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Bambina disabile discriminata a scuola, ecco il caso

di Alessandra Albanese

07 Giugno 2013

L’ estate sta arrivando e la scuola è agli sgoccioli. Sempre meno compiti per casa, e sempre più racconti di gite fatte.

Perché normalmente è in primavera che le scuole organizzano le gite per gli alunni.

Ma purtroppo sono ancora tante le storie di disabilità che purtroppo vengono alla luce, in una scuola italiana che sembra troppo impreparata ad accogliere alunni con difficoltà.

Questa volta si tratta di Chiara.

Chiara è una bimba di Roma, ha 10 anni, frequenta la scuola primaria all’Istituto Marco Fulvio Nobiliore a Cinecittà. Va a scuola in sedia a rotelle, e avrebbe dovuto partecipare ad una gita presso una fattoria nelle campagne romane.

La scuola ha dato informazioni tempestive al comune della partecipazione alla gita di una non deambulante ed il comune avrebbe dovuto predisporre l’apposito trasporto.

Il comune fa sapere che però il trasporto sarebbe dovuto essere a pagamento, e la signora Fiammetta, mamma di Chiara, che vuole ardentemente eliminare più ostacoli possibili alla figlia, a cominciare da quelli sociali, paga il trasporto e mamma e figlia aspettano entusiaste il giorno della gita.

Che arriva puntuale, e lì la prima delusione. Il trasporto pagato dalla signora Fiammetta altro non è che un auto adattata per Chiara, che seguirà il pullman dove invece tutti gli altri compagni staranno insieme

Cosa abbia impedito al Comune di mandare un pullman attrezzato per pedana questo forse non lo sapremo mai.

La signora Fiammetta però non si perde d’animo: per niente intenzionata a “far discriminare” la figlia dalle difficoltà logistiche, carica la sedia a rotelle in autobus e chiede all’autista che la figlia venga assicurata ad un sediolino con la cintura di sicurezza e l’insegnante di sostegno al fianco. Poi, con la sua auto segue i gitanti.

Dopo soli 400 metri l’autista viene fermato dai superiori: deve far scendere la bambina.

Fiammetta ancora una volta dà prova di sé. Va bene, Chiara farà la gita coi compagni: prende la bimba e con la propria auto la accompagna a destinazione.

Alla responsabile dei servizi Laura Pernice, che ha voluto prontamente rispondere alla signora Fiammetta, noi però chiediamo: come mai un comune come quello della capitale è sprovvisto di pullman con pedana per disabili? Perché alla fine Chiara per partecipare alla gita ha dovuto farlo con la madre?

E molto altro sarebbe da chiedere all’ amministrazione del nostro stato che troppo spesso quando decide di tagliare lo fa senza assicurare minimi servizi ai più deboli, e alla scuola, sempre meno pronta a fronteggiare casi come questo.



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