Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi 

I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi. Questa è una risposta fisiologica che dipende dal cervello rettiliano del bebè. Qui di seguito la spiegazione del perché:

di Federica Federico

28 Febbraio 2024

I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi – Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso ID Immagine:  	203422381 (foto realizzata con strumenti di generazione AI)

I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi e li cullano, per riprendere non appena mamma o papà si mettono a sedere (qualche volta esausti). 

 

Perché i bimbi piccolissimi e piccoli hanno questo “comportamento” e lo conservano nei primi mesi di vita? In questo articolo risponderemo a questa domanda attraverso l’esame dei funzionamenti tipici del cervello del bebè.

 

Perché i neonati piangono quando ci si siede?

Innanzitutto va chiarito che questo non è un “comportamento”, volontario o acquisito, ma è una risposta fisiologica scientificamente confermata dalle neuroscienze.

 

La richiesta costante di movimento da parte del neonato, in sé espressa col pianto liberato ogni volta che il genitore si ferma o si siede, diventa particolarmente pressante alla sera quando mamma e papà non vogliono altro che un letto e un po’ di riposo. È per questo che è necessario un breve esame anche della questione sonno del neonato e del bambino piccolo.

 
Sonno del neonato – Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso (foto realizzata con strumenti di generazione AI)
Sonno del neonato e del bambino piccolo

Sonno del neonato e aspettative dell’adulto

Difficilmente le aspettative dei genitori sul sonno del bambino si adeguano facilmente alla realtà: durante la gravidanza, noi mamme non veniamo sufficientemente preparate all’imprevedibile ed è imprevedibile come un bimbo si adatterà alla vita extra-uterina e quanto tempo impiegherà per assumere ordinati ritmi di veglia e sonno (possibilmente conquistando sempre più autonomie).

 

Sviluppo del sonno del neonato e del bimbo piccolo

Un’attenzione particolare la merita lo sviluppo del sonno nel neonato e nel bambino.

  • Nell’arco temporale 0-1 mese di vita, i neonati non distinguono il giorno dalla notte, dormono moltissimo e si svegliano prevalentemente per fame. Il loro equilibrio sonno-veglia non è dissimile da quello che mantenevano  in grembo alla mamma.
 

Un neonato necessita di un tempo di sonno molto lungo, pari a i 16-20 ore. Questo riposo servirà al corpo per crescere, adattarsi ai nuovi stimoli e al nuovo sistema di alimentazione, alle nuove percezioni sensoriali che vanno banalmente dall’indossare vestiti a vedere la luce senza il filtro del corpo della mamma o ad ascoltare voci non ovattate dal liquido amniotico. Il ritmo di sonno del neonato prende il nome di ritmo ultradiano.

 
  • A partire dal 2° mese di vita, i periodi di sonno si allungano lentamente ovvero il bambino si sveglia meno frequentemente arrivando a coprire 3 o 4 ore con un sonno continuo e pacifico. 

Le mamme e i papà vivono questo momento come quello in cui si stabilizzano le poppate, ma a monte c’è una stabilizzazione più strutturata del sonno.

 
  • Prima dei 6 mesi è difficile raggiungere il traguardo della notte senza risvegli. Dopo il compimento del sesto mese gradualmente il bambino raggiungerà l’obiettivo delle 7-8 ore di sonno continuo purché, però, i genitori abbiano saputo costruire un’ordinata routine della ninna.
 
Sonno del neonato – Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso (foto realizzata con strumenti di generazione AI)

Come addormentare il bambino per una buonanotte

Le conseguenze che il cattivo sonno può avere sul bambino (e anche sul genitore) sono diverse, ne ricordiamo alcune: irritabilità, stati di ansia e attacchi di rabbia, difficoltà di concentrazione capaci di riverberarsi sulla vita scolastica (e lavorativa del genitore), propensione a emicrania e possibili disfunzioni metaboliche.

 

Qualche suggerimento per cogliere i segnali del sonno

I bambini hanno un’anima animale, qualcuno potrebbe ricordarci che siamo tutti mammiferi e che in qualche modo il mondo animale da cui proveniamo ci appartiene. 

