Siamo come farfalle, le farfalle di Rita Levi Montalcini, di loro la scienziata diceva: “Un battito di ali di una farfalla, nella foresta dell’Amazzonia, può provocare, anche a distanza di tempo, un uragano al polo opposto del mondo“.
La Montalcini intendeva sottolineare come la natura sia in un continuum che non si può interrompere né negare. Oggi, stando a casa, il nostro silenzioso batter d’ali può e deve provocare il più grande e importante degli uragani: quello che spazzi via il Covid-19 e il virus che lo determina.
Siamo come farfalle, il nostro volo è silenzioso e breve, sussurriamo nel fare ciò che siamo chiamate a compire, ovvero rimanere in casa, eppure la nostra continuità col respiro del mondo è oggi essenziale ed è vita.
E’ questa continuità col tutto, a cui siamo partecipi nel sacrificio di restare nelle nostre case, privati della consueta libertà, che deve persuaderci a resistere, a lottare e a vincere.
Siamo come farfalle, ma non dobbiamo avere paura della pura delle nostre ali fragili.
Immaginate che una farfalla non abbia timore nell’affrontare il vento di un volo sorretto solo da ali lievi? Ne ha, eppure vola.
La paura è oggi un sentimento diffuso e comune, è gemella dell’incertezza in cui ci sentiamo isolati ed è figlia dell’insicurezza e della fame d’abbracci e affetti. Tuttavia è nostro compito affrontare la paura e verbalizzarla, raccontarla come un sentimento da mutare e ricostruire piuttosto che come qualcosa a cui sfuggire. Non si sfugge alla paura, la paura si affronta con la consapevolezza che il domani ci attende.
Ogni farfalla disegna un’immagine nel suo volo, a noi spetta il compito di disegnare nella nostra mente progetti che come l’onda di un mare appena proteso verso la spiaggia bagnino di sé i figli e la famiglia.
Perciò se avete paura datevi un progetto mentale, promettetevi qualcosa, stabilite un obiettivo positivo per voi e per i vostri figli.
L’uomo non si ferma finché rincorre un sogno, ricordatelo.