Scomparsa la bara di un bambino morto pochi mesi dopo il parto, è accaduto in Lombardia. Il feretro è stato presto ritrovato ma la famiglia chiede chiarezza.
Il rispetto del lutto attiene all’umanità, alla considerazione dell’intimità personale, afferisce con la fede e con la cultura, è, insomma, un sentimento intimo e delicatissimo. A Muggiò in Brianza (provincia di Monza) questo rispetto è stato tradito: è scomparsa la bara di un bambino, l’eterno giaciglio è stato prontamente ritrovato in un magazzino per gli attrezzi, ma il coperchio era parzialmente lesionato.
Sulla vicenda stanno indagando le autorità competenti su iniziativa della famiglia che pretende chiarezza. Anche il Comune di Muggiò è intenzionato a comprendere le dinamiche dell’increscioso incidente.
Scomparsa la bara di un bambino, il fatto è stato scoperto dal nonno durante la sua quotidiana visita cimiteriale.
Il Comune aveva informato la famiglia del bambino dell’esumazione delle bare conservate nella tomba di famiglia, una prassi imposta dalla legge decorsi 30 anni dai decessi. Un dolore ineluttabile che spesso riapre vecchie ferite. Nella tomba di famiglia riposavano il piccolo angelo e suo nonno.
Le operazioni di esumazione dovevano compiersi venerdì undici novembre e si sarebbero estese a tutti i defunti presenti campo 1 del cimitero di Muggiò.
La bara del piccolo sovrasta quella di suo nonno e durante le prime operazioni di scavo, fotografate dai familiari, viene sollevato il monumento funebre e smossa la terra che ricopre la prima lastra in cemento, lastra che protegge proprio la bara del bambino. Come da prassi queste operazioni di scavo hanno valore preparatorio, servono cioè a rendere possibile l’esumazione e, infatti, sono state compiute nei giorni antecedenti all’undici novembre.
La mattina dell’otto novembre il nonno del piccolo defunto si reca al cimitero, ogni giorno l’uomo va a salutare la sua consorte e il suo nipotino. E’ lui a scoprire la scomparsa della bara.
Dinnanzi alla tomba del bambino il suo sconcerto è, però, enorme. Doveva essere un giorno come gli altri e quello al cimitero doveva essere un momento di ricordo e preghiera, ma l’uomo si accorge che la bara del bambino non c’è più.
“Mancava tutta la parte superiore dove si trovava il bambino e la bara era sparita”.
Subito l’uomo si è attivato personalmente per ritrovare le spoglie del nipote, con suo grosso stupore ha dolorosamente scoperto che la bara, parzialmente danneggiata e avvolta nel cellofan, era stata “abbandonata” in un deposito attrezzi.
Scomparsa la bara di un bambino: “conservata” non nella camera mortuaria ma in un deposito attrezzi e mossa dal monumento funebre senza che la famiglia sapesse nulla.
Morto da tanto ma pur sempre un piccolo angelo questo bimbo si è visto negare persino l’onore e il rispetto della camera mortuaria? E perché i lavori di scavo sono andati avanti senza la presenza dei familiari?
Quando la mamma, allertata dal nonno, ha raggiunto il cimitero, la sua intenzione era quella di recuperare le spoglie del figlio e di restituire al suo angelo l’onore della degna sepoltura.
“Ho chiesto di vedere mio figlio ma mi è stato risposto che prima era necessario avvisare il responsabile del Comune, il funzionario del Settore patrimonio”. Quando riesce a vedere la piccola bara, la mamma scopre che “il coperchio era distrutto . Ci è stato detto che il legno era marcio, cosa che abbiamo provato non essere vera in presenza dei Carabinieri”.
La famiglia chiede conto delle operazioni compiute nella sede cimiteriale, lo fa senza clamori e in nome del rispetto dei defunti. Questa storia, resa pubblica da NuovaBrianza.it, merita di essere condivisa perché pone l’accento sull’importanza del lutto, sulla profondità dell’amore che ciascuno di noi conserva nei ricordi e riversa persino su un monumento funebre.
Scomparsa la bara di un bambino. Ora la famiglia vuole capire quando e perché la bara sia stata mossa, per quale motivo era parzialmente lesionata e vuol comprendere la ragione per cui le povere spoglie di questo angelo sono state lasciate in un magazzino piuttosto che nella camera mortuaria. Tutto senza alcuna comunicazione ai parenti.
“È come se ce lo avessero portato via un’altra volta – dice la mamma – Noi non chiediamo nulla, ma chiediamo rispetto e verità. Già era doloroso affrontare questo momento, ma così è stato terribile.”
Nelle more delle indagini, i corpi del bambino e del nonno sono stati nuovamente posati nella loro tomba, le operazioni di esumazione si sono compite.
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L’auspicio è che tutti, qualunque sia il loro lavoro, si comportino sempre con umanità. L’augurio che reciprocamente dovremmo farci tra noi è che i sentimenti di pietas e umanità ispirino il mondo intero.