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Il Marchio CE è Stato “Copiato”: Attenzione è una Truffa

di Alessandra Albanese

14 Aprile 2014

Il marchio CE che vediamo spesso sui prodotti acquistati indicano la conformità ad alcuni requisiti essenziali che l’Unione Europea ha imposto per la commercializzazione e l’utilizzo dei prodotti stessi.

Il contrassegno va applicato a determinate tipologie di articoli dal fabbricante stesso, che deve autocertificare la rispondenza di tali requisiti.

La norma della marcatura è stata introdotta nel 1993 con decisione 93/465/CEE del Consiglio per costituire un mercato unico Europeo.

L’apposizione di tale marchio è dunque prescritto per legge, ma in alcuni casi esso può essere escluso, a patto che i fabbricanti seguano in ogni caso la direttiva per la realizzazione del prodotto stesso, che deve essere appunto conforme.

Il simbolo CE significa dunque “Conformità Europea” e indica che il prodotto in questione è stato fabbricato seguendo determinati requisiti richiesti dalla direttiva, e non che esso è di origine europea, tantomeno contraddistingue la qualità dello stesso.

Gli stati europei sono così chiamati a provare la conformità dei prodotti, ma non possono limitare l’immissione sul mercato di merci marchiate CE.

Inoltre la marcatura non è obbligatoria per legge su tutte le merci.

Quando la direttiva è stata pensata, intendeva omologare la circolazione delle merci all’interno del mercato europeo, così da rimuovere ogni barriera alla circolazione dei prodotti, e allo stesso tempo qualificarne la fabbricazione.

Le norme indicano dunque solo le specifiche tecniche da seguire per la realizzazione di prodotti affinchè essi abbiano i requisiti per la circolazione nel mercato unico.

La Comunità europea ha anche emanato una norma precisa (vedi qui ) circa le caratteristiche che identificano il marchio CE, ovvero:

  • Il marchio CE deve essere applicato dal fabbricante (o da un rappresentante autorizzato della comunità Europea) secondo il formato previsto per legge, in maniera leggibile e indelebile;
  • Il marchio CE deve misurare almeno 5 mm, e mantenere le proporzioni iniziali in caso di ingrandimenti
  • Se le caratteristiche finali del prodotto o la sua lavorazione non consentano l´apposizione della marcatura CE direttamente sul prodotto stesso, essa dovrà essere apposta sulla confezione o sulla documentazione che accompagna la merce;
  • L’ente certificato che ha valutato la merce deve essere identificato tramite il numero di identificazione e dovrà essere inserito nell’etichetta contenente il marchio CE

    Misure corrette per l'apposizione del marchio CE

 

Detto ciò, bisogna sapere che purtroppo la certificazione di conformità europea è stata da tempo insidiata da un altro marchio, purtroppo legale, che da luogo a parecchi fraintendimenti, ovvero il marchio China Export.

Infatti in Italia e nel mondo ogni giorno vengono commercializzati un’infinità di merci, non conformi e non regolarizzate provenienti dalla Cina.

La differenza tra i due marchi è volutamente impercettibile: solo la distanza che corre tra le due lettere e la lineetta centrale della E che nel marchio cinese è leggermente più lunga (vedi le foto).

Per il resto i due marchi sono praticamente uguali.

Come difendersi da questo errore?

Purtroppo la legge non ha disposto il divieto di marchiare i prodotti provenienti dalla Cina, non esiste una vera e propria sanzione o proibizione, dunque questa situazione è lasciata alla libera interpretazione del cittadino che si trova a dover comprendere quale prodotto sia conforme e quale no.

Molti parlamentari durante questi oltre dieci anni hanno presentato delle interrogazioni in sede europea per arginare questa “clonazione” (interrogazione scritta di Luca Romagnoli –NI- al Consiglio, 19 dicembre 2005)

Ottenendo risposte che confermavano questa posizione.

Un unico metodo per contraddistinguere i due marchi sta nell’unire le lettere e verificare che esse formino un otto, in questo caso il marchio è originale, altrimenti siete in presenza di un prodotto cinese.

 

fonte: eur-lex.europa.eu



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