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Una Ragazza Malata che con Questo Video sta Diffondendo la Speranza

di Gioela Saga

14 Maggio 2014

cos'è l'autismo spiegato da una ragazza che ne soffre

Carly Fleishmann è una ragazza che vive a Toronto, in Canada, e con la sua storia sta davvero cambiando il modo di pensare e di agire nei confronti dell’autismo.

La sua avventura è davvero strabiliante perché per la prima volta ci permette di entrare nel mondo chiuso e apparentemente senza vie di fuga delle persone che soffrono di autismo.

Verso i due anni, i genitori si accorgono che qualcosa non va, soprattutto vedendo l’enorme differenza tra Carly e la sua sorella gemella. Carly non parla, non interagisce, si rifugia nei suoi pensieri e in una serie di movimenti scoordinati.

Viene diagnosticata una severa forma di autismo con un’aprassia orale e motoria che le impedisce di fatto di coordinare i gesti, di agire, di camminare in modo normale…inoltre ai genitori viene detto che la bimba ha un ritardo cognitivo e che avrebbe potuto raggiungere al massimo il quoziente intellettivo di una bambina di sei anni.

Lo sconforto è stato travolgente ma il papà, Arthur, e la mamma Tammy non si arrendono. Investono tutto ciò che hanno in termini di tempo e soldi nella cura della figlia.

Nel filmato che vi proponiamo Arthur dice: “Ho sempre visto in Carly una luce di intelligenza, di comunicatività, sotto il suo apparente isolamento…”

Quando gli viene chiesto se avesse mai pensato di metterla in un istituto risponde: “I problemi sono stati tanti e non nascondo che ne abbiamo parlato in alcuni frangenti ma non avremmo mai potuto farlo, mai…”

Ecco che un giorno Carly si trova davanti ad un computer ed inizia sorprendentemente a scrivere, non lo aveva mai fatto! Ci mette parecchio ma, alla fine, riesce a mettere insieme tre parole: “hurt teeth help” ovvero “dolore ai denti, aiuto”. I genitori non potevano credere ai loro occhi ma dovevano! Il primo passo verso il mondo fuori era stato fatto!

Dopo sette mesi iniziava già a comunicare bene con gli altri.

Da allora Carly non si è più fermata, attraverso un duro lavoro da parte sua e dei suoi assistenti, che l’hanno stimolata ed incentivata in ogni modo, ha continuato ad usare il pc ed è diventata la voce di tutte le persone che soffrono di questo disturbo perché riesce esattamente a comunicare ciò che prova e come si sente: intrappolata in un corpo che non sente suo, che non fa ciò che lei vorrebbe e viceversa.

Lei ha trovato il modo di far uscire la sua voce e si augura che tutti chi riescano e esorta le persone come lei e chi sta loro vicino di non mollare mai!

Ora il padre si sente anche in colpa perché nessuno pensava che Carly potesse davvero sentire, elaborare e capire ciò che loro dicevano anche su di lei: per anni hanno parlato davanti a lei, anche della sua situazione, senza immaginare che lei potesse ascoltarli e comprenderli!

Carly scrive solo con un dito sulla tastiera del suo pc ma in modo chiaro e corretto, il suo quoziente intellettivo supera il 120 e la sua “voce interiore”, che lei è riuscita ad esternare, conosce l’umorismo, sa essere appassionata e profonda.

Gestisce il suo sito internet, i suoi contatti su facebook e twitter, parla regolarmente con i suoi genitori e ha scritto anche un libro in collaborazione con il padre: Carly’s voice (La voce di Carly).

“Io sono autistica ma non sono l’autismo: cercate di conoscermi prima di giudicarmi!” Ecco quello che scrive Carly.

Quando le è stato chiesto come mai agisce in modo così violento con movimenti così incontrollati lei ha risposto: “Non sono padrona del mio corpo ma se non lo assecondo è come se volesse esplodere; è proprio come quando scuoti una lattina di coca cola, vorresti fermarla ma non puoi! Se potessi fermarmi lo farei ma non riesco, non è come schiacciare un bottone e spegnere un meccanismo qualsiasi. So di fare delle cose sbagliate ma non riesco a non farle.”

Carly esprime spesso anche il suo disagio e la sua frustrazione:

“Vorrei essere una ragazza normale, andare in una scuola come gli altri e non essere vista come una persona diversa. Vorrei non spaventarmi per i rumori, per gli altri che quando si avvicinano sembrano avere mille facce che mi vogliono schiacciare. Vorrei, anche solo per un giorno, potermi liberare di questo corpo e poter esser normale.”

Attraverso le parole di Carly si possono davvero comprendere tantissime cose e molte di queste possono davvero essere incredibilmente utili anche per gli specialisti, per potere trovare una spiegazione e una cura per questa terribile convivenza lacerante tra quello che è realmente Carly e quelle che sono le reazioni incontrollate ai vari stimoli sensoriali.

Carly scrive a suo papà:

“Caro papà, adoro quando tu mi leggi, e ti amo perché credi in me, anche se so di non essere la ragazza più facile del mondo ma alla fine tu mi tieni per mano e mi tiri su e io ti amo davvero.”

Grazie Carly perché sei diventata la speranza per molti! Chissà quanti altri lidi ancora inesplorati o incompresi ci offre la mente umana!

Video:



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