in India news

di Alessandra Albanese

25 Marzo 2013

I due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre hanno assistito alla messa della domenica delle Palme nella cappella dell’ambasciata italiana. Intervistati dal TG1 Latorre ha commentato:

“Siamo militari, abbiamo le stellette. Sappiamo obbedire, nella buona e nella cattiva sorte”.

Fuori dall’ambasciata, a New Delhi, si stanno delineando le personalità che formeranno il tribunale speciale che dovrà giudicare i due. Verranno giudicati da un collegio e se condannati, sconteranno la pena in Italia. L’udienza è stata fissata per giorno 2 aprile.

A favore dei marò il fatto di non avere infranto il permesso di quattro settimane concesso dalla corte suprema ai marò in occasione delle elezioni.

E sembra anche che, a seguito di pareri autorevoli, il diritto indiano non preveda la pena di morte per casi del genere. Il presidente dell’Ordine degli Avvocati indiani Fali Sam Nariman ha così affermato:

“Siamo di fronte a un caso di confusione di identità, e questa è una posizione plausibile. I marò italiani molto probabilmente hanno scambiato i pescatori indiani per pirati. Certo l’incidente c’é, ma non si tratta di omicidio premeditato. L’assicurazione data dal ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid che la pena di morte non verrà chiesta per i due marinai non è fuori luogo. Stiamo alimentando controversie dove non esistono”.

In Italia intanto la polemica non si placa. Il vicepresidente del Senato Gasparri ha contestato la condotta del governo: “La vicenda dei marò, con il contorno di bugie del governo sul rischio di pena di morte per i nostri militari, è allucinante”.

L’ultima parola delle Stato Maggiore dell’Aeronautica, che ha affermato ieri ai marò: “sono loro la priorità”.



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