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Soffocamento del Bambino: 3 Cose da NON Fare MAI

di Federica Federico

30 Marzo 2017

Ogni persona che a qualunque titolo si prende cura di un bimbo (o di più bimbi) dovrebbe sapere cosa fare o non fare in caso di soffocamento del bambino.

Spesso abbiamo l’impressione che un bimbo, sopratutto quando è intento nell’atto di mangiare, abbia deglutito male. Non tutti sanno che “scagliarsi sul bambino” al primo colpo di tosse è sbagliato come lo è percuotere le spalle con inutili pacche (gesto che i nonni tendono ancora a fare credendo che sia utile se non salvifico).

 

La tosse è una reazione fisiologica che da sola risolve molte ostruzioni parziali. In caso di soffocamento del bambino il corpo reagisce d’istinto con il sintomo della tosse, questo è vero ma non è altrettanto vero che tossire sia di per sé un sintomo di ostruzione: non è detto, cioè, che il bambino che tossisce sia ostruito o stia per soffocare. Pertanto dinnanzi a un bimbo che tossisce, sopratutto se lo fa durante il pasto e dopo aver deglutito, l’osservazione è il primo presidio di sicurezza:

guardate il bambino e date a lui come a voi il tempo di capire cosa sta accadendo, facilmente e comunemente la tosse resta un atto fisiologico che passa in pochi secondi senza alcuna conseguenza.

Il primo sintomo evidente di soffocamento del bambino è la fame d’aria: chi sta soffocando tende ad aprire la bocca perché è alla ricerca di ossigeno e comunemente porta le mani al collo.

Soffocamento del bambino: 3 cose da NON fare MAI

Un adulto deve sapere che le ostruzioni delle vie aeree non sono tutte uguali, ce ne sono di parziali e non. In caso di ostruzione parziale il corpo estraneo non impedisce del tutto il passaggio dell’aria, lo scopo dell’adulto deve essere quello di stimolare il bambino a tossire affinché, proprio attraverso i colpi di tosse, il bimbo possa autonomamente liberarsi. Ciò, peraltro, avviene spesso.

 

L’intervento anti-soffocamento dell’adulto, operato anche attraverso le debite manovre salvavita, è proficuo e utile in caso di ostruzione completa, ovvero l’adulto deve intervenire quando il bambino manifesti i sintomi del soffocamento (fame d’aria, mani portate alla gola, colorito bluastro delle labbra e\o del collo).

Soffocamento del bambino: 3 cose da NON fare MAI

Cosa non fare in caso di soffocamento del bambino.

Da mamma che ha seguito un corso di disostruzione pediatrica presso la Croce Rossa Italiana (esperienza che consiglio a tutte le madri), credo che sia importante sapere come intervenire in caso di soffocamento del bambino ma ritengo altrettanto utile conoscere ciò che non va mai fatto.

  • In caso di soffocamento del bambino, il piccolo non va mai posto a testa in giù;
  • non vanno mai introdotte le mani in bocca;
  • non va mai somministrata acqua.

In caso di soffocamento del bambino, il piccolo non va mai preso per i piedi e posto a testa in giù.

Questa pratica (che implica anche un dannoso scuotimento del corpo del bambino) è addirittura pericolosa: il capo è la parte del corpo più pesante, prendendo il bimbo per le caviglie la testa che penzola verso il basso può cagionare fatali lesioni e rotture nelle ossa del collo.

In caso di soffocamento del bambino, non vanno mai introdotte le mani in bocca.

Chiunque stia soffocando tende ad aprire la bocca perché ha fame d’aria e prova in ogni modo a incorporare ossigeno. In questa situazione, mettere le mani in bocca può sembrare la soluzione migliore per tentare di estrarre il corpo estraneo, è, invece, la peggiore:

limita l’afflusso di ossigeno e rischia di spingere il corpo estraneo ancora più in profondità ovvero rischia di far divenire totale un’ostruzione parziale.

In caso di soffocamento del bambino, non va mai somministrata acqua.

Gli esperti vi diranno che si crea l’effetto lavandino otturato ovvero l’acqua si blocca sul corpo estraneo e crea un ulteriore ostacolo alla respirazione.



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