Nasce prematuro il bambino che viene alla luce prima della 37esima settimana di gestazione. Una nascita prematura o pretermine (ovvero prima del termine della gravidanza che è fisiologicamente di 40 settimane) ha tante più conseguenze quante più settimane mancano al compimento della gestazione. È chiaro che tutto ciò che consegue alla nascita, in termini funzionali e di sviluppo del bambino, come la necessità di un’alimentazione assistita o, peggio, di una respirazione meccanica, dipende dall’immaturità degli organi del piccolo che non hanno avuto il tempo di svilupparsi fisiologicamente nel ventre.
Curtis Zy-Keith è il più piccolo prematuro mai sopravvissuto
Curtis è venuto alla luce all’età gestazionale di 21 settimane e 1 giorno, superando di sole 24 ore il precedente bebè da record, Richard Hutchinson, nato dopo una gravidanza di 21 settimane e 2 giorni.
Curtis ha aperto gli occhi sul mondo il 5 luglio 2020 con ben 19 settimane di anticipo sulla tabella gestazionale e un peso alla nascita di appena 420 grammi. Sua madre, Michelle Butler, è entrata in travaglio inaspettatamente, non era preparata al parto quando ha dato alla luce i suoi due gemelli: Curtis e C’Asya, meno ancora era preparata al lutto: la gemella di Curtis non è sopravvissuta a una nascita così anticipata, la piccola è volata in cielo 24 ore dopo aver visto la luce.
Le prime cure prestate a Curtis sono state compassionevoli, ai genitori è stato permesso di tenerlo in braccio e di coccolarlo ma nella consapevolezza di accompagnarlo verso il suo ultimo viaggio, l’unico che i medici vedevano possibile per un bambino così fragile e minuscolo. La percentuale stimata di sopravvivenza, stando al parere dei dottori, si assestava per Curtis intorno all’ 1%, contro ogni aspettativa questo neonato si è aggrappato alla vita e ce l’ha fatta. Le foto del bambino oggi, dopo 16 mesi da questa nascita straordinaria, sono un inno alla vita.
Come avviene spesso per i bambini prematuri anche Curtis è rimasto a lungo in TIN: 275 giorni di ospedale hanno segnato il suo ingresso nel mondo.
La mamma non dimenticherà mai quando lo ha portato a casa: il più piccolo prematuro mai sopravvissuto era diventato, faticosamente, e in parte miracolosamente, un bambino pronto a condividere la quotidianità con i suoi fratelli maggiori. A Curtis resta un sondino alimentare e ha ancora bisogno di apporto supplementare di ossigeno, ma, tenuto conto delle aspettative sulla sua sopravvivenza e salute, la sua attuale situazione è più che confortante.
Colpisce la dichiarazione del dottor Brian Sims, neonatologo dell’Università dell’Alabama a Birmingham, che, dopo aver seguito il parto, ha detto al Guinness World Records: “Lo faccio da quasi 20 anni, ma non ho mai visto un bambino così piccolo e prematuramente nato essere forte come lui. Curtis aveva qualcosa di speciale. “
Celebrare i bambini prematuri e le loro mamme vuol dire riconoscere alla vita la sua prorompente forza.