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Come Capire il Neonato che Piange

di Federica Federico

14 Dicembre 2016

L’arrivo di un neonato segna un vero e proprio cambio di vita per mamma e papà!

Il bambino che esce dal pancione è un essere vivente non autonomo ma carico di esigenze vitali da assecondare ed è alla mamma che il bebè chiede la soddisfazione di tutti i suoi bisogni.

La neomamma si domanda spesso come capire il neonato che piange, come interpretarne i lamenti, le smorfie, le movenze e come rispondere al meglio ai suoi piccoli ma essenziali bisogni.

Inizialmente la comprensione del bambino può apparire difficile, come può sembrarne complessa la gestione. In realtà il bebè è ben capace di lanciare segnali univoci e chiari, facili da cogliere e semplici da interpretare.

come capire il neonato che piange

Il primo consiglio da dare alle mamme è quello di liberarsi da eccessive sovrastrutture (anche culturali) e cercare di costruire col bebè un’intesa istintuale fatta di affetto e articolata su un linguaggio corporeo e fatto di sguardi.

Come capire il neonato che piange: 1 – alimentazione

Spesso si consiglia alle mamme di non cadere nella trappola dei paragoni perché “ogni bimbo è a sé”. L’unicità del bambino, però, si dimentica quando si parla di alimentazione.

Ci sono bambini che ciucciano pochi minuti e poi si addormentano al seno;

ci sono bebè che mangiano tanto e dormono poco;

alcuni neonati seppure alimentati con il biberon non sempre succhiano fino all’ultima goccia di latte;

certi bimbi per quanto piccolissimi mangerebbero sempre o, per meglio dire, non sembrano mai sazi, mentre altri vengono svegliati dalla mamme quando è ora della poppata.

Ogni bimbo è a sè, unico e inconfondibile”,questo saggio consiglio non dovrebbe mai essere dimenticato, nemmeno quando la discussione si sposta sul versante dell’alimentazione del neonato.

 

La metrica della crescita è il solo temine di paragone che una mamma deve tener presente nello sviluppo del proprio bambino e nella considerazione del rapporto alimentazione – buona salute.

 

Pesare il neonato prima e dopo la poppata non serve e nemmeno è proficuo pesarlo tutti i giorni. E’ sufficiente una pesata alla settimana, alla stessa ora, solo col body e nella medesima “condizione di fame” (ovvero o sempre a stomaco pieno o sempre a stomaco vuoto).

 

Vale la pena ricordare anche che un bebè alimentato al seno materno non ha bisogno di orari. Si dice comunemente che il bambino si autoregola e che il seno della mamma, producendo il nutrimento, segue i bisogni del bebè.

 

Le neomamme si chiedono assai frequentemente come capire il neonato che piange perché ha fame e si chiedono, in modo più specifico, come distinguere la fame dal capriccio.

Il neonato non fa capricci e nemmeno è possibile viziare un bebè tanto piccolino. Il bambino alimentato al seno nel chiedere il petto della mamma non domanda solo nutrimento per crescere ma fa richiesta anche di conforto per abituarsi alla vita extra-uterina e per prepararsi ad andare per il mondo da solo.

 

Il conforto che una mamma può assicurare al suo bambino per il tramite del seno è assoluto, unico importantissimo, pertanto nessuna madre dovrebbe mai temere di assecondare il neonato che chieda il petto, qualunque sia l’ ”uso” che il bombo voglia farne.

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Come capire il neonato che piange: 2 – ruttino

Mangiando il bambino può incamerare aria e ciò vale sia per l’alimentazione al seno materno che per quella al biberon. L’aria favorisce i rigurgiti, aggrava la digestione e massimizza la possibilità di colichette e difficoltà nell’evacuazione delle feci. Per espellere l’aria dalla pancia e riposare meglio dopo ogni poppata è bene che il bebè faccia il ruttino.

