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Vaccinare i Bambini: Sì o No alle Vaccinazioni

di Federica Federico

10 Giugno 2015

Quando si parla di vaccini, specie se l’idea della vaccinazione si associa al neonato piccolissimo e quindi se si tratta di prime vaccinazioni, ciò che una mamma si domanda istintivamente è: “Perché devo vaccinare mio figlio?”. Vaccinare i bambini è importante!

Vaccinare i bambini risulta importante già solo perché minimizza il rischio di malattie anche mortali o comunque capaci di gravi aggressioni all’organismo, patologie serie, altamente contagiose, debilitanti e spesso aggravate da complicazioni difficili da gestire, talvolta anche invalidanti.

Le mamme ed i papà moderni fortunatamente non possono nemmeno avere memoria di certe malattie già da tempo fermate grazie alle campagne vaccinali. La poliomielite e la difterite sono esempi di malattie sconfitte dall’immunità di gregge.

Vaccinare i bambini è importante perché senza la copertura vaccinale è possibile, se non addirittura facilmente prevedibile, che “passate malattie, antiche e superate” ritornino con tutte le loro spiacevoli conseguenze.

Le vaccinazioni, però, spaventano le mamme ed i papà, perché i genitori ne hanno paura? Pur riconoscendo il fatto che vaccinare i bambini è utile per limitare la diffusione di patologie ad alto rischio epidemico, spesso gli adulti decidono arbitrariamente di non aderire alle campagne nazionali di vaccinazione, così facendo lasciano una crescente fetta della popolazione infantile non immunizzata ovvero scoperta dai vaccini.

Sia chiaro che la scelta vaccinale non è mai semplice, non è un automatismo e nessun genitore sceglie di vaccinare i bambini a cuor leggero e senza un personale convincimento.

vaccinare i bambini, sì o no

10 domande e 10 risposte che dimostrano che vaccinare i bambini è una scelta ragionata in favore della salute individuale e collettiva

Le vaccinazioni sono una protezione per i nuovi nati, va debitamente considerato il fatto che il pericolo della recrudescenza di molte malattie è più serio dei possibili rischi da inoculazione vaccinale. In altre parole le malattie fermate dalle capanne vaccinali estese sono potenzialmente più violente e pericolose delle siringhe con cui i nostri figli vengono vaccinati e protetti.

1 – I vaccini sono obbligatori?

In Italia, a norma di legge e posta la capacità del soggetto o di chi ne ha cura di gestire il corpo in libertà, non è obbligatoria nessuna terapia, men che meno può essere obbligatoria una cura preventiva. E la terapia vaccinale tale è: i vaccini sono una cura medica, farmacologica a carattere preventivo. Questo equivale a dire che un genitore può liberamente scegliere di non vaccinare i bambini.

Chi fa una simile scelta deve considerare che una pertosse, per esempio, se contratta in tenerissima età può essere letale; deve sapere che i vaccini sono farmaci, per cui, se la paura del vaccino è traducibile in termini di paura della sostanza medicinale, allora si dovrebbe rifuggire da qualsiasi tipo di cura farmacologica.

In altre parole i rischi legati all’inoculazione di una dose vaccinale non sono diversi da quelli legati alla somministrazione di un primo antibiotico.

Chi sceglie di non vaccinare i bambini deve ammettere anche che rifiutando il vaccino per suo figlio indebolisce la comunità dei nuovi nati e con la sua scelta (indirettamente) espone ancora di più il bambino al rischio di un contagio.

Negli anni è sensibilmente calata l’incidenza di numerose malattie, in alcuni casi le patologie sono oggi considerate come estinte, ma sarebbe meglio dire che sono state sconfitte dai vaccini. L’estinzione delle malattie coperte da vaccino è stata resa possibile proprio dalle campagne vaccinali di massa.

Questo potrebbe già bastare per affermare che vaccinare i bambini è importante, quantomeno perché le campagne vaccinali perseguono l’obiettivo di porre i nuovi nati al riparo da certe patologie.

I medici parlano di immunità di gregge per indicare il fatto che in una comunità largamente vaccinata certe patologie non hanno facilmente possibilità di attecchire.

In questo senso non si può negare un valore collettivo al vaccino che diviene, nell’ottica dell’immunità di gregge, una scelta sociale e non personale.

Il bambino non vaccinato è un potenziale veicolo di matite contagiose. Può veicolare, per esempio, il morbillo, che non è affatto una patologia banale o innocua, è una malattia resistente e dall’alto potenziale contagioso, scatenata da un virus che si propaga per via aerea ed è capace di rimanere attivo fuori dal corpo umano anche per 2 ore.

