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Vestiti per Bambini di Famose Marche: è Allarme per Pericolosi Residui Chimici Tossici

di Gioela Saga

17 Gennaio 2014

rapporto Greenpeace sui residui chimici su abbigliamento bambini

Secondo una ricerca effettuata da Greenpeace nei tessuti usati per produrre abiti per bambini, di alcune prestigiose marche, si troverebbero residui di materiali tossici.

L’elenco dei brand è disponibile nel rapporto intitolato “A Little Story about the Monsters in Your Closet”, tradotto in “Piccoli mostri nell’armadio“, che può essere scaricato clicclando sul link posto in calce all’articolo.

Non ci sono prove che i livelli di residui chimici trovati possano provocare danni effettivi ai bambini che indossano gli indumenti; in ogni caso Greenpeace sostiene che dovrebbero essere comunque rimossi dal mercato, a titolo precauzionale.

rapporto Greenpeace su vestiti tossiciInoltre, l’associazione si è detta preoccupata anche per gli operai coinvolti nelle operazioni di manifattura di tali prodotti che sono fabbricati un po’ ovunque nel mondo: dalla Cina all’Italia, dalla Tunisia agli Stati Uniti.

I test sono stati effettuati da laboratori qualificati dell’Università di Exeter che ha coordinato l’operazione. Sono stati inviati ai laboratori ben 82 capi di abbigliamento per bambini provenienti da ben 25 nazioni diverse.

Tranne in sei casi, negli articoli sono stati trovati residui chimici potenzialmente pericolosi e Greenpeace ha subito provveduto ad emanare un comunicato dal titolo: “I piccoli mostri nascosti nel vostro armadio”.

Tre articoli su quattro, venduti in Gran Bretagna, contengono residui tossici!

Per quanto riguarda l’identificazione di tali sostanze, si tratterebbe, in alcuni casi, di residui di etossilati di nonilfenolo (NPEs), riscontrati in 5 prodotti testati su 82.

Sembra che in alcuni casi siano tali da poter essere accumulate nel corpo e dare disturbi ormonali.

I test hanno evidenziato la presenza di ftalati usati nelle parti in plastica di molti prodotti, come in alcune scritte in rilievo su una maglietta; anche questi componenti sono accusati di provocare disfunzioni ormonali.

Altre sostanze sono correlate all’acido perfluorottanico (PFOAs) che possono avere un impatto importante sull’apparato riproduttivo e il sistema immunitario. Alcuni test li segnalano come potenzialmente cancerogeni.

Alcuni indumenti contenevano addirittura l’antimonio, una sostanza simile all’arsenico che provoca dermatiti e problemi respiratori.

In altri casi ancora sono stati trovate tossine organiche, correlate a sostanze fungicide, in calze, scarpe e articoli sportivi. L’esposizione a tali sostanze provocherebbe danni al sistema nervoso e immunitario.

vestiti per bambini con sostanze chimiche tossicheChih An Lee, attivista di Greenpeace ha comunicato:

“E’ un incubo per i genitori e diventa sempre più difficile acquistare vestiti che non contengano residui chimici pericolosi.”

“Il fenomeno riguarda tutto il mercato, da prodotti di lusso a quelli più scadenti, da Beijing a Berlino, in modo trasversale.”

“L’unica cosa che si può fare è boicottare in modo da costringere le case produttrici ad intensificare le detossificazione dei materiali.”

I distributori, d’altro canto, insistono nel dire che i livelli contenuti sono bassi, innocui e non sono per nulla rischiosi per i clienti. I test attuali sono molto sofisticati, sostengono, e rilevano anche la minima traccia chimica senza che si possa affermare che possano essere minimamente dannosi per l’organismo.

sostanze tossiche nei vestiti per bambini, denuncia GreenpeaceGreenpeace chiede alle imprese di riconoscere l’urgenza e di comportarsi da leader sulla scena globale, impegnandosi a non rilasciare sostanze chimiche pericolose entro il 1 gennaio 2020.

Dal lancio della campagna di Greenpeace “Detox” nel luglio 2011, 18 importanti aziende del settore dell’abbigliamento – tra cui Valentino, Mango e Zara – si sono già impegnate pubblicamente.

Le aziende “incriminate”, intanto, cercano di porre rimedio alle critiche e promettono di potenziare la riduzione ma sottolineano di rispettare perfettamente i parametri legali imposti.

Fonte:

Rapporto integrale in italiano

http://www.dailymail.co.uk

rapporto integrale in inglese



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