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Effetti della pandemia sui bambini

di Federica Federico

26 Gennaio 2021

Chi non ha figli non può percepire con reale concretezza quanta vita hanno perduto i bambini durante la quarantena e quanta ne stanno smarrendo a causa delle indispensabili restrizioni per fare fronte all’emergenza sanitaria. Gli effetti della pandemia sui bambini si coniugano col verbo perdere al passato prossimo.

 

Gli effetti della pandemia sui bambini

Gli effetti della Pandemia sui bambini – cosa hanno perso. Diritto d’autore: kozorog ©123RF.com – ID Immagine: 158541262 con licenza d’uso.

Gli effetti della pandemia sui bambini, quello che hanno perso.

 

Nel corso di questa lunga emergenza sanitaria, i bambini hanno perso:

  • il conforto della loro routine;
  • la forza dell’unione
  • ed in essa la fiducia nell’altro;
  • il beneficio dell’abbraccio;
  • la palestra esperienziale della fisicità condivisibile;
  • la promozione della cultura come avamposto del futuro sociale;
  • ciò che erano nella maglia relazionale e ciò che sentivano di poter essere nella prospettiva del domani più prossimo.

E sia chiaro che questo è un elenco non di parole ma di concrete possibilità (al momento è un elenco di reali opportunità smarrite).

 

Dal punto di vista dei bambini, l’emergenza sanitaria è divenuta emergenza sociale, in questo senso gli effetti della pandemia sui bambini pesano prevalentemente sul piano sociale e relazionale.

 

Qui non conta il fatto che i bimbi si ammalino di meno rispetto agli adulti, conta, invece, la perdita di stabilità, lo sconcerto, la consapevolezza di dover ricostruire per prove, fallimenti e successi abbozzati, una nuova realtà che garantisca la convivenza col virus. Noi adulti non siamo sempre di aiuto, talvolta siamo persino di intralcio.

 

E’ necessario un investimento sull’universo bambino che consenta alle famiglie di ricostruire una stabilità nuova intorno ai più piccoli. E’ necessaria una nuova sicurezza garantita dal mondo degli adulti, protettiva e certa.

 

Recenti ricerche hanno dimostrato un aumento dei disturbi psicologici nei bambini, dall’ansia ai più banali regressi, come anche un aumento del sovrappeso e dell’obesità infantile.

E’ tutta colpa dell’isolamento, della cessazione o, nei casi migliori, della sensibile diminuzione delle attività sportive, della noia e della perdita di sicurezze, spesso con conseguente aumento del ricorso alla consolazione del cibo. Sovente i bambini che stanno a lungo a casa e non escono per fare sport o vivere esperienze aggregative mangiano snack, merendine e dolciumi anche fuori pasto, passano ore catatoniche davanti alla Tv o affogano per lunghissimo tempo in videogiochi non sempre educativi.

 

Senza contare che gli equilibri di moltissime famiglie sono stati danneggiati dall’onda d’urto del nefasto effetto economico della pandemia: moltissimi i genitori che hanno perduto il lavoro. E si sa che le preoccupazioni finanziarie hanno un peso specifico sulla stabilità familiare e sulla possibilità dei genitori di seguire i figli, anche nel loro percorso scolastico. Maggiore è la difficoltà economica più grande diventa il divario e l’arretratezza culturale, questo è un dato di fatto sempre importante, più che mai in questo momento storico.

Il Paese Italia è tornato, in molte case, zone e ceti sociali, in una condizione di marginalità: in tanti hanno necessità di ricercare il pane quotidiano. Per quanto questa affermazione possa sembrare cruenta, la situazione tale è e gli effetti della pandemia sui bambini hanno a che fare anche con l’aumentata povertà.

 

L’incremento della povertà è sì tanto grave da determinare:

  • la partecipazione a singhiozzo dei giovani alla didattica a distanza, a discapito dei positivi stimoli che vengono dall’apprendere;
  • la solitudine dei figli lasciati a casa da soli perché i nonni devono proteggere la loro salute fisica e non possono assolvere più al ruolo di babysitter, mentre i genitori, per parte loro, non sono in condizione di permettersene una;
  • la relegazione dei bambini in uno stato di solitudine emotiva che diventa anche una difesa contro la preoccupazione dei genitori che, come un manto grigio, pervade la casa intera.

 

Trasversalmente, quindi in qualsiasi condizione sociale, si inizia ad osservare una crescente caduta motivazionale dei bambini: quelli che legavano la loro vita allo sport se lo sono visto sottrarre; quelli che trovavano soddisfazione nelle relazionai amicali le hanno viste contrarsi; quelli che crescevano nel positivo rapporto con lo studio hanno dovuto fare i conti con la rivoluzione della DaD e la distanza dagli ambienti educativi tradizionali.

 

L’approccio alla DaD è fortemente dipeso dal livello di digitalizzazione delle famiglie: quelle più avvezze all’uso dello strumento informatico hanno saputo fare da guida e ponte; quelle dove il computer era un mezzo sconosciuto hanno dovuta fare affidamento sull’intuito digitale dei figli facendo spazio a una rivoluzione tecnologica a cui nessuno li aveva mai preparati. Peraltro nei mesi non è stato sufficientemente previsto un supporto e un accompagnamento delle famiglie in questa direzione.