Cara mamma e caro papà, muniti di un telino di lino appoggiato sulla vostra spalla (presidio pratico anti rigurgito) sostenere il bebè mantenendolo sotto il pannolino, fate sì che la sua testina sia appoggiata sulla vostra spalla, esattamente dove avete adagiato il telo, e sollecitando la schiena con lievi tocchi, attendete il ruttino.

Fate questo dopo ogni poppata. Se il bebè è soggetto a rigurgiti o coliche potete farlo anche a metà poppata e nell’alternanza tra un seno e l’altro.

Come capire il neonato il neonato che piange: 3 – bagnetto

E’ difficile che il neonato disdegni il bagnetto, di norma l’acqua ricorda l’ambiente uterino, pertanto è facile che il piccolo si senta confortato dal bagno. In questo senso, spesso si parla dell’effetto tranquillizzante che il bagnato esercita sui bebè.

 

Se il bimbo piange o si lamenta durante il bagnetto, la causa potrebbe risiedere in fattori ambientali di disturbo: acqua troppo fredda o troppo calda; ambiente esterno troppo freddo o troppo surriscaldato; posizione scorretta.

Qual è la temperatura giusta per il bagnetto del neonato?

Cara mamma e caro papà quando preparate la vaschetta per il bebè sopiate che la temperatura ideale dell’acqua oscilla tra i 37 e i 38 gradi.

Se avete un termometro usatelo! Ma sappiate che non è uno strumento indispensabile, basta immergere il gomito nell’acqua per valutarne la temperatura.

Qual è la posizione giusta durante il bagnetto?

Il bambino va sorretto col braccio dietro la testa e la mano della mamma deve delicatamente stringere una presa a C tra l’ascella e la spalla del bebè.

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Il bimbo non dovrebbe mai rimanere immerso nella vasca per troppo tempo, l’acqua tende raffreddarsi assai velocemente pertanto il bagnato dovrebbe essere un veloce rito di rilassamento.

 

L’ambiente esterno non deve essere freddo ma nemmeno eccessivamente riscaldato, nel riscaldamento dell’aria va tenuto conto del tasso di umidità per cui il consiglio è quello di evitare strumenti sì utili a riscaldare ma capaci di seccare oltremodo l’aria.

Care mamme, prima di immergere il bambino nell’acqua, abbiate cura di avere tutto a portata di mano: Accappatoio, ascigamani, vestitini, pannolino e creme.

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Come capire il neonato che piange: 4 – pannolino e cambio

Il neonato piange quando il popo è rosso, quando la pipì inzuppa il pannolino, quando ha fatto la cacca e deve essere cambiato.

 

Il pianto del neonato che dipenda da questi fattori può ben essere evitato anticipatamente con un cambio sistematico: i bambini consumano circa 12 pannolini al giorno, pertanto un cambio pannolino ogni 2 ore, almeno durante il giorno, evita che un eccesso di urina o feci infastidisca il piccolo e minimizza i rischi da arrossamento.

 

Per prevenire gli arrossamenti, che di per sè infastidscono e stimolano il pianto, è beni sciacquare il bebè ad ogni cambio pannolino.

 

L’acqua è ideale per pulire il neonato dopo ogni cambio, pertanto se l’eccesso di feci può ben essere rimosso con salviette umidificate o batuffoli di cotone, un abbondante risciacquo a acqua corrente è sempre raccomandabile.

 

Non va mai trascurata l’importanza dell’asciugatura nelle zone intime. Una buona detersione non basta a minimizzare le irritazione, è essenziale anche asciugare con cura l’area della cute che venga a contatto col pannolino. Va tenuto in debito conto il fatto che li pannetto sigilla l’area della popò e della pipì, la chiude “quanto più ermeticamente è possibile” per evitare fuoriuscite. Se quell’area di pelle resta bagnata, una volta chiusa, l’umidità che si crea all’interno del pannolino può favorire il proliferare dei microorganismi responsabili delle irritazioni.



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