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Denise Pipitone: Ecco Come è Stata Rapita e Nascosta, 3 Nuovi Elementi Importanti

di Federica Federico

05 Maggio 2014

Denise Pipitone

<<Sono convinta che mia figlia sia ancora viva>>, lo dice oggi e lo ripete da sempre Piera Maggio la mamma coraggio che 10 anni fa ha subito il dolore più grande che una madre possa vivere: ha “perso sua figlia”.

  • Denise, che allora aveva appena 4 anni, è stata rapita il primo settembre del 2004, è scomparsa mentre giocava in strada dinnanzi alla casa della sua famiglia. Il rapimento si consumò in pochissimi minuti: la nonna, che era impegnata in cucina, controllò la nipote alle 11:45, 5 minuti dopo, alle 11:50, Denise non era più sul marciapiede di casa sua.

La scomparsa di Denise Pipitone da Mazara del Vallo, piccolo paese in provincia di Trapani, si è presto tinta di giallo.

  • Piera Maggio, confessando che il vero padre di Denise non era suo marito, Tony Pipitone, ma un altro uomo, Piero Pulizzi, ha subito orientato le ricerche della piccola verso la famiglia del Pulizzi. Immediatamente si è compreso che dietro il rapimento della bambina vi potesse essere uno dei più ancestrali e temibili sentimenti umani: la gelosia.

E’ da poco cominciato il processo d’Appello che riporta sul banco degli imputati la sorellastra di Denise: l’imputata Jessica Pulizzi, 27 anni, accusata di aver rapito la bambina e già assolta in primo grado nel 2013.

A carico di Jessica Pulizzi vi sono più elementi indiziari, elementi persino concordanti tra loro. L’assoluzione in primo grado dimostra però che i giudici non hanno ritenuto tali indizi capaci di escludere e superare ogni ragionevole dubbio.

 

In primo grado l’accusa premeva in maniera particolare su 2 intercettazioni:

– una avvenuta l’11 settembre 2004 nel commissariato di Mazara ed avente ad oggetto una conversazione tra Jessica Pulizzi e sua madre Anna Corona, lì la figlia avrebbe detto alla mamma, parlando in dialetto, “Io a casa c’a purtai”. E la più plausibile interpretazione del discorso farebbe pensare che Jessica si stesse riferendo al primo trasporto di Denise.
– Una seconda intercettazione risale al 24 novembre 2004 e concerne una conversazione avvenuta all’aperto tra due uomini intercettati vicino alla scooter di Jessica. Ciò che si ascolterebbe (e il condizionale è d’obbligo considerando i rumori della strada e l’impossibilità di avere un riscontro visivo della conversazione, di cui appunto esiste solo l’audio) è questo:
<< Ciao Pè, vai a prendere Denise?>>
<< Ma Pepe che ti ha detto? Dove la devo portare?>>
<< Fuori >>.

Le autorità non avrebbero mai individuino con certezza gli autori di questa conversazione che pure sembra essere chiave.

Ecco che la richiesta di giustizia di mamma Piera Maggio si fa più pressante e diventa una richiesta che non può lasciare indifferenti.

 

3 nuovi elementi sono intervenuti dopo la chiusura del processo di primo grado:

 

  1. documenti della questura alla mano, è dimostrabile che, nelle ore immediatamente successive alla scomparsa di Denise, Anna Corona, la mamma dell’imputata Jessica Pulizzi, raggiunta dalla polizia presso la sua residenza, abbia aperto ai poliziotti non le porte di casa sua ma quelle della casa di una vicina, consentendo quindi un sopralluogo in un appartamento diverso dal suo. Perché?
  2. Battista Della Chiave, uomo sordomuto di 75 anni, sostiene di avere visto Denise il giorno della scomparsa. L’avvocato di Piera Maggio chiede ai giudici che questo testimone decisivo venga ascoltato in tribunale.
  3. Una lettera anonima apre uno squarcio sul peggiore degli scenari: Denise sarebbe morta e il suo corpicino sarebbe stato sepolto proprio non lontano dalla sua casa.

Il settimanale “Giallo” (Cairo Editore n° 18 del 7 maggio 2014) pubblica un documento esclusivo ovvero il verbale della questura di Trapani, commissariato di P.S. di Mazara del Vallo, redatto dalle forze dell’ordine il 2 settembre del 2014.
La lettura del testo originale (disponibile nel numero di Giallo adesso in edicola) è più che interessante.

Il documento cosa dimostra?

 

Il documento attesta che il 2 settembre del 2004 (dopo poco più di un giorno dalla scomparsa di Denise) mentre la polizia si muoveva per reperire Pietro Pulizzi, una pattuglia di Ufficiali ed Agenti di polizia si recò presso l’abitazione di Anna Corona. La signora Corona di sua spontanea volontà e liberamente aprì agli agenti le porte della sua abitazione volendo dimostrare alla polizia che in casa non c’era Denis ovvero “la minore oggetto delle ricerche” (come c’è scritto,in gergo tecnico, sul verbale d’accertamento).