Solo a Gennaio di quest’anno un’epidemia di morbillo è scoppiata a Disneyland, in California. La malattia si è diffusa con velocità nel parco di divertimenti americano, ben 42 sono stati i casi accertati, 5 gli impiegati contagiati.
L’agenzia sanitaria californiana raccomandò ai bambini di età inferiore ai 12 anni e a chi non fosse vaccinato, di non accedere a Disneyland per tutto il perdurare dell’epidemia. (Fonte: Il Messaggero)

Vaccinare i bambini resta l’arma più efficace che ogni genitore ha per garantire ai figli l’inserimento in una società libera da malattie importanti e ad alto rischio.

2 – I vaccini sono tossici e pericolosi?

I vaccini sono medicine, alla stessa stregua di ogni altro farmaco pretendono precauzioni d’uso ed hanno controindicazioni. Se usati debitamente non ledono la salute ma la avvantaggiano e i casi di reazioni avverse sono remoti e rari.

Chi non vaccina deve sapere che in caso di malattia dovrà necessariamente curare il figlio con dei farmaci, il che vale anche per una bronchiolte. E tante più medicine dovrà prendere il bambino non vaccinato se malauguratamente dovesse contrarre morbillo o pertosse.

3 – Il vaccino può scatenare la malattia?

Il siero inoculato con la siringa vaccinale contiene soltanto batteri o virus morti, suddivisi in sub unità o molto attenuati.

La composizione del vaccino è studiata per stimolare il sistema immunitario senza sviluppare la malattia. Ciò significa che il bambino appena vaccinato non è malato, può stare a contatto con gli altri bambini e non mette nessuno a rischio contagio.

4 – Il vaccino mette i bambini al riparo dalle malattie?

Ogni vaccino ha una cosiddetta memoria immunologica (spesso a termine) che è completa solo quando il ciclo di vaccinazioni è concluso, in questo senso sono importantissimi i richiami e gli appuntamenti per le cosiddette dosi successive alla prima.

La piena immunizzazione dipende dalla sistematicità con cui si seguono i piani vaccinali e dalla risposta del sistema immunitario, del resto è ad esso che il vaccino si rivolge. In ogni caso non si ha mai una piena protezione dalla malattia se non si è compiuto l’intero ciclo vaccinale, ciò va tenuto sempre ben presente.

Vaccinare i bambini significa, nella completezza dello scopo delle vaccinazioni, eseguire l’intero piano vaccinale.

5 – Che rischi corre un bambino non vaccinato?

Il bambino non vaccinato corre il rischio di ammalarsi.

E le malattie che può contrarre sono anche quelle considerate superate ovvero delle patologie che i genitori non hanno nemmeno conosciuto e rispetto alle quai non hanno alcuna esperienza. Nella scelta di non vaccinare ha un grave peso la scomparsa della memoria delle patologie coperte dalle vaccinazioni di massa. L’immunità di gregge ha fatto sì che queste patologie venissero considerate come scongiurate e nelle generazioni di nuovi genitori non c’è più traccia della consapevolezza dei rischi provenienti da tali malattie e di tutte le possibili conseguenze negative.

Vaccinare i bambini è una cosa seria perché le malattie coperte dalle vaccinazioni sono potenzialmente assai più pericolose dei vaccini stessi.

vaccinare i bambini è importante

6 – All’età di 3 mesi si sottopone il bambino alla prima dose di esavalente. Vaccinare i bambini con l’esavalente li tutela da difterite, epatite B, infezioni da Haemophilus Influenzae tipo b (Hib), pertosse, poliomielite, tetano e dalle loro complicazioni.

L’esavalente non è un mix violento per un neonato?

Chi considera le vaccinazioni pericolose perché troppo pesanti o cariche non valuta debitamente il ruolo degli antigeni; tu sai cosa sono e cosa hanno a che fare col discorso delle vaccinazioni?

Gli antigeni sono molecole estranee o potenzialmente pericolose per il sistema immunitario. Nelle vaccinazioni ci sono gli antigeni propri delle malattie ma vengono inoculati in misura controllata e mirata. Non tutti sanno che anche ad un raffreddore partecipano gli antigeni e non tutti considerano che la più banale infezione porta nell’organismo del bambino una quantità di antigeni molte e molte volte superiore rispetto a quelli contenuti in un vaccino.

Se si considera che fino ai 5 anni d’età il bambino si ammala 4\5 volte l’anno, si comprenderà facilmente che il piccolo non può essere messo al riparo dagli antigeni e nemmeno dalle medicine (che pur potrebbe dover prendere quando si ammala).

