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Morte di Loris Stival: il Racconto Choc di Veronica Panarello

di Federica Federico

25 Novembre 2015

Veronica Panarello cede al peso della colpa e della disperazione e rivela i più dolorosi dettagli della morte di Loris Stival, nel farlo riconduce tutto a un’ipotesi non delittuosa, infatti ammette l’occultamente ma non l’omicidio del bambino e disegna la scena di un incidente imprevisto e irreparabile.

Il 29 novembre 2014, la morte di Loris Stival è avvenuta nella casa paterna, dove mamma Veronica ritornò dopo avere accompagnato a scuola il figlio minore e dove Loris l’attendeva.

Veronica Panarello cede al peso della colpa e della disperazione e rivela i più dolorosi dettagli della morte di Loris Stival

Veronica Panarello, dunque, ha sempre mentito: nella tragica mattina della sua morte, il 29 novembre 2014, Loris non è mai andato a scuola. Il bambino scese dall’auto materna e rientrò a casa, da solo e vestito come se dovesse andare a scuola: col grembiule e lo zainetto giallo (quello che tanto aiuterebbe il lavoro degli inquirenti e che mai è stato ritrovato). Veronica Panarello accompagnò a scuola il figlio più piccolo e rientrò a casa parcheggiando la macchina non per strada, come faceva di solito, ma nel garage.

Mamma Veronica rivela che la morte di Loris sarebbe avvenuta mentre il bambino giocava nella sua stanzetta, lì, dietro la porta socchiusa e nel silenzio di una mattina “normale”, Loris avrebbe perso la vita cingendosi collo e polsi con delle fascette di plastica da elettricista.

Veronica Panarello cede al peso della colpa e della disperazione e rivela i più dolorosi dettagli della morte di Loris Stival

E’ l’ANSA a riportare le esatte parole di Mamma Veronica, quelle liberate dinnanzi ai magistrati della Procura di Ragusa: ”(Loris ndr.) Era in piedi, con il busto reclinato in avanti e la mani poggiate sul petto, ho pensato che avesse difficoltà a respirare per avere ingerito qualcosa che gli era andato di traverso“.

Ma la bocca serrata, il volto violaceo, il respiro assente e la rigidità del corpo avrebbero subito svelato agli occhi increduli di mamma Veronica un’altra drammatica verità, quando il piccolo si accasciò in posizione supina, Veronica Panarello notò che il collo era cinto da una fascetta da elettricista e un’altra gli cingeva i polsi.

Questa la nuova ricostruzione delle circostanze che portarono alla morte di Loris Stival, i fatti nell’ultimo racconto di mammaVeronica Panarello.

Qualche cosa però non torna: il bambino aveva 8 anni e la mamma dichiara che giocava con materiale pericoloso da solo e dietro la porta socchiusa della sua camera, a detta della donna, già la sera precedente Loris avrebbe maneggiato quelle fascette.

Veronica Panarello cede al peso della colpa e della disperazione e rivela i più dolorosi dettagli della morte di Loris Stival

  • E’ possibile che nessun adulto abbia considerato la pericolosità di quel materiale?
  • Perché mai un bimbo di 8 anni, che già ha coscienza del suo corpo, avrebbe dovuto stringere una fascetta da elettricista intorno al suo stesso collo?
  • Con i polsi serrati da una fascetta il bambino avrebbe potuto muoversi, agire ed anche strangolare se stesso con un’altra o più altre fascette da elettricista?

Queste domande rimangono aperte, e certamente rappresentano punti da chiarire per raggiungere la verità sulla morte di Loris Stival.

La maggiore criticità della ricostruzione di Veronica Panrello sta nelle fasi successive alla morte del piccolo Loris: il racconto si fa critico e scioccante quando la donna, mamma del bambino, ammette che per paura avrebbe occultato il cadavere di suo figlio.

Il primo istinto – sostiene mamma Veronica davanti ai Pm -, è stato quello di chiamare aiuto con il cellulare, ma, mi sono bloccata”, la donna sarebbe stata colta da una incredibile paura di giustificare l’accaduto.

Malgrado la paura, però, Veronica avrebbe deciso di nascondere il cadavere del figlio: “Mi sono diretta verso Punta Secca non sapendo ancora dove andare, combattuta tra chiedere soccorso e il dubbio su come avrei potuto giustificare l’accaduto“.

Va detto che l’occultamento del cadavere di Loris sarebbe stato possibile perché passando dal garage nessuno avrebbe potuto vedere mamma Veronica mentre caricava in auto il piccolo corpicino. E questo è un dettaglio chiave anche nell’impianto accusatorio.

Veronica Panarello cede al peso della colpa e della disperazione e rivela i più dolorosi dettagli della morte di Loris Stival

Infine la deposizione delle povere spoglie di Loris presso il canalone nell’area del Mulino Vecchio. Di lì La donna sarebbe tornata a casa per raccogliere le prove della morte di Loris: indumenti e zaino che avrebbe gettati tra le campagne mentre andava al corso di cucina.

Nella ricostruzione che la Panarello fa della morte di Loris Stival, anche qui qualche cosa non torna: è difficile pensare che il bambino morendo non abbia liberato liquidi fisiologici ovvero non si sia bagnato; la versione di mamma Veronica non risolve il mistero delle mutandine di Loris; non si capisce come mai la Panarello avesse parcheggiato in garage, pur non essendo solita farlo; e, sopra ogni altra cosa, non si comprende come una madre possa cedere all’ansia di non essere accusata piuttosto che urlare disperatamente la sua richiesta d’aiuto.

Veronica Panarello continua a sostenere di aver rimosso tutto, di essere rimasta per lungo tempo senza il ricordo di quelle ore: sulla strada per il Castello di Donna Fugata mamma Veronica di sarebbe convinta di aver fatto solo “un brutto sogno”.



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