Parto in casa vuol dire nascere laddove la famiglia vive il suo amore, nella riservatezza e in un clima in cui la mamma si sente a proprio agio e “forte”.
Un fotografo brasiliano, Gustavo Gomes, è diventato papà in casa, la sua compagna, Priscila, ha affrontato un parto naturale che è durato complessivamente ben 20 ore. Gustavo, complice la sintonia con la sua macchina fotografica, ha deciso di fermare i momenti più intimi di questa nascita.
Il parto in casa è una realtà possibile. Tuttavia la scelta del parto in ambiente domestico va condotta tenendo conto in primis della sicurezza di mamma e bambino.
Malgrado queste immagini possano risultare affascinanti e come queste molte altre potrebbero esserlo, malgrado la facilità con cui certe fotografie vengono veicolate sulla rete, la sicurezza e la prudenza vanno ribadite e vanno considerate con attenzione. Ogni qualvolta si parli di parto in casa occorre fare i conti con la sicurezza di chi dà la vita e di chi nasce.
I punti nascita, anche questo va detto, non possono essere considerati come luoghi che sottraggono la mamma all’ambiente domestico nel momento del parto; essi vanno, all’opposto, valutati come contesti che garantiscono alla donna e al bambino una sicurezza “costante”: in una struttura sanitaria mamma e bambino sono tutelati, anche laddove un imprevisto dovesse rompere l’idillio di un parto naturale.
Le foto che state osservando documentano un parto in casa, un parto spontaneo, naturale e senza rischi.
Queste immagini potrebbero affascinarvi ed indurvi a pensare di vuole fare altrettanto, ricordate che il parto in casa, in assenza di patologie o condizioni di rischio e a fronte di una gestazione fisiologica può essere un’opzione possibile, tuttavia è necessario che:
- in casa la mamma sia assistita da personale qualificato, non si partorisce senza un equipe ostetrica;
- la gravidanza deve essere stata “perfetta”, ovvero nulla deve lasciar presagire possibili complicanze o problemi per la mamma o il bebè;
- le condizioni di salute della mamma devono escludere rischi all’atto del parto;
- la casa deve essere vicina ad una struttura ospedaliera attrezzata per le nascite (e preferibilmente anche per le emergenze neonatali);
- la mamma deve essere preparata ad affrontare il parto e il travaglio per tutta la sua lunghezza in un ambiente non “medicalizzato” (il che significa senza analgesia farmacologica, come può avvenire in ospedale col monitoraggio di un medico anestesista).
Potrebbe suonare strano, ma un camice bianco durante il travaglio può risollevare la donna da un momento di sconforto, anche solo trasmettendole la sensazione di essere in un ambiente controllato.
Fonte:Gustavo Gomes fotografo