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Pipì che Puzza di Ammoniaca: Cos’è e Cosa Fare

di Federica Federico

31 Marzo 2015

Pipì che puzza — odore, colore, qualità e quantità della minzione sono indicatori della salute complessiva del soggetto e ciò vale sin dalla più tenera età.

Perché la pipì che puzza, il colore o la frequenza e la quantità di urina sono importanti indicatori di buona o cattiva salute?

Semplice, la pipì è lo strumento fisiologico di depurazione del corpo: attraverso un sistema “meccanico” le tossine accumulate durante i processi di alimentazione vengono espulse con pipì e feci, ciò accade sin dal primo respiro. Perciò una buona pipì testimonia una buona meccanica del corpo in fatto di alimentazione, assimilazione del cibo e eliminazione delle scorie. A tutte le età, anche nei neonati la pipì è un importante indicatore di buona salute.

pipì che puzza cosa fare

Una sana minzione umana, a qualunque età, dovrebbe essere limpida, di colore giallo paglierino, sufficiente a svuotare la vescica e inodore.

Ma può capitare di osservare (anche episodicamente) pipì di colore più scuro del normale, pipì insufficiente o pipì che puzza, che fare?

L’aspetto della pipì può dipendere da diversi fattori, anche molto diversi tra loro: l’assunzione di alcuni cibi colora la pipì o conferisce ad essa un odore diverso da solito, stesso effetto sulla minzione hanno alcune medicine.

La quantità della pipì invece può essere influenzata dallo scarso apporto di liquidi: nel lattante che si nutre dal seno della mamma la quantità della pipì è un importante indicatore di buona alimentazione e di sufficiente idratazione. In merito la mamma deve sapere e considerare che nel bebè (lattante) il numero di 5 pipì nel giro di 24 ore è considerato un indice ideale di buona salute. Ed in termini di quantità ciascuna di tali minzioni deve essere sufficiente a bagnare il pannolino (cosa di cui la mamma si accorge evidentemente all’atto del cambio).

Cosa indica e da cosa dipende, invece, la pipì che puzza?

Il cattivo odore della pipì comunemente dipende da un difetto di alimentazione e più precisamente da un difetto di idratazione: la pipì che puzza, infatti, può facilmente essere la conseguenza di una insufficiente idratazione del corpo.

Se i liquidi ingeriti sono troppo scarsi (ovvero se si beve poca acqua) il fisico può liberare una pipì che puzza ovvero una minzione con un odore più intenso.

Da un punto di vista biochimico l’odore sgradevole della pipì dipenderà, in questo caso, da una maggiore concentrazione di metaboliti ovvero di scorie non diluite ma sommate in pochi liquidi e drenate, quindi, da una limitata quantità di acqua.

Attenzione: quello che mangiamo influisce sempre sulla pipì, anche sul suo odore.

Posto che la pipì drena fuori dal corpo le scorie alimentari anche ciò che si mangia influisce sulla qualità della minzione e taluni cibi riescono a influenzare l’odore dei liquidi corporali:

asparagi, cavolfiori o aglio possono essere all’origine della puzza della pipì ovvero possono determinarne un odore forte ed anomalo.

Osserviamo, per fare un esempio, gli asparagi: notate pipì che puzza dopo averne mangiati? Niente paura, l’odore diverso della minzione è determinato, in questo caspo specifico, dall’acido aspartico e da alcuni gruppi sulfurei contenuti in tale ortaggio. La puzza scomparirà a mano a mano che il corpo smaltirà i residui del pasto a base di asparagi.

La pipì che puzza può dipendere anche dall’assunzione di farmaci o antibiotici, tal volta i farmaci colorano anche le feci (il ferro, per esempio, scurisce l’aspetto delle feci).

Perciò se il tuo bambino ha preso una medicina o un integratore vitaminico aspettati una pipì che puzza ed escludi che il cattivo odore possa essere un sintomo ulteriore della malattia che stai curando, più probabilmente è la diretta conseguenza del medicinale ingerito.

Attenzione alla pipì che puzza di ammoniaca.

L’odore intenso e persistente di ammoniaca è un campanello di allarme perché alcune infezioni del tratto urinario si manifestano proprio attraverso questo cattivo odore, è il caso di cistiti, di talune infezioni renali o infezioni dell’uretra (il piccolo canale che consente all’urina di fuoriuscire).

Se osservate pipì che puzza di ammoniaca sappiate che tale odore peculiare è sovente causato da alcuni batteri capaci di trasformare l’urea (una componente dell’urina) proprio in ammoniaca.

La puzza di ammoniaca nell’urina ha, quindi, una spiegazione biochimica e se persistente richiede un esame clinico, per cui se notate pipì che puzza di ammoniaca in maniera sensibile e per un tempo importante (già più di 48\72 ore) è preferibile e consigliabile rivolgersi al medico curante.

Attenzione: comunemente si parla di pipì che puzza di ammoniaca l’odore caratteristico è quello di ammoniaca o anche di candeggina, ma negli anziani si può percepire un odore particolare simile a quello della birra fermentata.

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Cosa fare in caso di pipì che puzza?

Un odore intenso, sgradevole o anomalo, percepito anche come una puzza, va, in primis, monitorato e se scompare nell’arco di 48 ore non c’è da preoccuparsi! Probabilmente, in tal caso, l’odore percepito era solo la sporadica e saltuaria conseguenza di un alimento, di una medicina, di una bevanda o di una occasionale insufficiente idratazione.

Se invece la pipì che puzza divine un fenomeno costante (ovvero persiste per tre o quattro giorni) oppure risulta molto ricorrente (capita più volte in un mese e per più giorni nella settimana) è, allora, opportuno rivolgersi al medico curante.

Una volta esaminate le abitudini alimentari del paziente, il medico di famiglia potrà decidere di prescrivere un esame completo delle urine e una cosiddetta urinocoltura.

L’esame completo delle urine ha ad oggetto la parte chimico-fisica della pipì ( osserva colore, volume, aspetto, pH, ecc…); l’urinocultura permette di isolare e classificare un’eventuale infezione batterica o fungina.

Attenzione: non ha alcun senso l’auto prescrizione degli esami clinici, passate sempre prima per il consulto del medico curante.

Leggi anche: IL COLORE DELLA PIPì INDICA LA TUA SALUTE

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