Attenzione però ad un dato cruciale:
era il 2 settembre del 2004, erano le 15:00, la polizia cercava Pietro Pulizzi, il padre naturale di Denise e per trovarlo si recava a casa della moglie e delle figlie, quando Anna Corona vide arrivare la polizia era non a casa sua ma nell’androne del palazzo e non era sola, con lei vie era una vicina di casa (testimone dell’importante accadimento che qui stiamo illustrando). Nell’accogliere le forze dell’ordine Anna Corona non fece salire i poliziotti al primo piano ma li accolse in un appartamento del pian terreno, ebbene la casa in cui li condusse non era la sua ma quella della vicina. E permise alla polizia, quindi, di perlustrare l’appartamento non suo ma della sua vicina di casa.
La vicina ha solo in seguito chiarito gli accadimenti alle autorità e ha dichiarato <<Quando i poliziotti sono entrati nell’androne la porta di casa mia era già aperta. Poi si sono messi nel salone di casa mia a parlare>> (Citazione dal settimanale “Giallo”).

Perché Anna Corona ha accolto la polizia in casa della vicina?
Perché non ha condotto le autorità nel suo appartamento?
Piera Maggio e il suo avvocato chiedono con forza che si indaghi su questo comportamento di Anna Corona potendo esso aver rappresentato un evidente ostacolo alle indagini.

Battista Della Chiave, uomo sordomuto di 75 anni, sostiene di avere visto Denise il giorno della scomparsa. Della testimonianza di Della Chiave esiste un documento video girato durante le indagini di parte compiute, come la legge ammette, dall’avvocato di Piera Maggio. In Tribunale però Battista Della Chiave non è mai stata interrogato.

Per guardare il video della testimonianza di Della Chiave clicca QUI

Cosa dice Battista Della Chiave?

L’uomo all’epoca della scomparsa di Denise lavorava in un magazzino di Mazara, ha dichiarato che nel giorno del rapimento suo nipote Giuseppe Della Chiave si recò in quel magazzino portando in braccio una bambina e andò via dopo aver fatto una telefonata.
Battista Della Chiave, durante l’interrogatorio filmato dall’avvocato di Piera Maggio, ha riconosciuto, attraverso una foto, Denise ed ha confermato che Denise era esattamente la bimba che suo nipote teneva in braccio.

Chiamato a testimoniare contro Giuseppe Della Chiave, Battista si è avvalso della facoltà di non rispondere e dato il vincolo parentale i magistrati del processo di primo grado non hanno potuto acquisire le sue dichiarazioni.

Sta di fatto che proprio dal magazzino ove lavorava il signor Battista l’1 settembre 2004 partì una telefonata diretta alla nonna di Jessica Pulizzi, la mamma di Anna Corona. Stando al racconto della destinataria della telefonata, Antonietta Lo Cicero, qualcuno, dall’altro capo del telefono, alle 12:17 le diceva di andare dalla figlia e dalle nipoti perché era accaduto qualche cosa. Attenzione però all’orario: alle 12:17 Denise era scomparsa da meno di 20 minuti e nessuno ancora parlava del rapimento né dell’allontanamento della bambina, il fatto cioè si era appena consumato e poteva o averne cognizione solo i protagonisti più diretti e prossimi.

  • Chi chiama Antonietta Lo Cicero sapeva che Denise era stata rapita? A cosa si riferiva quando ha detto alla Lo Cicero che qualche cosa è successo?

Un altro dato non trascurabile è che 7 minuti prima della telefonata ad Antonietta lo Cicero (partita dal magaziono ve lavorava Battista) Anna Corona telefò proprio alla compagna di Giuseppe Della Chaive.

  • Cosa si sono dette le due donne? Giuseppe Della Chaive ha chiamò Antonietta Lo Cicero? Perché è partita quella telefonata da quel magazzino? Battista cosa vide allora e cosa può raccontare oggi?

 

“Nei prossimi giorni si prevedono ruspe sulle spiagge siciliane.”

Così sentenzia il Tgcom in un articolo che sostanzialmente conferma che, data la missiva anonima che indicherebbe il luogo della sepoltura di Denise, probabilmente presto le autorità daranno il via agli accertamenti debiti.

La madre di Denise ha in merito chiesto cautela, non solo si dice convinta che sua figlia sia ancora viva, ma Piera Maggio è memore delle molte segnalazioni errate e fuorvianti ricevute in questi anni, non sarebbe la prima lettera firmata da un mitomane.



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