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La Morte, Cos’è e Come si “Parla” a Chi NON c’è Più

di Federica Federico

11 Febbraio 2016

Se qualcuno mi dovesse chiedere cos’è la morte, d’istinto, rispondere la fine o la privazione, l’addio o la nostalgia, ma commetterei un grande errore! L’istinto non conosce quello che c’è dietro il cuore quando batte in memoria di qualcuno.

Quando ricordiamo qualcuno che non c’è più, una volta smaltito il dolore acuto della morte, pur non smettendo di sentire male infondo al cuore, riusciamo, proprio attraverso il ricordo, a dare un senso nuovo alla vita trascorsa insieme.

La morte potrebbe essere, in questo senso l’eternità del ricordo, e il ricordo è il rinnovamento della vita.

la morte, ricordo e vita

In una visione molto “credente” (qualunque sia il credo o il culto) la morte è la tappa di un disegno che sta nel grande quadro della vita come quella cosa che da sola rappresenta il vero ignoto.

Ma chi muore nel corpo sopravvive nello spirito, se non nel suo, certamente continua a vivere nello spirito degli altri e i respiri sono i ricordi, quelli che danno continuità all’amore e agli insegnamenti, alla strada percorsa insieme e alle speranze.

Conciliare la morte e la vita è quanto di più difficile (e insieme di più saggio e giusto) si possa fare in memoria e per amore di chi non c’è più.

La morte non è niente, lo diceva Henry Scott Holland (professore, teologo e scrittore) in una poesia che vi cambierà la vita, leggetela e condividetela se anche voi cercate la stanza del cuore dove si nasconde una persona cara:

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.



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