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Come spiegare la morte di un animale ai bambini

Spiegare la morte di un animale ai bambini: affrontare il lutto per la perdita dell'animale domestico dai 3 anni ai 12 anni + consigli pratici per i genitori

di Federica Federico

31 Luglio 2023

spiegare la morte di un animale ai bambini

Chiara Ferragni ha detto addio a Mati, il suo cane, la sua fedele amica a quattro zampe, la sua bambina, un bulldog francese sconfitto da un cancro dopo 13 anni di vita accanto all’influencer. “Il cane di “Chiara Ferragni” della canzone di Fedez del 2016,”Vorrei ma non posto”, le ha segnato la vita imprimendo un’impronta d’amore che oggi resterà anche nel cuore di suo marito e dei suoi bambini. Dopo il matrimonio e la nascita di Leo e Vittoria, Matilda è, infatti, diventata “il cane della famiglia Ferragnez”. Nell’addio alla sua amata bulldog francese, Chiara Ferragni, nelle vesti di mamma, introduce anche il tema del come spiegare la morte di un animale ai bambini.

 

Le parole con cui Chiara le ha detto addio a Mati hanno descritto e celebrato il cane: “Sei stata la mia bambina ed allo stesso tempo la mia amica pronta a farmi sempre compagnia e a farmi sentire amata quando più ne avevo bisogno. Mi bastava abbracciarti e sentire il tuo profumo per sentirmi a casa perchè è proprio quello che sei stata sempre: la mia famiglia.”
E aggiunge “Ci pensi se non fossi stata la mia Matildona come poteva essere diversa la mia vita? Quando ti ho scelta, ancora ragazzina, mai avrei pensato che avresti conosciuto i miei bambini, ed invece sei stata stupenda anche nel ruolo di “sorella maggiore”: hai regalato loro l’esperienza di amore incondizionato verso un animale che diventa famiglia”.

 

Infine quella parte della relazione con Mati che coinvolge Leo: “Ieri, dopo averti salutata per l’ultima volta ho provato a spiegare a Leo che eri andata in cielo e ci avresti sempre protetti da una nuvoletta lassù. E lui mi ha chiesto come potevamo riconoscere la nuvola perché così potevamo salutarti sempre anche noi.

Come spiegare la morte di un animale ai bambini

Ho scelto di riflettere con voi sulla morte di Matilda non per caso, chi non l’ha vista nella relazione con i bambini di Chiara e Fedez? Inoltre l’addio della Ferragni è la descrizione perfetta del lutto per la perdita di un cane o di un gatto, Chiara chiama Mati: bambina, amica, sorella maggiore e a conclusione di tutto, insieme a Leo, sceglie una nuvola ove collocare idealmente Matilda e attraverso cui poterla salutare.

 

Ebbene, come dimostrano i termini appena elencati, l’animale domestico diventa parte attiva (ovvero membro) della famiglia. Chi condivide la vita con un amico a quattro zampe apprezza questa appartenenza, mentre chi non ha mai vissuto questa esperienza potrebbe correre il rischio di minimizzare il potere della relazione umano-animale. Essa ha però implicazioni psicologiche importanti che ne spiegano la cementificazione: tutto sta nel care, ovvero nella cura.

 

Perché soffriamo tanto quanto muore il cane o il gatto di casa

L’enorme sofferenza che discende dalla morte del nostro cane o del nostro gatto ha a che fare con l’attivazione cerebrale dei circuiti di cura genitoriale (accudimento e protezione). Dinnanzi all’animale domestico, infatti, si accendono e funzionano gli stessi meccanismi neuro-cerebrali deputati all’accudimento di un bambino con tutto il carico di responsabilità, affetto e attenzioni che ne consegue.

 

Il care, proporzionato a età e competenze, interessa anche i bambini che entrano in relazione con l’animale domestico. Pertanto perderlo equivale a soffrire il lutto per la morte di un eterno bambino, l’animale è l’ “oggetto”, o per meglio dire la destinazione, del nostro curare.

 

L’importanza della cura

A discapito di quello che si pensa dell’essere umano moderno, ritenuto spesso egoista e individualista, noi tutti, intesi come appartenenti alla specie umana, abbiamo bisogno di fare esercizio di cura.