 

Di fatto il cervello dei neonati  si trova in una fase di sviluppo ancestrale: i bambini piccolissimi rispondono agli stimoli esterni attraverso il cervello rettiliano e portano con loro le risposte istintuali  per un buon tempo della crescita.    

 

Quali sono i segnali del sonno nel bambino 

Il corpo del bambino può indicarci quando il neonato o il bimbo piccolissimo ha sonno, i segnali spia del sonno sono:

  • lo sbadiglio, 
  • lo sfregamento degli occhi,
  • l’abbassamento della temperatura,
  • la stimolazione dell’orecchio con la manina,
  • la ricerca della suzione, che non è solo richiesta per fame.
 

Non cogliere i segnali del sonno e quindi non porre il bambino in una condizione di comfort che gli consenta di addormentarsi può mettere a rischio tutto il buon riposo: quando il bambino è troppo agitato, piange in modo inconsolabile e non riesce ad addormentarsi probabilmente è già eccessivamente stanco e la sua stessa stanchezza lo ha già gettato in frustrazione.

 
I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi – Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso
ID Immagine:  	204304569 (foto realizzata con strumenti di generazione AI)
I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi 

Addormentare il bambino in braccio non è sbagliato

Dinnanzi ai primi segnali di sonno prendete già in braccio il vostro bambino e cullatelo fino all’addormentamento, l’alto contatto fisico lo facilIterà.

 

Non tutti sanno che fino ai 6 mesi di vita il bambino quando viene preso in braccio si rilassa e il suo corpo risponde con una riduzione della frequenza cardiaca.

 

Mio figlio ricomincia a piangere o si sveglia non appena mi siedo o lo poggio nella culla, perché?

I neonati smettono di piangere quando i genitori si alzano in piedi e ricominciano a farlo quando, invece, gli adulti si siedono, allo stesso modo, se si erano addormentati, spesso si risvegliano non appena appoggiati in culla. Insomma, quando si ha a che fare con i neonati il movimento ne stimola la calma mentre la cessazione del movimento ingenera pianto, agitazione e frustrazione. Che fare?

 

È tutta colpa del cervello rettiliano, infatti l’anima animale del bambino trova conforto nel movimento per un innato senso di sicurezza. 

 

Quando il genitore si muove e cammina il neonato o il bambino piccolo si sente al sicuro perché il suo cervello gli lancia una messaggio di rassicurazione di questo tipo: “Il tuo genitore è vigile e attento, pronto a reagire in caso dei pericolo, puoi stare tranquillo”.

Ed ecco che il bambino cullato tra le braccia del genitore si addormenta pacificamente.

 

Non appena il genitore si siede, il cervello del bambino inverte il messaggio perché l’inerzia viene interpretata come un messaggio di rilassamento e il bimbo teme le abbassate difese di allerta dell’adulto. 

 

Questo spiega perché il contatto, la suzione e il movimento sono egualmente rassicuranti per il neonato e il bambino piccolo e normalmente fanno sì che smetta di piangere o si abbandoni più semplicemente al sonno.

 

Che fare se i neonati piangono ogni volta che i genitori si siedono e smettono di cullarli

  • Create intorno al neonato un ambiente calmo, pacifico e responsivo dei suoi bisogni; contano i rumori ma anche la luce e i colori. 
  • Organizzate delle routine salde, ricordate che le routine sono estremamente rassicuranti per i bambini;
  • Fate in modo che il bambino attivi e costruisca rapporti di intimità con entrambi i genitori, introdurre il papà nel momento dell’addormentamento o in quello della crisi di pianto significa permettere alla diade papà-bambino di conoscersi nel momento del bisogno e di accogliersi;
  • Favorite l’alto contatto e allorquando poggiate il bambino nella culla dopo averlo cullato a lungo, in braccio e in movimento, abbiate la pazienza di accarezzarlo o mantenere le vostre mani sul suo corpo ancora per un tempo sufficiente a non fargli sentire l’imponente distacco da voi;
  • Parlate al bambino con tono calmo e rassicurante, i bambini piccoli non decodificano il linguaggio come noi adulti (ovvero parola per parola) ma sin da subito riescono a dare un valore alle emozioni che percepiscono. 


Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici