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Bambina disabile la scuola non la vuole ma la mamma minaccia: in catene dinnanzi ai cancelli

di Alessandra Albanese

09 Aprile 2013

Cesano Boscone. Ennesimo caso di mala “Italia” in provincia della organizzatissima Milano.

Maddalena Rainone, una mamma cesanese, ha una bimba disabile colpita alla nascita da una paralisi celebrale che non le consente una autonomia motoria.

La bimba, che frequenta la scuola materna, era stata iscritta alla scuola primaria dove le sue altre compagnette avevano deciso di andare. La scuola in questione però non era dotata di presidi per i disabili, e dunque l’accesso per la piccola sarebbe stato difficoltoso a causa delle barriere architettoniche.

I genitori avevano richiesto comunque l’iscrizione, firmando una manleva alla scuola e assumendosi il carico di ciò che l’iscrizione avrebbe comportato.

Spiega la signora Rainone: “Con il mio ex marito abbiamo protocollato al dirigente scolastico una manleva nella quale ci assumiamo, in qualità di genitori, la responsabilità di accompagnare nostra figlia ogni giorno nella classe al primo piano della scuola e di andarla a riprende per non gravare sul personale scolastico e gli insegnanti di sostegno”.

In prima battuta la scuola aveva accolto l’iscrizione della piccola, salvo poi disertare la promessa con una lettera che annullava l’iscrizione alla scuola elementare gobetti, deviandola ad un’altra scuola senza barriere architettoniche, la Dante Alighieri.

A questa lettera, la preoccupazione di Maddalena si fa rabbia.

La donna racconta: “Mia figlia frequenta la scuola materna del suo quartiere, ha le sue amichette ed è inserita in un ambiente che le è favorevole – racconta Maddalena – trasferirla in una scuola lontana da casa, dove dovrebbe stringere nuove amicizie e ricominciare il lungo percorso intrapreso per superare l’imbarazzo che a volte le crea la sua disabilità potrebbe causarle un trauma psicologico, che voglio evitarle”.

Da una parte dunque i timori del dirigente scolastico che, forse giustamente, si ritrova a dovere fronteggiare una situazione difficile: come accogliere una bambina in una scuola non adatta alle sue esigenze? Come fare frequentare una prima elementare in una scuola senza i corrimano, i montacarichi e le accortezze necessarie per chi non è autonomo? Come spiegare che non ci sono fondi sufficienti per adeguare la scuola secondo i parametri della legge 104 sui portatori di handicap?

Dall’altra l’apprensione di una madre che oltre al disagio fisico vorrebbe evitare anche quello psicologico ad una bimba di appena 6 anni.

Forse qui il buonsenso non basta. Maddalena Rainone sostiene che alla Gobetti altri bambini disabili sono stati ammessi, e non sua figlia. E minaccia di incatenarsi ai cancelli della scuola per intraprendere una battaglia di civiltà e far valere i suoi diritti.

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