 


La cura è catartica, ci aiuta a conquistare più alti livelli di purezza interiore dimostrandoci che donare ha un potere bidirezionale.

 
spiegare la morte di un animale ai bambini. Fonte immagine 123RF.com con licenza d'uso
Consigli per spiegare la morte di un animale ai bambini. Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso

Mai negare il dolore per la morte di un cane o di un gatto o di un altro animale domestico

Posto che l’azione stessa del prendersi cura cementifica la relazione con l’animale e i sentimenti che ne discendono; posto che il cane o il gatto diventano figli-fratelli o sorelle per il solo fatto che entrano in questo rapporto di care e scambio affettivo, per spiegare ai bambini la morte di un animale è innanzitutto necessario accogliere il dolore e accettarne l’umanità anche se ha come fulcro un amico peloso.

 

Era solo un animale”, come non cadere nella trappola della negazione o minimizzazione della sofferenza

Accade spesso ai bambini, ma può succedere pure agli adulti: negare il dolore, annegarlo in altri pensieri, alzare un muro, nasconderlo, non voler più parlare del cane o del gatto, rifiutare l’idea della morte dell’animale.
Questo atteggiamento è tossico e quando se ne riconoscono i segnali spia vanno “curati”.

 

Come genitori abbiamo anche il compito di dimostrare ai bambini che soffrire fa parte della vita, riuscendo tuttavia a gestire e indirizzare i sentimenti. Soprattutto davanti ai bambini più piccoli, che massimamente apprendono per osmosi, è consigliabile non avere razioni incontrollate: non mangiare, lasciarsi andare, restare a lungo nel letto. Anche se l’abbandono a se stessi può essere una richiesta del nostro cuore , di conseguenza del nostro corpo, anche se in un’ottica adulta ne prevediamo il carattere temporaneo e transitorio, nei bambini una simile destabilizzazione vissuta dall’adulto può letteralmente risuonare e condizionare la loro stessa capacità di reagire e resistere al dolore.

 

Per i bambini l’esperienza della morte di un animale è una prova di elaborazione del lutto mediata dalla comprensione del ciclo della vita, comunemente gli animali hanno una vita media assai più breve della nostra e accede che il lutto per un amico a quattro zampe sia il primo che il bambino vive.

 

Bambini: affrontare il lutto per la morte di un animale, consigli per fasce d’età

L’età influenza la comprensione da parte del bambino, a fare la differenza vi sono da un lato le funzionalità neuro-cerebrali, dall’altro, non in maniera del tutto scissa dal primo fattore, vi è l’esperienza di vita.

 

Spiegare la morte di un animale ai bambini di 3 anni

Fino ai 3 anni il confine tra vita e morte è ignoto alla mente del bambino che ancora sta facendo esperienza con il concetto del visibile e dell’invisibile.
Per ragionare attraverso esempi pratici pensate al gioco del cucù o alle prime esperienze del bambino con quello del nascondino: quante volte vi è capitato di vedere bambini nascondersi dietro una tenda con il corpo in mostra dalle ginocchia in giù ma convinti di essere diventati invisibili?

 

Questo vi dimostra come i bambini molto piccoli stanno facendo esperienza con lo spazio, l’esistenza in esso, i suoi confini; insieme stanno sperimentando l’idea che ciò che non si vede può essere nascosto e non completamente scomparso. La loro inesperienza con concetti così basilari gli rende indecifrabile l’idea della morte. Questi bambini assorbiranno l’assenza del cane spostando il loro bisogno-stimolo di care, i più grandicelli, quelli vicino ai 30-36 mesi cercheranno l’animale ma si muoveranno su un continuum tra essere e non essere ancora molto vago.

 

Spiegare la morte di un animale ai bambini tra i 3 e i 6 anni

Sebbene il rapporto con lo spazio e l’esistenza in vita comincia a formarsi nella mente del bambino, in età prescolare l’idea della morte è ancora labile. I bambini che fanno esperienze di lutto tra i 3 e i 6 anni tendono a chiedere spesso quando ritornerà la persona cara o l’animale scomparso. La loro ricerca coincide con un processo di conferma dell’assenza, in quanto tale non deve destabilizzare l’adulto, al contrario le figure di rifermento devono supportare il bambino con spiegazioni sempre chiare e coerenti.

 

Tra i 6 e i 9 anni la mente del bambino riesce a elaborare e comprendere il concetto di morte

Se fino ai 9 anni circa l’idea della morte si scontra con una immaturità funzionale a incasellare e immaginare il “per sempre”, tra i 9 e i 12 anni, invece, il bambino affronta il lutto identificandolo per ciò che realmente è: la perdita definitiva della persona cara o dell’animale tanto amato. In questa fascia d’età è probabile che il bambino cominci a negare il dolore per sfuggire alla sofferenza che provoca.

