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L’Auto ad Aria: la Vogliono Tutti ma Nessuno può Averla, Ecco Perché [Video]

L’auto del futuro è qui, almeno così sembra! Un’automobile rivoluzionaria che funziona ad aria compressa con emissioni pari a zero. E’ in grado di percorrere 200 km con un pieno d’aria al costo di un euro e mezzo e raggiunge i 110 Km/h! E’ la proposta innovativa di Guy ...

di Gioela Saga

23 Giugno 2014

Auto ad Aria

L’auto del futuro è qui, almeno così sembra!

Un’automobile rivoluzionaria che funziona ad aria compressa con emissioni pari a zero. E’ in grado di percorrere 200 km con un pieno d’aria al costo di un euro e mezzo e raggiunge i 110 Km/h!

E’ la proposta innovativa di Guy Nègre, un ingegnere che ha lavorato per la Williams per diversi anni, ha progettato motori per aerei e per la Formula 1 e ha poi accettato la sfida di progettare un motore per il futuro verde del pianeta.

Nel 1997 concepisce il primo motore Cat, “il motore che respira”, il cui gas di scarico è solo aria fredda a -20 °C che d’estate può essere riutilizzata per far funzionare l’impianto di condizionamento!

Anche Cyril segue le orme del padre e lo aiuta nella ricerca e la realizzazione di un prototipo che viene presentato nel 2001 al Motorshow di Bologna con il nome commerciale di Eolo.

Il pieno si fa ad una “stazione di aria” con una macchina come quella che serve a gonfiare le gomme, solo un po’ più potente, che arriva a 300 bar e può caricare la macchina in tre minuti.

Le bombole sono poste sotto il pianale e sono fatte di carbonio per ridurre al minimo i pericoli in caso di urto e il peso.

In alternativa si può caricare attraverso una presa elettrica che azionerà un compressore interno che carica le bombole in 4 ore e mezzo.

L’idea nuova, sostanzialmente, è quella di far muovere i pistoni grazie alla pressione dell’aria. Un’idea innovativa che suscita diversi consensi ed investimenti.

E dunque?

Dunque sta di fatto che di Eolo non c’è ancora nessuna traccia…

Complotto? Minacce da parte delle sette sorelle?

No, niente di tutto questo ma una spiegazione molto più casereccia.

Guy Nègre non ha mai portato avanti il lavoro, non ha mai concluso l’effettiva realizzazione del prototipo come falsamente indicato. Il signor Nègre e la sua società non hanno mai spiegato le ragioni degli enormi ritardi del progetto. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono stati collocati in cassa integrazione, senza aver mai costruito neanche un’auto!

Numerose sono a tutt’oggi le cause in corso e le denuncie fatte. Insomma tutto ha il sapore di una bella frode e di un progetto, è il caso di dirlo, campato “in aria”!

Già nel 2006 ne parlava Paolo Attivissimo nel suo blog che ci fa sempre aprire gli occhi su tante bufale che girano.

Oltre alla frode di base, e ai soldi intascati disonestamente dal Nègre, vi sono anche delle problematiche di base che rendono il progetto vano ed anti economico, come viene spiegato molto bene da un altro encomiabile sito antibufale:

– per evitare di far ghiacciare l’aria compressa, una volta uscita dalla bombola, bisogna generare calore e questo rende il tutto poco conveniente, facendo perdere parte dell’energia che dovrebbe servire alla vettura.

– I costi, paragonati ad un’auto elettrica sono simili ma la seconda ha una resa nettamente superiore.

Eppure, non contento, Monsieur Nègre non rimane con le mani in mano e continua a mietere vittime tra molti ignari investitori, presentando vari e nuovi modelli della sua invenzione che doveva essere commercializzata anche nel 2008 con una società indiana (Tata Group) e poi nel 2009 con il nome di AirPod.

Insomma l‘idea si rinnova nel corso degli anni ma rimane sostanzialmente una bufala spropositata che continua ad essere condivisa…

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