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Essere incinta senza saperlo

di Federica Federico

16 Luglio 2013

essere incinta senza saperloLa gravidanza è quella magica condizione fisiologica in cui la donna fiorisce lasciando sbocciare dal suo corpo una nuova vita.

Normalmente una donna percepisce di essere incinta intorno alla quarta settimana di gestazione.

Oltre alla possibile spossatezza, dovuta al primo affaticamento del corpo, al di là del mutato senso del gusto e di una spiccata sensibilità verso gli odori, più delle prime nausee mattutine, ciò che indica alla donna lo stato interessante è prima di tutto l’amenorrea. Di solito infatti la donna incinta non presenta alcuna perdita ematica in corrispondenza del suo ciclo mestruale.

Eccezionalmente e solo per un isolato numero di donne non è così: ad alcune mamme in dolce attesa può capitare di conservare il ciclo mestruale e, nell’inconsapevolezza della gestazione, può accadere anche di confondere i sintomi di gravidanza con diversi malesseri fisici.

Conservare il ciclo mestruale durante la gravidanza

Il ciclo mestruale si può conservare nei primi 3\6 mesi, raramente le perdite ematiche si presentano sino alla fine della gestazione.essere incinta senza saperlo

Questo inconsueto fenomeno è definito in gergo medico come “memoria del ciclo” e corrisponde ad una possibile reazione dell’utero che, memore dei suoi ritmi, prova a comportarsi come normalmente faceva in determinati giorni del mese.

Va detto che un’osservazione attenta del ciclo mestruale non lascia dubbi:

la memoria del ciclo non è una mestruazione vera e propria. Il colore, la densità e la qualità della perdita di sangue sono evidentemente anomali, diversi da un comune ciclo femminile; in ragione di ciò, la cosiddetta memoria di ciclo è classificabile come una perdita ematica.

Le perdite ematiche, non debitamente osservate e quindi confuse col ciclo, fanno sì che donna conservi l’idea di non essere incinta.

Quando quest’idea permane oltre il primo trimestre di gravidanza e malgrado il fisiologico progredire di una gestazione i medici parlano di “negazione della gravidanza”.

L’amenorrea non è il solo sintomo di gravidanza e perciò una donna in dolce attesa dovrebbe percepire il suo stato interessante interpretando altri segnali fisici ed anche in presenza di una memoria di ciclo.

Del resto gli indicatori di una gravidanza sono molteplici: vanno dalle nausee alla pancia che cresce, essere incinta senza saperlodall’aumento del peso ai movimenti del bambino; per non parlare poi della differente percezione dei gusti e degli odori o delle influenze della gravidanza sulla regolarità intestinale e sul bisogno di urinare (bisogno che aumenta proporzionalmente alla crescita del bambino).

Alcune donne, oltre a confondere la memoria di ciclo con le mestruazioni, confondono le nausee o i movimenti del bambino con i disturbi intestinali e banalizzano l’aumento della pancia attribuendolo ad un comune aumento di peso.

Può accadere che una madre scopra di essere incinta solo dopo il primo trimestre o addirittura al momento del parto. Questo fenomeno, definito appunto “negazione di gravidanza”, è raro ma non è impossibile.

La scienza medica ritiene che la donna “inconsapevolmente incinta” abbia in qualche modo “rifiutato” la gestazione negandone i sintomi e ostinandosi a non riconoscerli. È in tal senso e non a caso che si parla di negazione della gestazione, partendo dal presupposto che lo stato interessante si manifesti non solamente con l’amenorrea.gravidanza

Secondo i risultati di uno studio pubblicato nel 2011 una donna ogni 475 nascite partorisce senza avere avuto la consapevolezza della gravidanza.

Gli esperti non trascurano il fatto che ci possa essere anche una componente psicologica nella “negazione della gravidanza”.

È innegabile che la dolce attesa rappresenti anche lo spazio di tempo entro cui la donna si prepara a divenire madre, metabolizzando il suo ruolo e costruendo la sua identità di genitore. In questo senso partorire senza avere avuto il tempo di reagire alla gravidanza e di prepararsi a ciò che ne consegue è certamente un trauma difficile da superare.



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