 

L’accesso alla DaD non è stato ovunque, sempre e comunque garantito, l’assenza di device, linee adeguate, controllo e cultura digitale sono stati, per esempio, dei limiti. Il risultato ultimo è quello di un negato diritto all’istruzione, che peraltro è, al pari del diritto alla salute, un diritto consacrato ex lege (è sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite e garantito dalla Costituzione).

 

Tra gli effetti della pandemia sui bambini, la perdita di un’istruzione socializzante è una delle più importanti cose smarrite sin ora.

L’istruzione scolastica realizza la migliore possibilità di elevazione sociale, in alcuni casi è lo strumento che consente di uscire dall’isolamento e dal degrado, in altri è il seme che nutre la terra del futuro.

Senza istruzione scolastica socializzante, empatica e ispirante non ci sarebbero più medici, infermieri, giudici e quante altre categorie professionalizzate a supporto dei tessuti sociali.

 

Gli effetti della pandemia sui bambini

Gli effetti della pandemia sui bambini, cosa i nostri figli hanno diritto di recuperare.
Diritto d’autore : sinenkiy ©123RF.com
ID Immagine : 162089168 con licenza d’uso.

 

Gli effetti della pandemia sui bambini, quello che hanno il diritto di recuperare.

 

Sono 5 i mostri invisibili del distanziamento sociale, ovvero i deleteri effetti della pandemia su bambini:

  • estraneità;
  • disinteresse;
  • ansia;
  • lassismo;
  • incertezza.

 

Che ci piaccia o no, la scuola, con tutto il suo bagaglio di rischi, è il luogo in cui i bambini possono recuperare e ricucire l’estraneità a cui la società del Covid li spinge: “Ostinatamente e correttamente, quindi nel rispetto delle regole, possiamo stare insieme”, è questo il messaggio che i bambini dovrebbero tratte. Resta salvo che il compito di garantire una scuola sicura spetterebbe agli adulti anche in un’alternanza virtuosa scuola – DaD.

 

Effetti della pandemia sui bambini: estraneità e disinteresse.

 

L’estraneità nasce quando il distanziamento sociale viene vissuto con paura. Pensare: “Mi allontano da te in ogni modo perchè tu sei pericoloso” significa avere paura, all’opposto pensare: “Stiamo insieme ma a distanza perchè abbiamo reciprocamente a cuore la nostra salute” significa, invece, vincere l’estraneità e propendere per la condivisione.

 

Il disinteresse, per parte sua, è alimentato dall’atteggiamento di noi adulti: “La DaD non serve a niente”; “Hanno perduto due anni”; “Studiare così è inutile” sono tutte frasi tipiche degli adulti che inquinano l’atteggiamento dei bambini. Noi per primi dobbiamo essere propositivi; noi per primi robbia prospettare il meglio e non essere denigratori, delatori o distruttivi; noi per primi ci dobbiamo credere. Sarà la nostra resilienza a educare i bimbi alla resistenza.

 

Effetti della pandemia sui bambini: ansia e lassismo.

 

L’ansia è figlia di questo periodo e non può essere né cancellata né vinta, essa, più sinteticamente, va ribaltata: dove c’è ansia, infatti, c’è voglia di vivere e l’ansia è traducibile in attenzione, cautela, senso critico. L’ansia va controllata.

Fate della vostra voglia di vivere risorgimento, così insegnerete ai bambini che non c’è paura nell’aver paura, l’importante è non immobilizzarsi. L’ansia è paura allo stato immobile, dunque chi si muove è già un vincitore.

 

L’immobilismo porta con sè anche il lassismo, un atteggiamento rinunciatario che induce chi ne soffre a violare ogni regola e scavalcare ogni costrutto, restando animato solo dal sentirsi perduto. Non rassegnatevi mai, così educherete i figli a non lasciarsi andare.

 

Effetti della pandemia sui bambini: incertezza.

 

L’incertezza è la summa delle negatività appena descritte: essa, però, pretende una soluzione concreta. Un suggerimento per ristrutturare certezze può essere quello di creare piccole bolle sociali in cui al bambino possano rappresentarsi situazioni simili a quelle della socialità pre-covid (quella condivisione che lo ha cullato fino a prima della pandemia). Se potete stringetevi agli affetti più cari, ove possibile cercate di tutelare la frequentazione con i nonni e i cuginetti, sia pure in costanti condizioni di sicurezza.

 

Lo scopo ultimo di un genitore è l’atto eroico di ricucire la vita senza marginalizzarla.

 

Organizzate tra i bambini incontri a distanza con gli amici, film visti in contemporanea, dibattiti su WhatsApp, chicchierate online in video chiamate e a tema, passeggiate all’aperto e a distanza di sicurezza. Insomma date ai bambini la possibilità di non perdere l’allenamento col mondo e con le relazioni sociali.



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