 

Per quanto matura, l’dea della irreversibilità della morte è particolarmente destabilizzante. Il bambino, scosso da questo sentimento pungente, si sente esposto alla sofferenza della vita e la nega col solo scopo di ripristinare il proprio equilibrio interiore nel modo più veloce e facile possibile.

 

Tra i 9 e i 12 e oltre, la negazione del dolore per la perdita dell’animale domestico può essere, quindi, un istintivo meccanismo di difesa. Questo potrebbe comportare una chiusura del ragazzo: i genitori possono osservare un ragazzino divenuto improvvisamente taciturno, schivo che non vuole celebrare il suo animale, che si chiude al dialogo e che non versa una lacrima. In questi casi il dolore va condiviso col giusto tatto e partendo dalla verbalizzazione dei nostri stessi sentimenti: come genitori partiamo del come ci sentiamo noi e come stiamo vivendo l’assenza e la mancanza. Questo dialogo strutturerà una aggregazione familiare nell’addio all’amico a quattro zampe.

 
spiegare la morte di un animale ai bambini. Fonte immagine 123RF.com con licenza d'uso
Lutto: la morte di un animale domestico e la celebrazione dell’amore – Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso

Spiegare la morte di un animale ai bambini educandoli alla celebrazione dell’amore

Il dolore non va negato ma manifestato; allo stesso modo l’amico a quattro zampe non va derubricato come un animale ma va celebrato, anche lui ha diritto ad un “funerale emotivo” che favorisca l’elaborazione del lutto e si parte dal ricordarlo per ciò di bello che ha fatto e rappresento.

 

Cosa dire ai bambini circa la morte dell’animale domestico

I bambini che perdono un animale domestico, esattamente come i bambini e gli adulti che affrontano un lutto, hanno innanzitutto bisogno di ascolto: cara mamma e caro papà, metti in condivisione il tuo dolore e renditi disponibile all’accoglienza di quello di tuo figlio. Mettersi in ascolto non vuol dire solo ricevere le parole del bambino-ragazzo ma percepirne i sentimenti anche attraverso i molti linguaggi non verbali che manifesta.

 

A domanda risposta: aspettate che i dubbi dei figli affiorino da soli e rispondete con sincerità alle loro domande cercando di non tradire il vostro credo e i vostri convincimenti. In una visione religiosa della vita, per esempio, un cane ci attende in un paradiso in cui può essere felice e vegliare su di noi, in una visione laica la sua vita e la nostra appartengono ad un ciclo che va dal seme all’albero, al frutto e torna di nuovo al seme.

 

Eutanasia del cane o del gatto

Un paragrafo a parte merita l’eutanasia del cane o del gatto.
Nella nostra cultura, pervasa dall’attaccamento alla vita, l’eutanasia è associata ad una azione egoistica, ma le cose non stanno così: non è solo un non poter vedere il cane o il gatto in sofferenza, la scelta della morte dolce è anche un sottrarre l’amico amato al dolore garantendogli un trapasso sereno.

 

Quando la vostra vita con l’animale è stata ricca e felice e se dovete affrontare la scelta dolorosa di accompagnarlo alla morte, tenete conto di due fattori che segneranno il vostro
lutto:

  • partecipate alla sua dipartita, non negate né all’animale né a voi la presenza e la costanza dell’amore condiviso in vita;
  • se potete fate in modo che la fine arrivi in casa, negli stessi luoghi dove siete vissuti nella gioia. In questo caso anche la partecipazione dei bambini più grandi può essere diversa e più attiva. A discapito del dolore del momento, accompagnare l’animale alla morte è una facilitazione nella elaborazione del lutto.
 

Quando sapete che il momento sta arrivando, cercate di preparare i bambini all’evento. Frasi come “capirai quando sarai grande” o “un giorno te ne renderai conto” non spiegano la morte né aiutano il bambino ad attraversare il suo dolore, sappiatelo. Questo per dire con chiarezza che è nostro compito rispondere anche alle domande più difficili come quelle sulla malattia e la sofferenza del cane.

 

Abbiate cura del lutto dei bambini, merita un processo di decodifica che vi chiamerà in causa, spesso non c’è una risposta giusta e nemmeno una migliore di altre da dare al bambino, quando vi trovate in difficoltà rispondete col cuore.



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