Sciopero generale regionale dei settori produttivi e dei servizi a rete in Sardegna
La mobilitazione generale del settore trasporti che si è avuta su tutto il territorio nazionale il 1° marzo scorso non ha visto la partecipazione della sola Regione Sardegna. Ma si è trattato solamente di uno slittamento di data. Lo sciopero del 1° marzo è stato infatti fatto confluire nella mobilitazione regionale dei settori produttivi e dei servizi a rete che si terrà nel territorio sardo il 13 marzo prossimo.
Uno sciopero indetto da CGIL, CISL e UIL le cui intenzioni, si legge nel volantino, sono:
- arrestare il declino delle attività produttive regionali;
- difendere e consolidare i settori industriali ;
- sbloccare le risorse necessarie ed adeguare l’attuale assetto infrastrutturale;
- attuare gli impegni per avviare il progetto della Chimica Verde;
- avviare un serio progetto di rilancio della Filiera Agro Industriale;
- accelerare la spendita delle risorse per valorizzare e sostenere la ricerca e l’innovazione tecnologica e produttiva;
- accelerare la spendita delle risorse da POR e PSR;
- dare concreta attuazione al progetto di valorizzazione della Filiera dell’Alluminio;
- risolvere in via definitiva l’incidenza dell’alto costo dell’energia;
- attivare gli strumenti per abbattere il GAP derivante dall’assenza della continuità territoriale per le merci.
Le tre sigle sindacali chiedono a tutti i lavoratori sardi di partecipare in massa allo sciopero del 13 marzo. Si protesta contro la crisi globale che ha colpito la Sardegna e che ha “assunto connotati di drammatica sofferenza: sono travolti tutti i settori e i territori dell’Isola, l’occupazione e l’intero sistema produttivo”.