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Bambina Adottata Restituita in Ospedale Perché Deforme

di Gioela Saga

09 Giugno 2016

Ci sono destini crudeli che sembrano accanirsi e allontanare da creature innocenti la possibilità di essere amate ed accudite come dovrebbero, come la triste storia di una bambina adottata restituita poi in ospedale perché affetta da una grave malattia che le deturpa il viso.

Bambina adottata restituita perché malata

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Non possiamo giudicare le ragioni per cui la mamma biologica aveva deciso di darla in adozione, ancora non consapevole della sindrome di Treacher Collins della piccola; né le ragioni per cui i genitori adottivi hanno poi deciso di rifiutarla ma sicuramente stringe il cuore il pensiero di una bimba senza colpe che avrebbe solo bisogno del calore di chi le vuole bene e la protegga.

 

Christine Fisher spiega in un’intervista all’Abc di aver deciso di dare in adozione la piccola Abigail Lynn quando ancora la stava cullando nel suo grembo.

Christine aveva già una figlia ma si trovava in condizioni economiche disagiate, viveva in una roulotte, si considerava e si considera fondamentalmente una senza tetto, non se la sentiva di poter accudire, come avrebbe dovuto, un’altra bimba in arrivo. Eppure, malgrado tutto, non voleva cedere alla possibilità dell’aborto.

 

La figlia di Christine, Debra, aveva già 18 anni aveva appena finito la scuola e il padre di Abigail non aveva una vera relazione con lei, Christine non se la sentiva di ricominciare e di affrontare tutto da sola.

Dunque decide, non senza il cuore affranto, di darla in adozione, sperando per lei in un futuro migliore.

Viene scelta una famiglia per la bambina adottata restituita dopo la nascita

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Christine si reca allora presso un’agenzia per sviluppare le pratiche che avrebbero dovuto garantire una famiglia amorevole alla piccola Abigail una volta nata.

Una coppia della Georgia l’avrebbe amata e accudita con amore, almeno questi dovevano essere i presupposti per la bimba che sarebbe nata in Florida.

 

Durante la gravidanza la coppia è in contatto con Christine e tutto sembra procedere per il meglio, Christine invia loro anche delle immagini delle ecografie, non avrebbe mai potuto pensare che Abigail sarebbe stata una bambina adottata restituita dopo poche ore in ospedale.

La mamma continua a sostenere che tutti i test e le analisi fatte durante i 9 mesi non presentassero anomalie di nessun tipo, le avevano detto solo che era un po’ più piccola della norma ma nulla di preoccupante o che potesse destare sospetti per fare poi accertamenti ulteriori.

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Una volta saputo della malattia la bambina adottata restituita all’ospedale viene presa dalla mamma biologica

Christine ricorda che il giorno in cui i genitori adottivi sono arrivati in ospedale, ha visto correre via in lacrime l’aspirante mamma che non riusciva a sopportare la vista di sua figlia e non si è mai più ripresentata. L’agenzia si è detta rammaricata e ha depennato i due aspiranti genitori dalle loro liste.

 

“È in quel momento che mi sono accorta che era destinata a me.”

Christine era stata ricoverata per pre eclampsia e l’avevano fatta partorire. Nel frattempo aveva contattato la coppia adottiva che si era recata immediatamente in ospedale con gli esiti tristissimi di abbandonare la bimba subito dopo il parto.

 

La mamma biologica decide dunque di tenerla con sé e fare del suo meglio per migliorare la sua situazione economica, per questo ha anche istituito una raccolta fondi, dice di non vedere le deformità di sua figlia ma un angelo, una piccola principessa.

La malattia della bambina adottata restituita: sindrome di Treacher Collins

La sindrome di Treacher Collins è una malattia genetica che colpisce un bambino su 50.000 nati. Si manifesta con deformazioni facciali a carico di zigomi, mandibola, bulbi oculari e palpebre, anche l’orecchio esterno spesso ne è colpito dando anche problemi funzionali a carico dell’udito.

Nei primi anni di vita possono insorgere difficoltà respiratorie ed alimentari.

 

Vi sono bambini però che riescono a convivere con la malattia e a farsi una vita di successo come in questa storia che ci ridà speranza e fiducia.



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