Va anche chiarito che il latte materno è un’ottima opportunità per creare un corredo immunitario forte e stabile ma non è di per sé capace di proteggere i bambini dalle malattie pericolose.

Le malattie pericolose (com’è anche il morbillo) potenzialmente aggrediscono chiunque, quindi possono essere veicolate pure dagli adulti, e perciò il rischio che il neonato si ammali non è escluso né è escludibile semplicemente per il fatto che un bimbo non vada al nido. Ecco perché è importante vaccinare i bambini piccoli, anche quelli ancora inseriti in strutture di accoglienza come nidi e ludoteche.

Oltretutto più tenera è l’età del bambino maggiore è il bisogno di proteggere il suo organismo.

7 – Se il bambino è raffreddato può fare la vaccinazione?

I vaccini vanno somministrati a bambini in buone condizioni di salute.

Per regola generale il bambino a cui si somministra la dose vaccinale non deve avere la febbre, né dovrebbe averne avuta nei giorni precedenti al vaccino.

Perciò se il bambino ha la febbre l’appuntamento col vaccino va spostato e se ha superato episodi febbri nei 5\7 giorni precedenti al vaccino è bene che venga visitato dal pediatra prima dell’iniezione vaccinale.

Il raffreddore non ostacola il vaccino, mentre in presenza di tosse è importante che il bimbo venga osservato dal pediatra, al medico spetterà il compito di considerare l’opportunità o meno di procrastinare l’appuntamento con la dose vaccinale.

Prima di vaccinare i bambini i genitori hanno sempre il diritto di chiedere al pediatra una visita di controllo, il parere del pediatra può anche rassicurare i genitori e aiutarli a fondare ancor di più la loro scelta vaccinale.

8 – La vaccinazione può far male al bambino?

Vaccinare i bambini serve ad aiutare il loro sistema immunitario a rafforzarsi, li rende immuni da malattie contagiose che potrebbero inficiare la loro buona salute. Ma i vaccini sono comunque dei farmaci che come tali hanno degli effetti collaterali.

Sono rari gli effetti gravi da vaccino, come sono rari gli effetti gravi da farmaci comuni.

Dopo la vaccinazione il bambino può manifestare stati febbrili, il paracetamolo aiuta a ristabilire la giusta temperatura corporea ma va somministrato solo dai 38,5° in su; è possibile che l’area di inoculazione del vaccino si arrossi o si gonfi; è facile che i bimbi siano inappetenti o nervosi, i più piccini possono essere addirittura assonnati e poco reattivi. Di norma i sintomi avversi comuni, come quelli qui descritti, scompaiono in 24 ore.

9 – Dove si effettuano i vaccini?

In ogni comune le famiglie dei nuovi nati fanno capo ad un centro vaccinale all’interno della ASL di appartenenza.

Esiste la possibilità di affidare il piano vaccinale del bambino al pediatra di fiducia ma è un iter laborioso e per certi aspetti meno garantito: i vaccini vanno acquistati in farmacia, dopo l’inoculazione in ambulatorio i genitori devono registrare l’avvenuta vaccinazione presso il centro vaccinale di competenza, recandosi comunque lì.

I centri vaccinali nascono per vaccinare i bambini, sono attrezzati per le emergenze, hanno personale professionalizzato capace di accogliere anche le istanze dei genitori e disposto a interloquire con mamma e papà. E’ consigliabile affidarsi sempre ai centri vaccinali.

10 – All’atto dell’iscrizione scolastica, il bambino non vaccinato può essere rifiutato dalla scuola?

Il diritto all’istruzione, che interessa i bimbi sin dalla prima elementare (scuola dell’obbligo), è prevalente e fa sì che l’istituto scolastico non possa mai rifiutare un bimbo che non sia stato vaccinato.

Tuttavia il dirigente dell’istituto ha l’obbligo di informare l’ASL di riferimento che agirà, poi, sulla base dello statuto regionale (alcune regioni hanno ammesso e praticano il dissenso informato, ai genitori che scelgono di non vaccinare i bambini vengono esposti, in forma di documento, i rischi da mancato vaccino e a loro viene chiesto di sottoscrivere per presa visione e cognizione la documentazione).

Rispetto alla scuola dell’infanzia e al nido non esiste la prevalenza del diritto all’istruzione, per cui sull’ammissione dei bambini non vaccinati potrebbero influire le regole interne ad ogni singola struttura.

Vaccinare i bambini è una scelta importante che deve essere presa con cognizione di causa, ogni genitore ha il dovere oltre che il diritto di chiedere informazioni al pediatra, al medico di base e di consultare il personale dei centri vaccinali.



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