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Mangiare Durante il Travaglio, si Può o No

di Gioela Saga

10 Novembre 2015

Il momento del parto si avvicina, la mamma entra in travaglio e presto vedrà il suo piccolo e potrà abbracciarlo, questa è la gioia più grande che ci fa superare questi momenti che possono essere anche molto pesanti dal punto di vista psicologico e ovviamente fisico. Le linee guida per il travaglio si sono molto ammorbidite negli ultimi decenni per cercare di mettere la partoriente più a suo agio possibile, pare ad esempio che si possa mangiare durante il travaglio.

Mangiare durante il travaglio, come e perché.

mangiare durante il travaglio si può

Normalmente viene sconsigliato alla mamma di mangiare durante il travaglio, almeno nella prima fase, a volte si arriva a consigliare un digiuno completo, senza farla neppure bere. Questo avviene soprattutto per evitare nausea e vomito dovuti anche allo stress e alle contrazioni e per essere pronti ad intervenire senza intoppi qualora si dovesse optare per un cesareo. A volte sono le donne stesse a non avere l’esigenza di mangiare o bere perché avvertono addirittura repulsione ad inghiottire qualcosa.

Ci sono però mamme che possono soffrire particolarmente di questo digiuno, soprattutto se il travaglio si prolunga per molte ore, si può anche arrivare ad una primaria forma di disidratazione che può indebolire la mamma ed aggravare la fatica.

In questo caso in alcuni ospedali preferiscono comunque infondere la mamma via flebo con delle soluzioni glucosate. Per alcuni medici invece si prospetta l’alternativa di farle bere anche solo piccole quantità di acqua o liquidi e mangiare durante il travaglio almeno degli snack leggeri per garantire una giusta scorta di energia senza però appensantirle. Anche dal punto di vista psicologico questo può rappresentare un conforto.

Naturalmente il travaglio non deve presentare nessuna difficoltà oggettiva e tutto deve procedere secondo natura.

Mangiare durante il travaglio non comporta nessun rischio

Secondo un esperimento condotto dalla dotoressa Mandisa Singata, dell’East London Hospital Complex su più di 3000 donne in fase di travaglio, si è evidenziato che, se su loro richiesta, avvertivano l’esigenza di mangiare durante il travaglio o bere e venivano soddisfatte, non sono poi emerse significative differenze rispetto a chi non lo aveva fatto. Chiaramente si parla di travagli che presentavano una bassa incidenza di complicanze possibili.

Non si sono verificati aumenti statistici nella pratica del cesareo, non ci sono state difficoltà nella sua pratica qualora si sia dovuti ricorrere a questa emergenza e non ci sono state conseguenti complicanze né sulla mamma, né sul neonato.

mangiare durante il travaglio si può

La conclusione è stata la seguente: “La sperimentazione ha provato che non ci siano stati né benefici, né rischi, non è giustificato continuare a vietare l’assunzione di fluidi o cibo durante un travaglio che presenti solo bassi rischi di complicazioni.

La mamma potrà dunque sentirsi almeno più a proprio agio con tutti i vantaggi connessi a questa sensazione in un momento così delicato.

Mangiare durante il travaglio si può, così dicono anche gli anestesisti, anzi è meglio!

Anche secondo uno studio dell’American Society of Anesthesiologist fare un pasto leggero durante il travaglio non è più identificato come un fattore di rischio, anzi può apportare dei benefici psicologici che possono ripercuotersi su tutto l’andamento del travaglio, sempre che la donna non ne senta la necessità e dunque forzarla porterebbe ad ulteriori effetti negativi.

Questa dichiarazione relativa al mangiare durante il travaglio, fatta durante il convegno annuale dell’associazione, si è avvalsa di dati sperimentali e una lunga casistica.

Innanzitutto le tecniche analgesiche e di anestesia si sono molto evolute e questo comporta già minori rischi sulle pazienti anche in caso venga praticato un cesareo. Il problema principale riguardava l’eventualità di aspirazione che però pare sia ormai praticata in un numero esiguo di casi e con minime ripercussioni.

Inoltre i i ricercatori hanno analizzato 385 casi e hanno riscontrato che la richiesta energetica delle donne che stanno affrontando il travaglio è pari ad un maratoneta. Senza un’adeguata nutrizione, l’organismo delle partorienti inizierà ad utilizzare delle risorse immagazzinate, aumentando l’acidità del sangue nella mamma e nel bambino, riducendo potenzialmente le contrazioni uterine e portando ad un travaglio più lungo e qualche valore più basso nelle risposte immediate dei neonati.

E’ evidente anche che il digiuno forzato possa essere fonte di stress emotivo ma sembra che possa anche rallentare il flusso di sangue in utero e nella placenta, allungando il travaglio e contribuendo anche allo stress del nascituro.

I ricercatori parlano ovviamente di un pasto leggero, la partoriente può mangiare durante il travaglio un po’ di frutta o una minestrina o zuppa leggera, o un toast senza l’aggiunta di carne, del succo di frutta, una spremuta o dell’acqua.



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