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Bambino Gay in Lacrime su Facebook (Foto)

di Maria Corbisiero

06 Luglio 2015

In questi giorni sui social network, ma non solo, sono tanti i profili che sfoggiano i colori dell’arcobaleno, un gesto per dichiararsi solidali e favorevoli alla recente sentenza storica della Corte Suprema degli Stati Uniti che, alla fine di giugno, ha stabilito che le nozze gay sono un diritto costituzionale.

Ciò significa che due persone dello stesso sesso potranno vedere legalizzata la loro unione in tutti i 50 Stati americani.

Come era facile intuire, tale decisione ha suscitato anche diverse polemiche, soprattutto da parte di chi considera “innaturale” questo tipo di legame.

Ma questa storica sentenza sarà in grado di cambiare l’opinione pubblica?

Può considerarsi l’inizio della fine delle paure di tantissimi giovani e non impossibilitati a vivere liberamente il loro amore?

Bambino Gay in Lacrime su Facebook

bambino gay facebook

La foto che vedete qui sopra è stata pubblicata il 3 luglio 2015 sulla pagina ufficiale facebook Humans of New York (Hony), un progetto fotografico creato dal newyorkese Brandon che, dopo esser stato licenziato nell’estate del 2010, si è prefisso l’obiettivo di fotografare 10.000 newyorkesi tracciando una mappa con gli stessi.

Ogni immagine è accompagnata da un racconto: Brandon infatti ha chiesto ai protagonisti degli scatti di raccontare un frammento della loro vita, sia essa un’emozione, una speranza o un’esperienza di vita nell’affollata New York.

Il pensiero che accompagna la foto qui sopra proposta è:

“Sono omosessuale e ho paura di come potrà essere il mio futuro e di non piacere alla gente”.

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Bambino gay in lacrime su facebook: i commenti rilasciati sul social.

Inutile dire che oggi, 6 luglio 2015, quella foto ha totalizzato oltre 50mila condivisioni divenendo di fatto virale e altrettante persone – anche se è un numero in continua crescita – hanno deciso di commentare la foto, di mostrare la propria solidarietà verso questo bambino gay timoroso del futuro che lo attende.

Tra i quasi 60mila commenti delle tante “persone comuni”, le fonti giornalistiche accreditate hanno posto una particolare attenzione all’intervento fatto da un nome alquanto noto, Hillary Clinton.

 

bambino gay facebook

La candidata alla Casa Bianca infatti ha voluto dare il proprio contributo scrivendo un personale incoraggiamento a questo ragazzo, un messaggio di speranza e fiducia verso il prossimo ma soprattutto verso se stesso. Ecco cosa ha scritto:

“Una profezia da chi è già adulto: il tuo futuro sarà meraviglioso. Sarai sorpreso da quello che sarai capace di fare e dalle cose incredibili che farai. Trova le persone che ti amano e che credono in te – ce ne saranno moltissime. –H”.

Conoscendo l’argomento e consapevole del clamore che tali notizie possano suscitare, immagino che molti, forse contrari all’argomento o quanto meno scettici, stiano già pensando:

Bambino gay in lacrime su facebook? Non è un simbolo ma una strumentalizzazione!

E ancora:

 

“Non sarà un tantino forzato? Come può un bambino/ragazzino avere tale consapevolezza?”

“Io penso che sia la solita strumentalizzazione politica, non a caso è intervenuta la candidata alla Casa Bianca”.

“E’ una chiara propaganda delle lobby gay”.

 

Parto dal presupposto che non conosco il bambino, anche la sua età anagrafica non viene precisata, osservando la foto gli si potrebbe dare 10 anni, forse 12 al massimo, ma agli occhi di una mamma sarà sempre un bambino intimorito.

Qualcuno potrebbe sostenere che tali pensieri siano troppo “profondi” o semplicemente “troppo” per un bambino di quella età, ritenuto ancora incapace di pensare alla sua sessualità.

Parto dal presupposto che i tempi sono cambiati, che l’età anagrafica per “pensare a certe cose” si è notevolmente abbassata e che parlare di affettività a 10 anni non è poi così strano.

Perché parlare di un bambino gay equivale soprattutto a parlare di un bambino che prova un maggiore affetto, cioè si fa riferimento alla sua sfera emotiva e non obbligatoriamente a quella sessuale, verso gli altri ragazzi.

Parto dal presupposto che ci sono persone, appartenenti a gruppi politici e non, che sfruttano questo genere di cose per puro interesse, un fatto innegabile, ma non vuol dire che sia la regola.

Le immagini, in una società sempre più costruita sull’apparenza, dal forte impatto visivo, possono diventare tutto, ciò che io vi invito a fare, al di là delle tante polemiche, supposizioni e congetture, è distogliere lo sguardo dalla foto del bambino gay e portare la propria attenzione alla frase che l’accompagna.

“Sono omosessuale e ho paura di come potrà essere il mio futuro e di non piacere alla gente”.

Ecco! Questa semplice frase racchiude le paure di tantissimi ragazzi, tantissimi giovani e non impossibilitati a vivere liberamente il loro amore. Tantissime persone costrette ad amarsi nell’ombra perché se osano farlo alla luce del sole potrebbero subire delle ritorsioni.

Ragazzi che ogni giorno si chiedono “cosa penseranno di me i miei genitori, i miei amici, la gente?”.

Vite oppresse, e a volte tristemente soppresse, dalla forza di un amore che altri non riescono ad accettare, da quel sentimento che per alcuni può essere naturale mentre per altri è divenuto una vera e propria lotta contro se stessi e gli altri.

 

Amare non è un diritto, amare è un dono che nessuno può negarci!



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