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Bambina malata di cancro spiega cos’è la morte

di Gioela Saga

06 Marzo 2015

Una giovane vita portata via da un tumore lascia un vuoto incolmabile e un dolore straziante per i genitori.

Nella vita innocente dei bambini non dovrebbe esserci il posto per il male eppure ciò avviene…

La purezza e di questi angeli lascia spesso delle perle lucenti su questa terra: dalla loro breve vita e dalla loro esperienza di sofferenza, scaturiscono insegnamenti che ne disegnano tutta la loro grandezza e il loro significato seppure in un tempo umano effimero.

la morte spiegata da una bambina malata di cancro

L’esperienza di lavorare in un reparto di oncologia pediatrica ha segnato profondamente un medico che, dopo 29 anni di esperienza professionale in reparto, ha voluto rendere testimonianza dell’enorme patrimonio e alla crescita personale avuta proprio grazie ai suoi giovani pazienti.

Rogério Brandão, medico oncologo nell’ospedale dello stato brasiliano di Pernambuco, ha imparato che “Non conosciamo la nostra reale dimensione fino a quando, in mezzo alle avversità, non scopriamo di essere capaci di andare molto più in là.”

Lo ricorda mentre ripensa ai suoi primi passi nel campo medico, quando, frequentando l’infermeria pediatrica si innamora dell’oncologia pediatrica.

Ho assistito al dramma dei miei pazienti, piccole vittime innocenti del cancro. Con la nascita della mia prima figlia, ho cominciato a sentirmi a disagio vedendo la sofferenza dei bambini. Fino al giorno in cui un angelo è passato accanto a me!”

Tra tanti pazienti, una è rimasta indelebile nella memoria del medico, una piccola bimba di 11 anni che gli ha detto cose che non avrebbe mai pensato di sentire da un ammalato sofferente, dopo aver subito due anni di trattamenti, cure, iniezioni ed effetti collaterali derivati da trattamenti chimici e radioterapici.

bambina malata

Il dottor Brandão ricorda di non aver mai visto cedere “quel piccolo angelo” anche tra tante lacrime e tanta umana paura ma mai cedimento!

Ecco le sue parole:

“Un giorno sono arrivato in ospedale presto e ho trovato il mio angioletto solo nella stanza. Ho chiesto dove fosse la sua mamma.”

Ancora oggi a distanza di tanti anni il medico non riesce a raccontare la storia senza emozionarsi profondamente.

La piccola rispose: “A volte la mia mamma esce dalla stanza per piangere di nascosto in corridoio. Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita!”

Il professor Brandão le chiede allora:

“Cosa rappresenta la morte per te, tesoro?”

“Quando siamo piccoli, a volte andiamo a dormire nel letto dei nostri genitori e il giorno dopo ci svegliamo nel nostro letto, vero?

Le figlie del medico avevano 6 e 2 anni allora e questa situazione era molto reale e quotidiana per lui come per molti genitori…

“È così. Un giorno dormirò e mio Padre verrà a prendermi. Mi risveglierò in casa Sua, nella mia vera vita!”

Ecco come commenta la sua reazione il dottore: “Rimasi sbalordito, non sapendo cosa dire. Ero scioccato dalla maturità con cui la sofferenza aveva accelerato la spiritualità di quella bambina.”

“E la mia mamma avrà nostalgia”, aggiunse.

Allora, emozionato, trattenendo a stento le lacrime, l’oncologo le chiese:

“E cos’è la nostalgia per te, tesoro?”

“La nostalgia è l’amore che rimane!”

Brandão sfida chiunque a dare una definizione migliore, più diretta e più semplice della parola “nostalgia”: l’amore che rimane nella sua eternità, la nostalgia fissa l’amore per sempre e lo reitera in eterno come una fiamma che non si spegne mai.

La piccola bimba purtroppo non guarì ma lasciò una lezione incredibile al giovane medico che lo ha sempre accompagnato e lo ha aiutato a convivere con la vicinanza continua della malattia e della morte negli occhi dei suoi pazienti, aiutandolo ad essere più umano ed affettuoso oltre che medico.

Ancora oggi, dice, guardando il cielo a volte gli sembra di scorgere una stella più luminosa che lui chiama “il mio angelo” che brilla e risplende in cielo.



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