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Cure con le Staminali: Sofia Migliora, le Ultime Foto su Facebook lo Dimostrano

di Alessandra Albanese

31 Luglio 2013

Sofia, la bimba di Firenze malata di leucodistrofia metacromatica, è divenuta, suo malgrado, se non famosa, senz’altro molto conosciuta.

La battaglia intrapresa dai suoi genitori per accedere al metodo Stamina, ovvero di cure tramite infusioni di cellule staminali, è più volte balzato agli onori delle cronache per le controversie sia giudiziarie che scientifiche.

Con un decreto il Ministro Balduzzi autorizzò lo scorso maggio questa terapia “compassionevole” (cioè destinata a malati incurabili con i protocolli ufficiali) e Sofia venne inclusa nei pazienti dell’Ospedale di Brescia, dove opera l’equipe del Professor Vannoni (titolare del metodo Stamina), per le prime infusioni a base di cellule staminali.

La trasmissione Le Iene, tramite la Iena Giulio Golia, seguì da subito la vicenda di Sofia, anzi si può dire che la loro denuncia fece nascere il caso, prima scientifico e poi politico.

Le Iene trasmisero puntualmente il procedere della vicenda, fino a quella che al momento è l’ultima delle puntate di una storia, che speriamo continui a volgere per il meglio.

Sofia ha fatto fino ad oggi, da maggio, tre infusioni di staminali, ed è in attesa della quarta.

Golia ieri ha pubblicato sul suo profilo Facebook due foto intitolate “un pomeriggio con Sofia”, che ritraggono un quadro familiare intimo e speranzoso (oltretutto la Iena pare essere davvero in visita personale, se così fosse onore al merito ndr).

Foto di Sofia tratta dal profilo Facebook della Iena Giulio Golia

La bimba sembra dare piccoli segnali di miglioramento; suo papà ha così deciso di portare la sua testimonianza partecipando al sit in di alcuni malati, che continua da giorni a Montecitorio per la libertà di cura con le staminali, ed ha dichiarato alla stampa:

“Mia figlia dopo le infusioni sta molto meglio di come avrebbe potuto stare. Il riflesso pupillare ad esempio continua a esserci, noi stiamo documentando tutto, anche la stabilità della situazione, importante nel caso di una malattia neurodegenerativa come quella di Sofia”.

Intanto altri malati di malattie come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) sono da giorni davanti a Montecitorio, chiedendo di poter accedere alle cure che potrebbero dar loro una speranza, o anche un giorno di vita in più, come per la piccola Sofia.



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