All’indomani degli attentati terroristici in Sri Lanka, è una giornalista, fisicamente presente a Negombo, a descrivere lo strazio della morte della più piccola vittima delle esplosioni kamikaze: aveva 11 mesi il bimbo morto insieme a tutta la sua famiglia nella domenica di Pasqua nella chiesa di San Sebastiano, la stessa in cui le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno consegnato il volto del terrorista prima dell’esplosione.
Attentati terroristici in Sri Lanka la più piccola delle vittime aveva solo 11 mesi
Ho partecipato a un servizio funebre in cui è stata sepolta un’intera famiglia di cinque persone, con un minore di 11 mesi. Gli altri due figli avevano 6 e 4 anni. Non riuscivo a trattenere le lacrime mentre guardavo le bare abbassarsi nella terra del cimitero di Kadirana.
Queste le parole che la giovane giornalista Rukshana Rizwie affida al mondo attraverso Twitter.
It’s been a very heartbreaking day in Negombo. Attended a funeral service where a family of five, with the youngest being an infant of 11 months was buried. The other two were 6 and 4. Could not hold back tears as I watched the coffins being lowered at Kadirana cemetery #lka pic.twitter.com/APN4rRrd12
— Rukshana Rizwie (@ARRukshana) 23 aprile 2019
Sono 45 i bambini strappati da questa terra a causa degli attentati terroristici in Sri Lanka, non si contano ancora gli orfani di padre, di madre o di entrambi i genitori. Basta quest’immagine di morte a dare l’idea e la misura di una strage a cui conseguirà ancora tanto e tanto dolore.
L’idea della famiglia distrutta che Rukshana Rizwie posta su Twitter è emblematica:
Fernando, 42 anni, è morto con sua moglie e i suoi tre figli, era un papà amorevole e premuroso.
Un amico di infanzia lo descrive come un giovane timorato di Dio, cresciuto in una fede che nella vita è stata la sua forza, da ragazzo portava con sé una bibbia, da uomo ha costruito una famiglia e pianto la perdita dei genitori. Insomma un uomo buono e dedito alla sua casa, come tanti! Dunque, la sua unica colpa è stata professare una fede? Essere in Chiesa nel giorno in cui si celebra la rinascita? Come può questo segnare la morte di un uomo per mano di altri uomini?
Gli attentati terroristici in Sri Lanka lasciano aperti questi interrogativi come uno squarcio etico sulla pelle del mondo.
Nell’attacco alla chiesa di san Sebastiano a Necombo la famiglia di Fernando è morta insieme ad altre 105 persone, 110 in tutto le vite umane spazzate via in un solo istante di terrore, proprio lì nel luogo della fede e della speranza.
Attentati terroristici in Sri Lanka, i bambini
I numeri riguardo i bambini sono particolarmente dolorosi:
- 27 bambini sono morti e 10 sono stati feriti durante l’esplosione nella chiesa di San Sebastiano a Negombo;
- 13 bambini sono morti a Batticaloa, lì il più piccolo aveva 18 mesi;
- 15 bambini tra i 7 e i 16 anni stanno ricevendo cure in ospedale a Batticaloa;
- 5 bambini di nazionalità straniera sono morti;
- 20 bambini sono ricoverati in ospedale a Colombo, di questi quattro si trovano nel reparto di terapia intensiva.
Le otto esplosioni nelle chiese e negli hotel dello Sri Lanka hanno ucciso 310 persone e hanno ferito oltre 500 tra uomini, donne e bambini, uno scempio disumano.