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Bambino di 8 Anni Venduto a 30Mila Euro

di Alessandra Albanese

27 Febbraio 2015

 

Traffico minori, bambino venduto

La storia di questo bimbo che voglio chiamare Angelo è una storia triste, di povertà e desideri malati.

I carabinieri hanno emesso uno stato di fermo per 8 persone accusate del reato di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù.

Tra queste una coppia messinese residente da anni in Svizzera.

La cronaca parte proprio dalla voglia di questa coppia di avere un figlio, voglia non soddisfatta né dalla natura, nè dalla legge, che ha impedito loro (per ragioni non note) di poterne adottare uno.

Così hanno deciso di comprarlo.

Come si compra un pacco di pasta, o un cartone di latte.

E infatti “pacco” lo chiamavano durante le contrattazioni telefoniche, intercettate dalle autorità, che hanno scoperto il reato indagando tra Sicilia e Toscana, e sono riusciti a bloccare la compravendita.

Il disegno è stato messo a segno la scorsa estate, ma ha radici profonde nel tempo.

La vittima un bimbo rumeno di 8 anni, figlio di una giovane donna rumena anch’essa.

Ed era proprio lui, e non il fratello ad esempio, che sarebbe stato comprato da questa coppia per 30 mila euro.

Perché questi signori avevano pensato già dal 2008 di voler comprare un bambino, aspettavano solo di trovare quello giusto. E infatti è in quella data che registrano all’anagrafe un bambino mai nato.

La coppia, 48 anni lei e 57 lui, aveva già un figlio più grande ma ne desiderava un altro.

Da quel momento comincia la ricerca di questo bambino, che avrebbe poi preso tutte le generalità del “fantasma” registrato regolarmente nel 2008.

La coppia si rivolge ad un intermediario in Toscana, che il caso vuole viene intercettato per un’inchiesta su un traffico di auto rubate.

L’indagine coordinata dalla Dda della Procura di Messina punta il faro su alcuni sospettati e tra una telefonata e l’altra, nelle quali si parla di “pacchetto” o “cosetto” i carabinieri si rendono conto che il soggetto in questione è un bambino.

Per la precisione il figlio di una donna rumena, contattata da questi sospettati, che all’inizio di quest’anno si recano in Sicilia.

Sbarcati al porto di Messina il 17 gennaio, non trovano ad attenderli la nuova famiglia del piccolo ma gli agenti in uniforme che concretizzano il fermo, e affidano il piccolo ad una comunità per minori del capoluogo siciliano.

Sulla vicenda si è espressa anche l’organizzazione Save the Children: «L’intervento dei carabinieri che ha sventato la terribile compravendita del bambino romeno di 8 anni per 30 mila euro è un forte segnale di allarme che manifesta la necessità di rafforzare le reti di protezione per le piccole vittime di tratta e di grave sfruttamento. In Italia da troppo tempo siamo in attesa del varo, da parte del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, di un Piano nazionale di contrasto che rafforzi tutte le misure di protezione nei confronti dei minori a rischio». Ha detto il direttore dei Programmi Italia-Europa Raffaela Milano,

Snocciolando numeri allarmanti: solo in Italia nel 2014 i minori vittime di tratta sono stati 88 su 1.451, e questi numeri sono solo quelli ufficiali. «Occorre sempre ricordare che l’adozione illegale è un crimine ed è necessario diffondere la consapevolezza di questi crimini in modo che tutti possano tenere gli occhi aperti» conclude.

 

Fonte: Il Corriere.it



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