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Non toccare i neonati: perché i neonati non si toccano

di Federica Federico

02 Dicembre 2021

Bisognerebbe dirlo a tutti, amici e parenti: non toccare i neonati è una scelta di cautela e rispetto. Il bambino nasce vulnerabile poiché ha un corredo immunitario immaturo che lo espone più facilmente all’aggressione di virus e batteri.

 

Le mamme hanno da sempre subito e combattuto l’invadenza dei “toccatori seriali di bambini”, parenti e amici che si spingono a toccare, accarezzare, se non baciare i neonati, come mossi da un irrefrenabile passione per “gli appena nati”. I bebè non sono, però, bambolotti e la regola di non toccare i neonati dovrebbe valere pressoché per tutti ed essere comunemente accettata. La pandemia ha minimizzato il problema perché ha imposto delle regole di vita sociale e relazionale diverse da quelle che ci hanno accompagnato sino ad ora. Tuttavia il minore livello di allerta degli ultimi mesi ha favorito un ritorno alle vecchie (e se vogliamo anche pessime) abitudini. In modo particolare quest’anno sono cresciuti i casi di bronchiolite, affezione delle vie respiratorie che nel 75% dei casi dipende dal virus respiratorio sinciziale (VRS).

 

Non toccare i neonati

Non toccare i neonati, cautele e pericoli.
Diritto d’autore: anzebizjan ©123RF.com con licenza d’uso

 

Non toccare i neonati: per proteggere il loro spazio da contaminazioni potenzialmente aggressive e a tutela della loro salute

Più un bambino è piccolo più un’infezione, in modo particolare un’infezione respiratoria o gastrointestinale, ha buone chance di diventare aggressiva perché non trova muri e difese immunitarie già predisposti e sviluppati. Quindi, per logica deduzione, i prematuri sono i bimbi a cui assicurare la massima attenzione, seguono i neonati e i bimbi piccolini che a poco poco costruiranno le loro fisiologiche immunità.

 

Tutti i virus stagionali, quindi tipici dell’inverno, influenzali e parainfluenzali, possono essere pericolosi per i bimbi piccolissimi. Il vettore di queste malattie sono i droplet, ovvero le minuscole goccioline di muco e saliva – o genericamente i liquidi fisiologici infetti – emessi attraverso naso e bocca da un soggetto portatore del patogeno. Può determinare il contagio:

  • una persona malata e sintomatica (chi starnutisce e ha la tosse);
  • entro certi termini e tempi, una persona con la malattia in incubazione;
  • un ammalato asintomatico o paucisintomatico (chi ha pochi sintomi e poco rilevanti).

 

Il latte di mamma è il primo mattonino della muraglia difensiva del bambino, infatti la mamma, anche se raffreddata o ammalata (e fatto salvo l’uso di particolari farmaci e l’indicazione del medico) non dovrebbe mai smettere di allattare, potendo usare l’accortezza di indossare la mascherina durante le poppate.

 

Non toccare i neonati, adesso più che mai perchè la pandemia ci ha reso più vulnerabili

La pandemia ha isolato anche le mamme. In modo particolare, quelle incinte e quelle che allattavano durante l’inverno scorso non sono venute in contatto, loro stesse, con i virus stagionali, questo ha avuto una conseguenza sui bambini: la mancata infezione delle mamme non ha permesso al feto o al lattante di assorbire gli anticorpi materni durante la gravidanza e l’allattamento. Di fatto il mancato contatto con una stagione di virus (si potrebbe dire anche una stagione e mezzo) ha masssimizzato i rischi e l’esposizione per i piccoli nati: è venuto a mancare l’allenamento immunologico stagionale. E questo spiega il grande numero di contagi e la virulenza che la bronchiolite sta manifestano quest’anno.

 

Bronchiolite bambini che cos'è e come riconoscere i sintomi

 

Non toccare i neonati, gli estranei e i parenti devono conoscere i rischi

Gli estranei, in certi casi anche i familiari e persino quelli stretti, non dovrebbero mai toccare i neonati: le mani sono vettori delle suddette infezioni perché è con estrema facilità che vengono a contatto con i droplet. La saliva o il muco, per esempio, cadono sulla scrivania e nello stesso punto poggiamo le mani; con le mani usiamo il fazzoletto con cui puliamo il naso; senza contare l’innumerevole quantità di oggetti che maneggiamo.

Comunemente sono le mani degli adulti a portare i virus e i batteri letteralmente sul bebè cagionando i contagi. Ciò rende essenziale lavarsi le mani prima di toccare il neonato.

 

La prima regola di igiene è lavarsi le mani prima di toccare il neonato, la mamma può e deve chiedere questa azione come atto di cortesia. Mentre, laddove non ci sia una necessità reale per cui il bimbo debba essere toccato o preso in braccio, i genitori possono domandare a chiunque la gentilezza di mantenere le distanze.

 

Complice la diffusione della bronchiolite e la storicità del periodo, siamo ancora in pandemia, si stanno diffondendo cartelli per non toccare i neonati; in tutto il mondo le mamme ne stanno facendo uso: “Il neonato si guarda ma non si tocca, grazie!” Un semplice messaggio dissuasivo rivolto a chi non resiste al richiamo fragile del bebè.

 

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Come e quando lavare le mani a tutela dei bebè

Chiunque si prende cura del neonato deve lavare le mani! Il lavaggio delle mani è una pratica igienica che richiede delle attenzioni: le mani non si lavano senza sapone e non si lavano ad acqua fredda (nemmeno bollente),vanno insaponate con cura intrecciandole tra loro e strofinando dorso, palmo e tra le dita. Nel lavaggio delle mani non va trascurata la pulizia delle unghie che devono essere mantenute corte da parte di chi si prende cura dei neonati. Per lavare bene le mani ci vogliono circa 40 secondi.

 

Anche la mamma e il papà dovranno sempre lavare le mani prima di ogni atto di accudimento del bambino: poppata, cambio pannolino, bagnetto, eccetera.Il lavaggio delle mani deve diventare più frequente quando uno dei genitori o il fratellino maggiore sono raffreddati, con particolare cura alla detenzione delle mani dopo aver soffiato il naso, ciò onde evitare di contaminare il bambino e il suo ambiente più prossimo.

 

Sbagliamo quando tocchiamo le manine e i piedini dei neonati

Sopratutto le persone più anziane tendono toccare i neonati, manine e piedini in modo particolare, adducendo a scusante del loro comportamento il controllo della temperatura corporea del bebè. I bambini hanno una irrorazione sanguigna dei terminali degli arti minore rispetto agli adulti e ai bambini più grandicelli, complice anche la minore motilità, è normale che piedini e manine siano più freddi. Tenetene conto e fatelo presente.

I baci ai neonati sono, infine, l’azione più a rischio contagio e, tenuto conto di quanto sin qui esposto, vanno evitati in assoluto.

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