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Fabrizio Corona e Belen Rodriguez: il Ricordo di Lei nella Lettera di Lui

di Redazione VitaDaMamma

10 Gennaio 2014

Fabrizio Corona ha ormai scontato il primo anno di carcere dei sette previsti come pena a suo carico.

Attualmente detenuto nella casa di reclusione di Opera, Milano, l’ex re dei paparazzi è impegnato nella stesura di diverse lettere, missive indirizzate alle persone che hanno svolto un ruolo importante nella sua vita.

Una volta pronti, gli scritti verranno poi raccolti in un libro di memorie, alla cui realizzazione sta contribuendo il fratello di Corona, Federico.

Di recente il settimanale “Chi” ha fornito una piccola anteprima del suddetto lento percorso di pentimento e autoanalisi pubblicando la toccante lettera che Corona ha indirizzato alla sua ex compagna Belen Rodriguez.

Ecco alcuni stralci riportati sul sito di Panorama:

“Dopo che abbiamo iniziato a frequentarci la mia vita è completamente cambiata e più passava il tempo, più il diavolo si allontanava da me. La mia immagine non ti ha rovinato, anzi ha contribuito a creare un personaggio incredibile, unico, uno strano mix di bellezza e trasgressione, fama e disobbedienza […]

La nostra è stata una storia d’amore a metà tra un reality e vita vera, con improvvisi e continui colpi di scena, dove purtroppo, ancora una volta, ero io il regista. Ero all’apice della carriera. Non avevo imparato ancora la lezione, non mi era bastato il fallimento del mio matrimonio e così ho continuato a commettere gli stessi errori, che però hanno contribuito a farti diventare quello che sei oggi”.

In un certo qual modo, Fabrizio rivendica la paternità della “Belen personaggio” pur dichiarando apertamente di aver amato la “Belen donna”.

“Tu eri appena arrivata in Italia ed eri fidanzata con un giovane pierre – così Corona descrive il loro primo incontro – io ero sposato da più di tre anni ed ero innamorato. Non avrei dovuto notarti e invece sono stato tutta la sera a guardarti […]

Era una storia improbabile, avevamo troppi problemi, io in particolare ne avevo tanti e grossi. Quante notti d’inverno ho dormito fuori dalla porta di quella casa di ringhiera al freddo, sotto la pioggia, sdraiato sul tappetino, con te che continuavi a guardare dallo spioncino per controllare che fossi ancora lì […]

Dopo la prima naturale reazione di rabbia – conclude – per la prima volta dopo tre anni e mezzo non ti ho più rincorso, perché sapevo che quella luce che dicevi di cercare nei miei occhi non sarebbe più tornata”.

Cosa risponderà la bella argentina?



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