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Mamma morta nella discoteca: la lettera delle sue gemelline

di Federica Federico

11 Dicembre 2018

Eleonora Girolimini, 39 anni, la mamma morta nella discoteca di Corinaldo porterà con sé nella bara una lettera “così potrà leggerla per sempre“.

 

E’ papà Paolo Curi, 43 anni, a mostrare la lettera alla stampa, si tratta di un foglio colorato “per mamma”. Su una delle due facciate c’è un disegno, quasi certamente rappresenta Lei, la mamma, grande, colorato e circondato da ciò che per un bambino rappresenta il bene e il bello: cuoricini, stelline, è farfalle.

 

Sull’altra facciata le parole di addio di due bambine, le gemelline che hanno perduto la madre nella tragedia di Corinaldo.

mamma morta nella discoteca di Corinaldo

La mamma morta nella discoteca di Corinaldo, come è stata rivelata la verità alle figlie di 7 anni?

 

Quella sera mamma Eleonora era in discoteca con la figlia maggiore, 11 anni, e il marito. I coniugi avevano accompagnato la ragazzina che aveva a cuore il concerto, gli altri figli, tre in tutto, erano a casa: due gemelline di 7 anni e un bimbo di circa due sono rimasti improvvisamente orfani di mamma.

 

Le gemelline avevano bisogno di capire cos’era intervenuto dal momento del saluto alla loro mamma a quello del “non poterla rivedere mai più”. A svelare i drammatico e irrimediabile accaduto “ci hanno pensato le psicologhe. Alle gemelline, che si chiamano Alma e Dora, hanno raccontato tutto entrando nei particolari, anche come è stata schiacciata e perché. All’inizio quel racconto a bimbe così piccole mi ha spiazzato – dichiara papà Paolo -, poi ho capito che era la via giusta. Loro chiedono, vogliono sentire, sapere. Sono piccole ma non devono essere trattate come persone che non capiscono

 

Proprio le due gemellino hanno consegnato al padre una lettera da lasciare accanto alla mamma nella bara, potrà così leggerla per sempre.

 

Cara mamma mi dispiace che sei morta. Sei la mamma migliore di tutte e mi manchi tanto …

mamma morta nella discoteca di Corinaldo

Ebbene questa mancanza enorme che nessuno potrà mai colmare né sanare resterà come una ferita eterna nel cuore di quattro figli e un marito, il bimbo più piccolo prendeva ancora il latte. Mentre le indagini proseguono e si fa luce sui motivi della strage, l’opinione pubblica conserva un compito essenziale: chiedere giustizia.

 

La parola giustizia andrà fatta riecheggiare fino alla sua piena soddisfazione, e il più grande impegno a mantenere viva la memoria delle vittime non sarà ora, mentre i riflettori sono accesi, ma quando l’attenzione mediatica affievolirà e a ciascuna famiglia resterà il suo strazio privato.



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