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Autismo: il Coraggio di una Mamma

di Maria Corbisiero

25 Febbraio 2015

autismo

Il biglietto che vedete ritratto nella foto qui sopra altro non è che il disperato grido d’aiuto di una mamma.

Quando vediamo un bambino dimenarsi in pubblico, urlare o assumere atteggiamenti irrequieti come scalciare o tirare pugni, il più delle volte siamo portati a pensare che ci troviamo di fronte un bambino maleducato e poco controllato dai genitori, incapaci di ‘frenare’ il suo essere impetuoso.

Ma non sempre il nostro pensiero si rivela essere giusto.

Giudicare è facile e veloce, soprattutto ci evita di soffermarci su diverse problematiche a noi sconosciute, difficoltà non facili da comprendere, soprattutto se ad osservarle è un occhio estraneo.

Un disagio contro cui Farida Peters deve combattere tutti i giorni, ‘vittima’ degli sguardi accusatori ed indagatori che le vengono rivolti ogni qual volta suo figlio Deckard si innervosisce.

Ma procediamo con ordine.

La storia di questa mamma e del suo bambino è stata resa nota in tutto il mondo attraverso il portale TheStar.com, il più grande sito di notizie on-line del Canada, un racconto che mira ad aumentare la sensibilizzazione delle persone verso le disabilità invisibili.

Pantaloni scuri, giubbino di Spiderman, cappello e zainetto dei Minions, Deckard può apparire agli occhi degli estranei come un normale bambino di 5 anni.

Nessuno, guardandolo, direbbe che stiamo parlando di un bambino autistico.

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L’autismo è un disturbo che colpisce lo sviluppo neurologico alterando le capacità di comunicazione e l’interazione sociale, influenzando il comportamento del soggetto che ne è affetto.

Molto sensibili alla stimolazione sensoriale, i bambini autistici soffrono e rendono manifesto il loro disturbo quando vivono una situazione di forte stress.

Nel caso di Deckard le situazioni che scaturiscono in lui attacchi di ansia sono gli spazi ristretti e i mezzi pubblici affollati.

Basta evitare tali situazioni” direbbe qualcuno ma non è così facile.

Ogni mattina di ogni singolo giorno feriale, Frida e suo figlio si recano presso il Geneva Centre for Autism a Toronto, un centro dove il bambino effettua le sue terapie cognitivo/comportamentali (ABA).

Per raggiungere la loro destinazione, entrambi sono costretti a prendere un autobus, due diversi treni della metropolitana, per un totale complessivo di 17 fermate, ed effettuare un tratto di strada a piedi. Se tutto procede per il meglio, l’intero viaggio può essere effettuato in due ore (andata e ritorno).

Purtroppo, come accennato in precedenza, il sovraffollamento dei treni, utilizzato da molti pendolari, genera in Deckard uno stato di stress che si manifesta in atteggiamenti aggressivi.

Non conoscendo la sua condizione, gli altri passeggeri si sono mostrati spesso intolleranti verso questo bambino ‘difficile’, che nei giorni di maggior stanchezza inizia a ribellarsi alla folla strillando, scalciando e colpendo le persone.

“Onestamente, non ho sempre il tempo di chiedere scusa a tutti quando sono in modalità crisi – racconta la signora Peters al portale TheStar – Ci provo, ma devo prestare attenzione a mio figlio che ha bisogno del mio sostegno”.

Madre e figlio hanno vissuto tale condizione di insofferenza altrui per circa un anno, fin quando la donna non ha avuto l’idea di affiggere un cartello al suo zaino:

“Mio figlio ha 5 anni ed è autistico. Cercate di essere pazienti con noi. Grazie”.

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Un gesto ‘estremo’, spesso criticato dagli amici di famiglia che sostengono che i disturbi del bambino non dovrebbero essere resi pubblici, piuttosto dovrebbero essere gli altri a mostrare una maggior pazienza.

Tuttavia la madre del bambino spera che questa sua iniziativa possa sensibilizzare l’opinione pubblica, anche discuterne, così come stiamo facendo noi ora, può spingere alla consapevolezza verso le disabilità invisibili.

E l’esito finale sembra essere piuttosto positivo.

I pendolari infatti ora hanno un diverso approccio verso Deckard e la sua mamma, sono più tolleranti e spesso rendono manifesta la loro simpatia verso il bambino facendogli i complimenti per l’abbigliamento o semplicemente dandogli il cinque.

Questo nuovo atteggiamento, molto più positivo e ben disposto all’accoglienza, ha fatto sì che anche il bambino assumesse un comportamento positivo.

autismoDapprima nervoso e timoroso, ora, ogni qual volta si aprono le porte del treno, Deckard raggiante saluta gridando “Ciao gente!”.

“È davvero bello quando le persone si mostrano incoraggianti. Ora mio figlio si sente sicuro e confortato quando siamo sul treno” ha dichiarato la signora Peters.

Una storia a lieto fino, certo, ma, a mio parere, dal risvolto un po’ amaro, che mi ha lasciata perplessa e dubbiosa per quanto concerne la scelta del cartello.

Pensateci bene: l’indifferenza e l’intolleranza che spesso abbiamo verso il prossimo, nonché l’eccesiva fretta nel giudicare gli altri al primo sguardo, ignari delle problematiche che lo stesso potrebbe avere, ha costretto una madre ad ‘etichettare’ il proprio bambino.

La domanda che vi rivolgo è: Vi sembra giusto tutto questo?

 



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