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Papa Francesco: c’è un “Segreto Sospetto” sulla Sua Elezione

di Gioela Saga

16 Gennaio 2015

elezione di papa Francesco è illegittima

A partire dalla fine del Concilio Vaticano II, nel 1965, oltre alla fascia di fedeli della Chiesa cattolica romana che non hanno variato la propria opinione sulla religione di cui fanno parte, si sono moltiplicati coloro che commentano, in bene o in male, il papa di Roma, capo della loro Chiesa.

In particolare due sono le situazioni più “estremiste”: i cosiddetti “normalisti” e i cosiddetti “sedevacantisti”.

I primi sono coloro che sostengono in tutto e per tutto l’operato del pontefice romano e i secondi, i cosiddetti “sedevacantisti”, sostengono invece che, dopo il Concilio Vaticano II, tutto il moderno magistero della Chiesa di Roma è abusivo e le decisioni prese dagli ultimi pontefici cattolici contrarie al magistero originale della Chiesa, dunque non possano, per logica, essere considerati legittime.

Sarebbe opportuno per questi, ritornare alle vecchie tradizioni preconciliari, considerando inoltre illegittimi i papi postconciliari e designando appunto la sede romana come vacante.

Vi sono chiaramente posizioni intermedie di tanti dubbiosi o di fedeli cristallini che altro non vedono nel Papa che l’espressione della volontà dello Spirito Santo e poco si curano di altre suggestive speculazioni.

Sono i cosiddetti “normalisti” che ritengono che sia inutile ed anzi controproducente stare a sindacare le decisioni del Papa, qualsiasi esse siano, perché ad ogni modo ispirate da Dio.

Non vogliamo in questa sede disquisire ulteriormente su una materia così delicata che può essere iscritta in ambito di fede o lungi da noi giudicare la figura di Papa Francesco, così amata in modo trasversale, ma, piuttosto, soffermarci su alcuni particolari curiosi che, ancora oggi, sembrano rendere l’elezione di Papa Bergoglio, quanto meno molto particolare e, per alcuni, addirittura alla base di una presunta illegittimità.

Si parla di fatti reali e concreti che, seppure possono essere interpretati in modi diversi, sono, a quanto pare, incontestabili.

Naturalmente mentre si alimentano quelle che sono le teorie di complottasti e sedevacantisti secondo i quali le regole della stessa chiesa renderebbero nulla la sua elezione, noi ci proponiamo solo di trasmetterli per puro spirito di cronachistico.

Nel libro della giornalista argentina Elisabetta Piqué, “Francesco, vita e rivoluzione”, possiamo leggere alcuni dettagli interessanti. La Piqué ha conosciuto personalmente Bergoglio in diverse occasioni ed ha raccolto testimonianze dalle persone a lui più vicine. Si può ritenere dunque che il suo libro, che tratta appunto della vita e dei primi passi di pontificato di Bergoglio, di cui parla addirittura favorevolmente “L’Osservatore Romano” e Radio Vaticana , abbia avuto il beneplacito da fonti autorevoli ed ufficiali.

Ebbene, nel suddetto libro viene riportato un fatto curioso riguardo all’elezione di Bergoglio durante il Conclave del 13 marzo 2013:

“Dopo la votazione e prima della lettura dei foglietti, il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti deposti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere. Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti, e si procede a una sesta votazione.”

Il libro ci racconta che questa votazione, la seconda del pomeriggio e quindi quarta e ultima della giornata, viene rifatta e ne risulterà eletto Bergoglio.

Le regole relative al comportamento che i cardinali devono tenere durante il conclave sono stabilite dalla costituzione apostolica della Chiesa cattolica Universi Dominici Gregis, siglata da papa Wojtyla il 22 febbraio 1996, secondo la quale, nell’articolo 69, viene detto quanto segue:

“Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia, in nessuno dei due casi viene annullata la votazione.”

Cosa che invece è accaduta proponendone una quinta. In ogni caso, non ci è dato sapere i risultati della votazione annullata.

Non sembra questa l’unica infrazione rilevata, come evidenziato anche nel libro di Antonio Socci “Non è Francesco”, messo un po’ all’indice dalle librerie cattoliche.

Come descritto nell’articolo 63 della stessa costituzione apostolica, devono essere svolte quattro votazioni in una giornata, indipendentemente che siano valide o nulle, l’aver proceduto con un quinto scrutinio in una giornata, il cui annuncio è stato infatti data in tarda serata, in modo anomalo, è già uno strappo alla regola.

Si prosegue con l’articolo 79: “Se l’elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l’elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta.”

Da un punto di vista strettamente normativo potrebbe dunque sembrare nulla l’elezione di Papa Francesco.

D’altro canto molti canonisti, tra cui l’autorevole Jesús Miñambres fanno presente che la scheda in più, erroneamente ripiegata, è stata immediatamente rilevata e che la quarta votazione dal punto di vista giuridico è incontestabilmente “tamquam non esset”, cioè non corretta e non andava quindi inclusa e computata fra quelle effettive, cioè giuridicamente valide e complete, pervenute fino allo spoglio, della giornata.

Una lotta dunque a suon di numeri e di articoli senz’altro tristemente molto lontana dal sentimento di fede popolare.

 

Fonti: Elisabetta Piqué, “Francesco. Vita e rivoluzione”, Lindau, Torino, 2013, pp. 39-40.; Antonio Socci, “Non è Francesco. La Chiesa nella grande tempesta”, Mondadori, Milano, 2014, p. 108 ss.; Chiesa Espresso



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