La prima parola di un bambino è sempre un’immensa emozione, non soltanto per mamma e papà, ma per tutti i parenti che, entusiasti, decidono di festeggiare questo magico momento.
È un’importante tappa della sua crescita, un importante passo in avanti sulla scala della vita.
Ma, come accade per ogni cambiamento o per ogni nuovo progresso, ciò comporta tanti dubbi e diverse perplessità da parte di chi, impegnato nell’amorevole crescita del bambino, si pone continui interrogativi sulla giusta strada da seguire.
Noi di Vita da Mamma abbiamo deciso di rispondere a tali interrogativi affidandoli alla nostra logopedista, la Dottoressa Marianna Luccio che ci parla dello sviluppo del linguaggio del bambino.
Nel video che vi proponiamo in calce a questo scritto, la Dottoressa Luccio espone e chiarisce le varie fasi attraverso le quali si sviluppa il linguaggio del bambino, precisando e ribadendo però il concetto della soggettività.
È vero che la crescita di un bambino, come anche il suo sviluppo del linguaggio, devono seguire delle “tappe obbligate”, tappe che fonti scientifiche hanno appurato e verificato e che molti medici seguono, tuttavia non bisogna mai perdere di vista l’individualità del soggetto che, in quanto tale, può seguire delle tempistiche diverse dagli altri.
In poche parole, è importante ricordare che ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi che, una volta valutati e appurati, come spiega la nostra logopedista, possono richiedere strategie diverse che stimolano, in questo caso specifico, lo sviluppo del linguaggio del bambino, senza porre quest’ultimo ad eccessivi stress.
Sviluppo del linguaggio: quando inizia a parlare un bambino?
Contrariamente a quanto molti possano pensare, lo sviluppo del linguaggio inizia alcuni mesi prima della spesso citata fase della lallazione, fase fisiologica che si manifesta a partire dai 6 mesi.
Durante queste prime fasi dello sviluppo del linguaggio, compresa la fase della lallazione, il genitore assume l’importante compito di rispondere in maniera adeguata agli stimoli vocali del bambino che ancora non ha un’intenzionalità comunicativa ma si limita a produrre suoni diversi.
Dovrà poi essere il genitore a trasformare questi ultimi, ovvero i suoi, in un linguaggio fornendo al bambino delle risposte adeguate così da fargli acquisire, in modo graduale, la consapevolezza che i suoni da lui emessi provocano negli altri una risposta verbale o anche fisica (carezze, baci, abbracci, etc.).
Di contro, quanto il bambino inizierà a manifestare l’intenzione di comunicare, ossia di utilizzare le parole per esprimere un concetto o un suo pensiero, il genitore, come anche il medico o lo specialista, dovrà tener conto della quantità delle parole dette e non della loro qualità.
Alcuni potrebbero interpretare questo aspetto come un voler forzare i tempi del bambino, come un voler imporre un precoce sviluppo del linguaggio.
Una preoccupazione più che giusta che la logopedista ha valutato e spiegato ampiamente nell’ultima parte del video ricordando, come detto in precedenza, l’importanza dell’individualità del bambino.
Quindi, se avete dubbi sullo sviluppo del linguaggio di vostro figlio e volete conoscere meglio le sue fasi, allora guardate questo video:
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