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Pasquetta tra Tradizione Religiosa e Pic Nic sull’Erba

Il lunedì che segue la Pasqua è festa in Italia, e ricorda il giorno in cui le donne di Gesù si recarono al sepolcro e non lo trovarono. I Vangeli narrano che Maria Maddalena e Salomè si erano recate al sepolcro del Signore per ungerlo, come si faceva con i morti ...

di Alessandra Albanese

20 Aprile 2014

Il lunedì che segue la Pasqua è festa in Italia, e ricorda il giorno in cui le donne di Gesù si recarono al sepolcro e non lo trovarono.

I Vangeli narrano che Maria Maddalena e Salomè si erano recate al sepolcro del Signore per ungerlo, come si faceva con i morti a quei tempi in cui si imbalsamava il loro corpo.

La pietra che chiudeva l’accesso però fu trovata aperta, e allora un angelo si materializzò davanti a loro, dicendo che Gesù era risorto, e che avrebbero dovuto diffondere la notizia agli apostoli.

In realtà nei vangeli si parla del giorno dopo di Pasqua intendendo la Pasqua ebraica, che cade di sabato.

Ecco perché in effetti Gesù risorge la domenica, e i fatti narrati avvengono di tale giorno (dopo la Pasqua ebraica cioè), mentre invece tradizionalmente il giorno che segue la domenica di Pasqua (ovvero lunedì) viene detto dell’Angelo o lunedì in Albis.

La locuzione in Albis latina significa letteralmente in bianco.

Anticamente infatti il battesimo era tenuto durante la notte della Pasqua, e i battezzandi vestivano tuniche bianche per tutta la settimana dopo il sacramento, da cui il nome “domenica in Albis” per la domenica dopo la pasqua, e di conseguenza anche il primo lunedì successivo alla celebrazione.

La chiesa non prescrive alcuna celebrazione per questa giornata, cosa che invece comunemente avviene da sempre in tutta Italia: festeggiare la pasquetta con parenti e amici.

Un unico legame con i fatti avvenuti dopo la resurrezione di Gesù potrebbe essere l’incontro di Cristo risorto con i discepoli che si recavano a Emmaus, ma il festeggiare il lunedì dell’Angelo non è un precetto della chiesa.

La festività civile nel calendario venne introdotta nel dopoguerra in Italia, così come le altre festività a ridosso delle celebrazioni liturgiche (come Santo Stefano o il lunedì di Pentecoste).

E approfittando del rosso sul calendario in molti si riversano fuori porta per il consueto pic nic.

 

I pic nic di Pasquetta possono avere due esiti opposti a seconda degli invitati: o c’è mangiare da sfamare tutta San Marino perché tutti pensano per tutti, o tutti pensano l’opposto, ovvero non portano niente sperando nell’amico, dimenticano plaid, pallone piatti e bicchieri e finisce pure che bisogna stare tappati nelle macchine perché se ne scende un acquazzone che manco a gennaio!

Comunque dopo si dirà che la cosa importante era stare in compagnia.

Che poi alla fine è la stessa cosa che succede tutti i sabato sera.

Ma il pic nic di Pasquetta è tradizione, e non si può mancare, e allora tutte lì a tirare il marito radical chic che invece odia queste feste, perché si starà in coda tutta la giornata, si mangerà malissimo e si vedranno le persone con le quali si può tranquillamente stare anche l’indomani senza folla.

E dai a convincerlo che in fin dei conti è una buona occasione per i bimbi di stare all’aria aperta, mentre lui ti dirà che “Non è vero che lo fai per i bimbi che sarebbero ugualmente felici di stare in pigiama a casa tutto il giorno, sei tu che vuoi stare con le tue amiche”.

Insomma, alla fine però il pic nic si farà quale che sia il cibo e il tempo, e la sera di lunedì in molte case le mogli programmeranno per l’anno successivo assestando i colpi per una pasquetta perfetta,e i mariti penseranno che sì, sicuramente l’anno successivo si tapperanno in casa, salvo poi disattendere come ogni anno questa promessa!



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