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Tubercolosi: Milano, 15 bambini risultati positivi al test

di Mamma Simona

14 Marzo 2011

Il caso di questi giorni che vede protagonisti 15 bambini della scuola elementare Leonardo da Vinci a Milano, risultati positivi al test della tubercolosi, riapre un capitolo che avevamo considerato chiuso.

La tubercolosi fino agli anni ’90 sembrava sparita dal nostro paese, tant’è che non si effettuano più test con regolarità da oltre trent’anni.
Diversamente in tutto il globo, resta una delle malattie a maggior frequenza, come constatato dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità).
L’allerta italiana viene già dal 2008 quando il Ministro della Salute “consiglia” a regioni e provincie il controllo della TBC tra gli immigrati.

Senza nascondersi dietro un falso buonismo, è palese constatare che con l’aumento di immigrazione tanto legale quanto clandestina, ed in assenza di controlli, nel nostro paese stanno tornando malattie ormai scomparse. Con l’ipotesi sempre più realistica di un prossimo approdo di stranieri che scappano dai paesi libici, dove la guerra li sta stremando, per arrivare in terra italiana, aumentano le possibilità di diffusione e contagio di malattie come la tubercolosi.
Sappiamo che in presenza di malattie di tipo virale, le Autorità Sanitarie, per un accordo con il Viminale, non possono diffondere ufficialmente la notizia, prima che questa sia stata vagliata dai responsabili del Ministero della Salute, al fine di non creare falsi allarmismi, ma ciò non basta a fermare il timore di una diffusione che potrebbe vederci protagonisti.

Ma che cos’è la TBC o tubercolosi?

E’ una malattia importante e non va sottovalutata. E’ di origine batterica (e non virale come erroneamente molti credono), il batterio si chiama Mycobacterium tuberculosis o bacillo di Koch, si insidia nel corpo tramite le vie respiratorie finendo, per lo più, nei polmoni.

Nella maggior parte dei casi i nostri anticorpi naturali riescono a sconfiggerlo, in altri però si sviluppa l’infezione, la cui incubazione può durare anche 2 mesi (durante i quali non si è contagiosi). Quando non si scatena la malattia, il batterio può rimanere nel corpo anche tutta la vita, senza che ci sia contagiosità. Oppure, più che altro per cause fortuite di abbassamento delle difese immunitarie, la malattia può svilupparsi e dunque il soggetto diventa contagioso.
E’ contagiosa la TBC polmonare, quella extra polmonare, che colpisce ossa o reni, non lo è.

Diagnosticare repentinamente la TBC non è impresa semplice, in una fase iniziale è confondibile con l’influenza giacché i sintomi sono comuni: febbre, tosse, poco appetito. Se dopo una cura di antipiretici e antibiotici i sintomi persistono sarebbe bene far presente al medico di base che potrà valutare l’importanza di un test tubercolinico (Mantoux).
Essendo una malattia che si diffonde dalle vie respiratorie con starnuti, colpi di tosse, saliva, il rischio contagio risulta elevato.

Per far fronte a quella che potrebbe diventare un’emergenza a Milano, da sempre città multietnica e meta di flussi migratori, la ASL milanese ha effettuato controlli con test tubercolinico ai bambini frequentanti le scuole in cui sono stati segnalati casi. Coloro che sono risultati positivi sono in cura presso Villa Marelli-ospedale Niguarda, struttura specializzata per malattie simili.

Le raccomandazione a non iniziare una caccia a chi ha contribuito alla diffusione di questa micro-epidemia (come è stata definita), non bastano a placare il timore di un aumento della diffusione della malattia.

I luoghi più rischiosi per il contagio sono i dormitori pubblici, data la provenienza multietnica che comprende paesi in cui la malattia è diffusa, gli ospedali, le carceri, specialmente dove i locali siano sovraffollati e poco areati.

Per informare i cittadini milanesi circa la malattia e contenere l’allarmismo che si sta creando, Milano scende in prima linea il 24 marzo per la Giornata mondiale della lotta alla Tubercolosi patrocinata dall’assessorato alla Salute del Comune. E’ prevista la distribuzione di materiale informativo e divulgativo.



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