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Facebook e bambini: come proteggere i minori dai pericoli di internet

di Mamma Nadia

13 Luglio 2011

Facebook: quasi il 20% degli under 13 ha un account

Siamo in Francia. TNS Sofres ha realizzato, nella settimana dal 10 al 17 giugno, un sondaggio telefonico, su un campione rappresentativo a livello nazionale di 1200 bambini e adolescenti tra gli 8 e i 17 anni.

Cosa è emerso?

Che, anche se è loro – teoricamente – vietato, un bambino su cinque, tra gli 8 e i 12, ha un account sul più famoso social network, Facebook.

Secondo questo studio condotto per L’Unione Nazionale delle Associazioni Famigliari e la Commissione Nazionale di Informatica, il 48% degli 8-17 anni dichiara di aver “aperto una scheda o creato un profilo su almeno un social network”.

Interrogati più specificatamente sul nome, tutti hanno citato Facebook, il 3% Skyblog e l’1% MySpace.

Benché il regolamento d’utilizzo ne vieti l’accesso ai minori di 13 anni, 18% degli 8-12 anni ammettono di avere un profilo sul primo e il 97% di questi precisano che i genitori ne sono al corrente.

Più della metà degli 8-17 anni (59%) presenti sui social network, si collegano “tutti i giorni o quasi”. La maggiore parte delle volte con il computer di famiglia (58%), più accessibile rispetto al computer personale (50%) o al cellulare (23%). Di coloro che hanno un profilo “virtuale”, meno di uno su due (45%) non ne parlano con i genitori.

Quanto al controllo di questi ultimi, il 44% sorveglia i figli “un po’”, l’11% “molto” e il 44% “per niente”.

Questi bambini, che hanno in media più di 200 “amici” (di cui il 30% mai visto e conosciuto prima), hanno dichiarato di aver pubblicato, sui propri profili, informazioni personali, come il loro vero nome (90%), una o più foto di loro (88%), il nome della scuola frequentata (67%), il proprio indirizzo (27%).

Un terzo di questi bambini (30%) ha, altresì, indicato di essere stato “turbato o infastidito” da proposte, foto o video presenti sul social network frequentato; più specificatamente, il 19% indica “il sesso, la pornografia o persone nude”, il 15% la violenza o, ancora, il 13% il “razzismo o l’omofobia”.

Il 40% ne ha parlato, ma solo l’11% lo ha fatto in famiglia.

E in Italia?

Il Moige – Movimento dei Genitori – e Trend Micro hanno commissionato un’indagine simile a quella francese, sull’uso di internet da parte dei ragazzi italiani.

E’ emerso che 9 ragazzi su 10 hanno un profilo su Facebook e che solo il 40% di loro conosce il modo giusto per configurare le impostazioni sulla privacy.

Dati alquanto allarmanti, soprattutto se si pensa agli ultimi fatti di cronaca che hanno coinvolto minorenni adescati proprio su Facebook.

In tutto questo…i genitori?

Sono pochi quelli che conoscono realmente i rischi che corrono i propri figli. E, sempre secondo il Moige, la loro opera di prevenzione è abbastanza discutibile visto che 6 su 10 dichiarano di usare solo il dialogo per mettere in guardia i figli sui pericoli della rete e sulla pedofilia.

Ecco, invece, alcuni accorgimenti che si possono adottare:

– installare il computer in una stanza comune o, comunque, non lasciargli usare il computer in un luogo isolato;

– interessarsi a quello che fa (non solo sui social network), mostrandosi interessati, alimentando il dialogo e facendogli capire che si pronti ad ascoltarlo in caso di bisogno o problemi;

– rispettare le regole, vietando ai ragazzi sotto all’età consentita, di avere un proprio profilo o di usare, più semplicemente, facebook;

– limitare l’uso e la permanenza al computer;

– impedire che l’unico mezzo di socializzazione con coetanei avvenga tramite internet, incentivandoli ad attività sportive o musicali.

Non si può impedire che, in un’era come questa, i nostri figli non si avvicinino alla tecnologia e alla rete. Ricordiamoci semplicemente di accompagnarli anche in questa fase e di farlo responsabilmente.

 

Fonti: www.leparisien.fr

www.tech.fanpage.it



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