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Come Indurre il Travaglio Naturale: Metodi e Consigli

di Chiara Gasperini

28 Ottobre 2014

fase finale gravidanza

La società moderna tende a voler aver sempre più il controllo su tutto quello che lo circonda o gli accade, e questo purtroppo è un desiderio che si fa sempre più presente, anche nell’ambito della nascita di un bambino. L’Organizzazione Mondiale della sanità nelle “Raccomandazioni per la nascita” del 1985 affermavano che il processo del parto non deve essere indotto per comodità. Infatti affermano che, a meno della presenza di gravi complicanze per la futura madre o per il feto, è meglio che il parto avvenga in modo del tutto naturale.

A pensarci bene, da quando esiste l’uomo, la donna ha sempre partorito in maniera naturale, e non per induzione farmaceutica o artificiale.

I ginecologi e i medici esperti, tendono sempre più a consigliare metodi naturali per indurre o facilitare l’inizio del travaglio, soprattutto perché il corpo della donna ha sicuramente la capacità di partorire, e di questo ne deve prendere consapevolezza.

I primi consigli che vengono dati alla gestante sono di tipo motorio: camminare a lungo, scendere e salire le scale e soprattutto continuare a rimanere in movimento anche all’apparire delle prime contrazioni. Tutte queste azioni aiutano il bambino a “scivolare” verso il collo dell’utero, per cui a ravvicinare il momento del parto. Un’altra posizione che consigliano è quella di mettersi a carponi, per due motivi: primo per attenuare i dolori che si hanno alla schiena ed inoltre aiuta il bambino a ruotare verso il basso.

Altra cosa importante è quella di creare un’atmosfera di calma e relax, anche se ovviamente nervosismo e stress saranno comunque presenti in questa situazione. Per consentire questo avere accanto a sé una persona che trasmette serenità e calma, può aiutare la partoriente a rimanere un po’ più serena. Altre due cose che possono aiutare ad abbassare la tensione sono: della musica rilassante e di gusto alla donna e fare in modo che le luci non siano troppo forti.

Altre cose importanti in questa fase così delicata e carica di sentimenti e tensioni sono una di permettere alla donna di avere la propria privacy se è desiderata e soprattutto essere pazienti e non passare il tempo con gli occhi fissi sull’orologio, ogni donna ha i suoi tempi!

Alcuni accorgimenti che la donna stessa può provvedere a mettere in pratica sono: la stimolazione della produzione di ossitocina tramite la manipolazione dei capezzoli, che tra le altre cose poi aiuterà anche la prima montata lattea e la formazione del colostro, e la digitopressione.

Per praticare la digitopressione basta applicare personalmente della pressione delicata, ma decisa, in alcune parti del corpo, come ad esempio nel punto tra il pollice e l’indice della mano, sulla caviglia nella zona ossea sul lato interno,massaggiare e applicare pressione nella parte bassa della schiena proprio sopra i glutei e premere o massaggiare i muscoli tra il collo e le spalle .

Ci sono inoltre dei metodi basati su alcune erbe, ma che non sono ancora provati clinicamente, uno di questi è l’ingestione di ananas. Alcuni credono che il suo contenuto di bromelina, che è un enzima, ammorbidisca le pareti dell’utero e così stimoli le contrazioni.

Si sconsiglia di non prendere l’olio di ricino, perché irrita fortemente il tratto gastrointestinale e di conseguenza farà star male di stomaco, ma non di certo indurre le contrazioni.

Ci sono inoltre erbe come il cohosh e l’olio di primula notturnache imitano l’effetto che possono avere gli ormoni, ma di tutti questi sistemi naturali è meglio parlarne con il proprio medico, perché nascono da voci e leggende tramandate attraverso i secoli.

Certo che ricordarsi di tutte queste indicazioni e tecniche, durante questo momento tanto carico di emozioni, nervosismo e anche di paure, diventa un’impresa abbastanza difficile per chi la vive in prima persona.



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