Seguici:

Migranti: il Bambino Senza Vita Morto sulla Spiaggia

di Federica Federico

03 Settembre 2015

Li chiamano migranti o profughi: i migranti che fuggono dalla guerra, i profughi sul barcone, i migranti morti o i profughi in fuga.

migranti, Il bambino senza vita sulla spiaggia

Questo bimbo riverso sulla sabbia, come se fosse semplicemente addormentato, ha, invece, un nome, un’identità ed un volto. Stando alle informazioni circolate via Twitter (il profilo fonte è quello di una giornalista per la BBc), il bambino (migrante) morto sulla riva del mare si chiama Alyan Kurdi e prima di diventare una vittima dell’immigrazione clandestina sorrideva così:

migranti, Il bambino senza vita sulla spiaggia

Il bambino annegato – qui con il fratello anche lui morto. Erano bambini curdi, innocenti in fuga.

Il corpicino senza vita di Alyan Kurdi, circa 2 anni, è stato rinvenuto sulla riva del mare in una spiaggia dalla costa turca di Bodrum. Secondo la ricostruzione dei fatti operata dalle autorità internazionali, il bambino faceva parte di un gruppo di 23 migranti che si spostava a bordo di 2 piccole imbarcazioni. I profughi, nel loro viaggio della speranza, avevano progettato di raggiungere l’isola greca di Kos. Seguivano una rotta non inusuale, una tipica rotta dell’immigrazione che fugge dalla miseria e dalle guerre con lo scopo ultimo di approdare in Europa.

Dei 23 migranti che viaggiavano insieme a Alyan Kurdi 12 hanno perso la vita.

Ha fatto il giro del mondo l’immagine drammatica e dolorosa di questo bambino: lui è l’emblema della vita che si spegne e muore mentre l’uomo cerca la speranza e il futuro.

Alyan ha perso la vita tra i flutti delle onde, quelle stesse onde che sulla spiaggia quasi gli carezzano il viso dopo che la corrente lo ha riportato alla terra.

L’immagine choc è stata pubblicata persino senza nessun filtro, Vita da Mamma rimanda all’uso dell’hashtag #KıyıyaVuranİnsanlık per chi volesse guardare negli occhi la morte distesa sul mare della terra; per parte nostra abbiamo preferito non pubblicare tutte le immagini che invece circolano su Facebook ed in rete.

migranti, Il bambino senza vita sulla spiaggia

Il bambino senza vita sulla spiaggia, qui l’immagine del suo doloroso rinvenimento.

Migranti in viaggio verso la speranza, il bambino morto sulla spiaggia è l’emblema di una strage umana che non smette di mietere vittime innocenti.

La foto di questo piccolo angelo circola sui social accompagnata dall’hashtag appena citato: #KıyıyaVuranİnsanlık. Diciamo subito e senza paura di ripeterci che l’uso di questo hashtag vi condurrà a vedere immagini cruente perché la morte non è una tragedia occasionale quando si parla di viaggi della speranza.

Cosa significa #KıyıyaVuranİnsanlıktraducibile e perché accompagna l’immagine di quest’anima perduta mentre viaggiava sulla rotta di molti migranti?

Traducendo le parole dell’hashtag si arriva a un concetto tanto profondo quanto doloroso, questa frase vuol dire: “l’umanità che si è schiantata contro gli scogli”. Mai affermazione fu più vera!

L’uso di questa frase e di questa immagine non deve essere strumentalizzato, è opportuno comprendere cosa si condivide e capire perché.

I migranti sono persone, perciò, quando le statistiche delle autorità turche riportano il numero choc di 40mila migranti e più già soccorsi nell’Egeo dall’inizio del 2015, è bene figurarsi 40mila vite in balia delle onde.

Per rischiare la vita in mare ciascun uomo, donna o bambino che salga su un barcone paga fino a 1.000 euro a cranio. Si fugge perché la guerra si paga più cara dei pericoli del mare: la guerra si paga al prezzo della vita e non dà scampo, non conosce tregua, non concede altre vie di fuga, conduce alla miseria e alla disperazione.

Il problema dunque non è in mare, il problema è laddove sta la miseria e la disperazione. E “il problema” sarà sanato solo se e quando le madri e i padri di bambini come Alyan potranno liberamente vivere nel loro paese.

Non cesseranno di esistere i migranti sin quando non cesseranno le guerre. Non è un caso che la foto del bimbo sia stata oggetto di molti rifacimenti, il suo corpicino è stato posto, con un fotomontaggio, persino al centro dei tavoli di discussione della lega araba:

migranti, Il bambino senza vita

In quest’immagine invece viene paragonato il sonno del bambino in Siria all’eterno riposo al quale lo ha portato l’immigrazione:

migranti, Il bambino senza vita spiaggia

Ci sono poi immagini dolcissime disegnate con la matita del cuore che vorrebbero restituire al bambino, oramai angelo tra gli angeli, la pace di una serenità mai più possibile:

migranti, Il bambino senza vita

Non dimenticate che queste foto ritraggono una verità che va affermata in tutta la sua violenza: non deve solo guardarla l’uomo comune (soggetto a commozione tanto quanto vittima della sua stessa impotenza) deve risponderne, invece, il politico, ciascun amministratore internazionale del potere.

Diffondete questa foto con la partecipazione non ad un dolore singolo ma ad una missione comune e sociale: il mare è del mondo come del mondo è ogni vita, fermiamo la guerra, la fame e la disperazione per fermare i migranti.



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici