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Bambini nati da mamme morte, miracoli “tristi ma fortunati” della medicina

di Federica Federico

24 Luglio 2013

Bambini nati da mamme morte Nessuna culla artificiale può sostituire il ventre materno.

La pancia della mamma è l’unico luogo dove può crescere la vita e dove si possa sviluppare un bambino. Per questa capacità del corpo materno di generare nuove vite per il mondo, la nascita e la maternità restano ancora un mistero che la scienza può accompagnare, supportare ed osservare ma che assolutamente non è in grado di copiare.

La mamma, la sua pancia, la sua vitalità sono dunque essenziali per il bambino, per la sua corretta crescita e per la sua più serena nascita. Laddove la madre in dolce attesa dovesse drammaticamente morire la morte potrebbe coinvolgere ed investire anche il feto.

La medicina moderna però ci porta esempi di bambini nati da donne decedute, questi esempi, nei più felici casi di sopravvivenza dei bimbi, sono inni alla vita ed in genere rappresentano la testimonianza dei progressi medici volti a garantire la nascita (e potendo anche volti a strappare la vita dei neonati alla morte).

I casi di bimbi nati da mamme morte sono rari ma veri, le mamme ammalate o vittime di tragici incidenti a volte sono state anche supportate da macchinari atti a garantirne la massima permanenza nel ventre materno, fosse pure il ventre di una donna che da un punto di vista medico è già considerata morta.

Ovviamente se la morte della mamma è dipesa da un evento violento come un incidente è più difficile per il bambino venire alla luce senza complicanze, di fatto la violenza che investe il corpo della gestante non può non ricadere sul suo bambino. Alcune malattie, invece, sebbene fatali per la mamma, lasciano spazio alla speranza di vita dei figli.

Nel 2006 una bambina fu strappata alla morte all’ospedale Niguarda di Milano.

Cristina Nicol nacque “settimina”, pesava appena 713 grammi quando i chirurghi la fecero venire alla Bambini nati da mamme morte, luce con un taglio cesareo operato su una madre già dichiarata spenta e dopo 78 giorni dalla morte cerebrale della donna.

La mamma aveva 38 anni ed era alla diciassettesima settimana di gestazione quando un aneurisma cerebrale le ha tolto la vita.

Grazie al supporto di complessi macchinari medici le funzioni vitali del corpo della gestante furono mantenute “quanto più possibile stabili e normali” per garantire il massimo progresso della gestazione.

Nel 2009 una storia made in USA ha commosso il mondo: Aya Soliman nasceva dal ventre di Jayne Soliman, famosa campionessa di pattinaggio su ghiaccio, il parto avvenne con un taglio cesareo straordinario perché praticato sul corpo della madre a sole 25 settimane di gestazione e 2 giorni dopo la dichiarazione di morte cerebrale della donna.

Jayne Soliman, primipara quarantenne, incinta da meno di 7 mesi, fu uccisa da una emorragia cerebrale. Dopo il malore fatale, i medici scoprirono che la donna aveva un tumore al cervello mai diagnosticato, proprio quel cancro le causò la fatale rottura di un vaso sanguigno durante la gestazione.

Ricoverata e morta di mercoledì ma madre dopo due giorni, in un venerdì che segnò l’arrivo di Aya e la morte di Jayne.

Bambini nati da mamme morte

Prima di staccare le macchine che tenevano caldo il corpo della sfortunata madre i medici accostarono Aya alla sua pelle … il passato se ne andava dopo avere comunque realizzato quello che per Jayne era un sogno ovvero dopo che la donna era divenuta mamma.

Il sogno di maternità di Jayne si realizzava tragicamente con la sua fine ma la vita di Aya resta anche il risultato di una medicina sempre più specializzata.

La mamma fu mantenuta in vita per 2 giorni per permettere ad Aya di assorbire attraverso il corpo materno grandi dosi di steroidi, ciò per aiutare i polmoni della bambina ad accelerare massimamente il loro sviluppo prima del taglio cesareo che fu, appunto, effettuato dopo 48 ore.

Aya prese la vita dal ventre di Jayne, e nacque lasciando quella madre che mai ha potuto conoscere.

Alla nascita la bambina pesava appena 1 chilo e mezzo circa . Fu ricoverata in terapia intensiva ma la sua vita ha vinto e 2 anni dopo l’America l’ha rivista mentre prendeva le prime lezioni di pattinaggio sul ghiaccio seguendo le orme della mamma.

Bambini nati da mamme morte,

Bambini nati da mamme morte,  Queste storie rappresentano miracoli, felici espressioni di enormi conquiste mediche, sono storie di speranza che restano comunque dolorose e toccanti.



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