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Ciuccio fa Bene o Male

Il ciuccio è da sempre oggetto di innumerevoli dibattiti da che questo è esistito. La sua nascita è incerta ma già nel 1506 in un dipinto di una Madonna con Bambino realizzato da Albrecht Dürer il bambino tiene in mano un pezzo di stoffa, che allora si dava ai neonati, con ...

di Alessandra Albanese

07 Febbraio 2014

Il ciuccio è da sempre oggetto di innumerevoli dibattiti da che questo è esistito.

La sua nascita è incerta ma già nel 1506 in un dipinto di una Madonna con Bambino realizzato da Albrecht Dürer il bambino tiene in mano un pezzo di stoffa, che allora si dava ai neonati, con dentro qualcosa di dolce o del pane, ed aveva la stessa funzione dell’odierno succhiotto.

La Madona con bambino "con ciuccio" di Durer

Dalla seconda metà dell’800 poi il ciuccio venne definitivamente realizzato con l’attuale forma, in gomma e con un anello per tenerlo o allacciarlo al collo o al vestiario dei piccoli.

Oggi in commercio ne esistono di infinite forme e di materiali diversi: in caucciù, in silicone, a goccia, a ciliegia, piccoli, medi o grandi.

Esistono infiniti studi effettuati nel corso della storia che mirano a smontare le teorie opposte: il ciuccio fa bene o no?

Senz’altro il ciuccio è nato per calmare il pianto del bambino, un succedaneo alla poppata, non sempre disponibile, ed è anche uno strumento per lenire il dolore durante la dentizione.

Nel 2003 ad esempio venne dimostrato come in bambini prematuri non in grado di autoalimentarsi, il ciuccio incrementava la capacità di suzione al seno, una sorta di allenamento che sembrerebbe accrescere la maturità neurologica e la crescita cognitiva.

Nel 2006 un altro studio affermò che l’uso del ciuccio o la suzione del dito diminuivano il rischio di SIDS.

Non tutte le ricerche però hanno trovato effetti benefici nel dare il ciucci ai neonati.

Si è rilevato infatti che il ciuccio, o anche il pollice in bocca sono il maggiore fattore di rischio per problemi ortodontici.

L’American Academy of Pediatrics ha emesso nel 2006 delle linee guida per l’utilizzo del ciuccio, nelle quali tutte queste ricerche trovano riscontro.

Se da un lato l’utilizzo del ciuccio comporta effetti benefici come la riduzione di rischio di SIDS, l’uso di tale surrogato della mammella dopo i 5 anni è associato con problemi dentali a lungo termine, mentre non ci sono prove che il ciuccio influisca con la durata e la quantità della poppata dei bambini.

Infine, proprio sulle linee guida, viene consigliato di usare il ciuccio dopo la 4^ settimana di vita, di utilizzarlo esclusivamente di notte , evitando possibilmente di rimetterglielo se il bimbo lo perdesse e comunque di eliminare il ciuccio intorno all’anno di vita dei bambini.

Un’altra informazione data dall’AAP riguarda le possibili infezioni gastrointestinali o le possibili colonizzazioni da Candida che avvengono a causa dell’utilizzo del ciuccio.

Altra indicazione per mamme di bambini che tengono il ciuccio è la sua igiene.

Utile raccomandare, visto che il suo utilizzo non dovrebbe superare l’anno di vita, la disinfezione del succhiotto ogni volta che viene utilizzato, o almeno una volta al giorno per eliminare germi e batteri.

In caso di primo utilizzo dopo l’acquisto è bene farlo bollire per 30 minuti, non per reale sterilizzazione ma per ammorbidire il materiale. Per le successive sterilizzazioni basteranno bolliture di 5 minuti.

La bollitura può avvenire anche in forno a microonde, ma prima di metterlo è bene assicurarsi che il materiale con cui il ciuccio è realizzato sia compatibile con questo tipo di sterilizzazione

Un altro modo per sterilizzarlo è a freddo con liquidi o compresse di prodotti disinfettanti che si trovano in farmacia.

Se si è fuori casa è bene avere con sé almeno un altro ciuccio di riserva, o tenere a portata di mano salviettine imbevute sterilizzanti, anche queste di uso comune oramai.

Infine è sempre bene, almeno quando si esce, attaccare il ciuccio con una catenella o con una simpatica pinza, anche queste di uso comune e dalle più svariate fantasie.



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