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Ecco Perché i Neonati Hanno Bisogno dell’Odore della Mamma

di Alessandra Albanese

28 Gennaio 2015

 

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L’olfatto è tra i sensi più sviluppati del neonato.

Questo assunto è ormai noto da parecchio tempo, pensate che persino Charles Darwin, autore della teoria dell’evoluzione, nel lontano 1877 aveva intuito che i neonati, tra gli altri indizi, utilizzassero l’olfatto per orientarsi verso il seno materno.

E non è un caso infatti che se lasciaste il vostro piccolo appena nato sul vostro ventre, lo vedreste strisciare verso il seno per cibarsi del latte materno (si chiama breast crawl, in rete ci sono dei video bellissimi e impressionanti).

Darwin lo aveva sperimentato proprio su suo figlio, notando che già da piccolissimo “Doddy” cercava la mamma non con la vista o il tatto, ma seguendo il suo odore, ad una distanza ravvicinata da lei (leggi qui l’articolo).

Ovviamente dopo Darwin questa convinzione è stata avvalorata da moltissimi studi.

Uno di questi, pubblicato dal National Center for Biotechnology Information, ha dato dei risultati sorprendenti (che l’istinto di una mamma, a dire il vero già conosce!).

Lo studio ha evidenziato che l’odore materno rappresenta uno stimolo molto positivo rilevante dal punto di vista clinico in specifiche situazioni.

L’odore materno, ad esempioATTENUA IL PIANTO DI UN BAMBINO, il che supporta la pratica di tenere qualcosa che abbia l’odore materno sempre accanto al neonato nei casi di bimbi “stressati” o in difficoltà.

Inoltre esso ha un utilizzo positivo anche nei casi di malnutrizione: IL MAGGIORE CONTATTO TRA LA BOCCA DEL PICCOLO E IL SENO MATERNO PUÒ ESSERE INCREMENTATO PROPRIO DALL’ODORE DELLA MAMMA, e incitare così il piccolo alla suzione.

Dati questi che dovrebbero indurre ad una maggiore presenza materna ad esempio nei piccoli ospedalizzati.

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Uno studio condotto negli Stati uniti da T. Engen et L.P. Lipsitt ha anche evidenziato che a due giorni dalla nascita i neonati erano in grado di reagire agli odori sia con reazioni propriamente fisiologiche come il cambiamento della respirazione o del battito cardiaco, sia con comportamenti meccanici, come i movimenti degli arti.

Così come è stato appurato che l’olfatto dei bambini sia già sviluppato appena nati, distinguendo perfettamente odori gradevoli (vaniglia, frutta, cioccolato) da odori neutri (acqua) fino a quelli più fastidiosi come le uova marce o il pesce avariato.

Che dire poi della storia che il bambino riconosce la propria mamma dall’odore?

Verissima anche questa concezione.

Pensate che lo scienziato Aidan Macfarlane ha condotto una ricerca a seguito della quale ha affermato che l’olfatto del neonato sarebbe capace di individuare il cibo (latte materno) e riconoscere proprio quello della sua mamma.

Per provare questo sono stati utilizzati dei batuffoli di cotone intrisi di latte: ebbene i bambini già a 5 giorni dalla nascita giravano la propria testolina più volte verso il cotone imbevuto con il latte della loro madre ( leggi qui).

Il loro senso innato dell’olfatto li protegge anche contro odori che possono emanare alcune sostanze tossiche.

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Si può dire che l’olfatto è dunque innato nell’uomo?

A giudicare dalle evidenze si, anche se questo senso può essere in un certo modo “imparato” da adulti, si pensi ad esempio ai sommelier che riconoscono i vini già dall’odore, ma sicuramente è uno dei 5 sensi che è senz’altro molto sviluppato fin dalla nascita.



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