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Blanco dopo la performance all’Ariston: cos’è successo

Blanco dopo la performance all’Ariston: cosa è successo, come ha chiesto scusa e come ha lasciato il teatro dopo aver spaccato tutto sul palco

di Federica Federico

09 Febbraio 2023

Blanco dopo la performance all’Ariston

I malpensanti lo stanno insinuato sin dai minuti immediatamente successivi alla performance: era tutto preparato?!

 

Difficile pensare che un copione, anche il meno appropriato, possa deliberatamente decidere di violare il simbolismo dei fiori a Sanremo; come abbiamo già sottolineato nel nostro approfondimento sul caso Blanco essi sono sinonimo di sacrificio e fatica nella città che li coltiva per tradizione e da sempre. Altrettanto difficile credere che un simile sfogo possa appartenere alla dialettica del Festival o esservi incluso.

 

Ad onor del vero, però, anche Jessica Tua, l’imprenditrice florovivaista che si è occupata della composizione di rose dedicata alla performance di Blanco, non si è detta del tutto stupita, immaginava che il cantante, evocando il video de “L’Isola delle Rose”, potesse agire sui fiori “senza guanti bianchi”. Tuttavia “magari è andato oltre”, come ammette la stessa Tua.

 

Come doveva finire la performance di Blanco secondo copione

Intanto mentre Blanco effettivamente cantava dal vivo, la band che lo accompagnava non stava realmente suonando gli strumenti sul palco: questo genere di esecuzioni prende il nome di “half playback”. Di fatto il cantante usa effettivamente la sua voce mentre i musicisti fingono di suonare. 

 

Tra i garantisti, c’è chi è pronto a fare appello alla buona fede del cantante sostenendo che non avrebbe fermato l’esecuzione anche per non svelare l’half playback.

 

Personalmente non mi è chiaro cosa avrebbe palesato, di fatto la musica poteva essere interrotta con un’inquadratura stretta su Blanco. Senza considerare che anche il pubblico in sala avrebbe avuto veramente poco tempo e margine visu-spaziale per capire l’ ”inganno”. 

 

Ciò esplicitato, il finale concordato e provato prevedeva che Blanco, a conclusione del brano, tirasse due calci a una rosa per poi abbandonarsi sdraiato e in posizione fetale tra gli altri fiori nell’aiuola.

La diversità del messaggio è evidente: il cantante ha distrutto quei fiori e quel luogo rappresentativo che avrebbero dovuto accogliere il suo corpo alla fine dell’esibizione. Insomma ha messo in scena il messaggio opposto a quello idealmente pensato come accompagnamento alla sua canzone.

 
Blanco dopo la performance all’Ariston

Cosa è successo dietro le quinte a Blanco dopo la performance dell’Ariston

La stampa nazionale racconta di un’autentico rammarico della delegazione Universal, la casa discografica di Blanco. Mentre lui, con tutto il disagio dei suoi giovanissimi 20 anni, era confuso e piegato alla necessità di scusarsi con tutti. Cosa che ha fatto anche a mezzo social. 

 

Intanto, però, Blanco, che era uscito dall’Ariston di Brividi vincitore e a testa alta, ieri sera ha dovuto congedarsi dal teatro passando, se non fuggendo, dal retro e protetto da staff e familiari. 

 

Chiedo scusa alla città dei fiori” ha titolato Blanco in testa alla sua poesia-social:

Ti ho messo in lacrime

come la mia mamma, Ariston

Mi hai visto fragile come un bimbo

e qui proprio qui, dove

mi hai insegnato a correre, sono caduto… Non sono perfetto come mi volevi

ma finalmente sono me stesso

Ti voglio bene Ariston

con tutta la mia follia“.

 

Blanco dopo la performance all’Ariston: il bambino che chiede scusa

Blanco dopo la performance all’Ariston non è più il bambino arrabbiato che ha sfasciato tutto sul palco. Ora è il bambino che chiede scusa, forse è questo il passaggio cruciale che più deve attrarre l’attenzione di tutti.

 

Accettare le scuse non può in nessun caso equivalere a giustificare, mettere una pietra sopra o peggio fare finta che nulla sia accaduto.

 

Accettare le scuse rappresenta, piuttosto, un monito a fare meglio in futuro: hai compreso di aver sbagliato e pertanto ti riconosco il merito di questa ammissione. Ma la gravità del tuo gesto resta e con essa dovrai fare autonomamente i conti. Prendi l’errore e mettilo nel cassetto dei tesori, fanne buon uso la prossima volta.

 

Direi questo a mio figlio e dico questo in relazione a una circostanza che ha palesato una sola cosa: le emozioni possono sopraffare le persone. I giovani sono più vulnerabili, pertanto è necessario improntare un’educazione capace di essere palestra di gestione del sé emotivo.

 

Gianni Morandi ha spazzato e ripulito il palco dell’Ariston. Ma attenzione, se vostro figlio dovesse fare Blanco a casa vostra, sappiate che lo sprone al miglioramento è lasciare che il pavimento lo spazzi lui stesso. Il pubblico avrebbe apprezzato un Blanco con la scopa tra le mani! Probabilmente pur continuando a fischiare avrebbe voluto vederlo riparare al danno. 

 

Le scuse sono un buon primo passo. La pratica del dolore che l’errore realizza è sintomo di cicatrizzazione, qualche volta resta anche la cicatrice visibile di ciò che abbiamo fatto e si imprime nell’animo. Ma quello che più conta è l’uso che si fa dell’errore: esso va messo a disposizione del futuro, trattato come un tesoro.

 

Già solo in considerazione di ciò, quello che pubblicamente si consuma come uno sbaglio non dovrebbe facilmente essere avallato come un difetto di gioventù e archiviato: l’errore merita di fare il suo corso come un virus che rafforza il sistema immunitario. 



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