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12enne Mutilato da una Bomba: Storia di una Rinascita

di Maria Corbisiero

07 Dicembre 2016

Non è possibile descrivere l’orrore della guerra, la sua devastazione è tale da riuscire a colpire, e non solo fisicamente, anche le persone che ne sono lontane.

Il protagonista di questa straziante e nel contempo bellissima storia, che racconta sì di morte ma anche di solidarietà, amore e speranza, è il piccolo Nikolai Nizhnikovsky, un bambino oggi 12enne che vive a Mariupol, una città portuale situata nell’Ucraina sudorientale.

12enne mutilato da una bomba: la storia di Nikolai.

 

12enne Mutilato da una Bomba: Storia di una Rinascita

Il 24 Agosto del 2015 la vita dell’allora 11enne Nikolai, nonché quella della sua famiglia, è stata letteralmente sconvolta.

Residenti in un villaggio vicino Mariupol, risparmiato dalla guerra, meglio conosciuta come “crisi della Crimea del 2014”, tra l’Ucraina e la Russia, l’abitazione della famiglia Nizhnikovsky era collocata non molto distante da una base militare dove era ancora possibile trovare ordigni bellici lasciati incustoditi.

 

I bambini, curiosi per natura, erano soliti avventurarsi in quella zona, e lo stesso fecero quel tragico giorno.

Nik e il fratellino Danya di appena 4 anni, trovarono sulla loro strada dei curiosi oggetti, si trattava di proiettili di un RPG (Rocket Propelled Grenade), ossia munizioni per un lanciagranate portatile anticarro.

Felice della scoperta appena fatta, Nikolai mostra orgoglioso al fratellino e ai suoi amici, i fratelli Sasha e Sergei Kurbonova, rispettivamente di 11 e 10 anni, l’ordigno, senza pensare alle gravissime conseguenze che avrebbe potuto comportare il maneggiare quella pericolosissima arma.

Come è facile intuire, i bambini vollero toccare a turno quell’oggetto così curioso, un passaggio di mani reso difficoltoso dall’eccessivo peso dell’oggetto stesso che, sfuggito da quelle piccole e curiose manine, raggiunse in un attimo il suolo, un impatto che ha trasformato irrimediabilmente le loro piccole vite.

 

A raccontare l’orrore di quella esplosione è Alla Nizhnikovsky, mamma di Danya e Nik, le cui parole, lette su Facty i Kommentarii, il più grande tabloid russo, sono come una lama che dilania il cuore di qualunque mamma:

<<Ho sentito una forte esplosione e sono subito corsa in casa – racconta la madre del bambino mutilato da una bomba – e ho visto una scena da incubo: sembrava che i bambini fossero stati messi in un tritacarne. Ho preso le mani insanguinate di Danya, lui ha fatto due respiri e poi è morto… Nick era seduto sul marciapiede. Le sue gambe erano maciullate. La mano destra completamente rotta, mi sono subito resa conto che non ne era rimasto nulla, la pelle, i muscoli, le ossa, tutto era stato tagliato dalle schegge. Il suo viso era come strappato>>.

Gli altri due bambini non avevano avuto una sorte migliore: Sasha aveva portato gravi ferite alle labbra, alla lingua e alla gamba destra mentre Sergei aveva perso un occhio.

Trasportati d’urgenza presso il più vicino ospedale militare, i medici sono riusciti a salvare la vita ai tre bambini. Successivamente i fratelli Kurbonova sono stati trasferiti Dnipro mentre Nik, che tra i bambini è stato quello maggiormente mutilato da una bomba, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale per bambini di Zaporizhia.

12enne mutilato da una bomba: la solidarietà e la rinascita di Nikolai.

12enne Mutilato da una Bomba: Storia di una Rinascita

Dopo aver seppellito il figlio più piccolo, Alla, madre del 12enne mutilato a una bomba, era convinta di dover presto dire addio anche al maggiore dei suoi bambini che, a causa del dolore eccessivo provocatogli dalle ferite e dalle ustioni, era stato indotto in coma artificiale.

Inoltre i costi per le cure erano insostenibili per lei e senza di quelle Nik non ce l’avrebbe mai fatta.

 

Ad aiutarli un’attivista di un’organizzazione benefica, Elena Kuneva, rimasta colpita dalla storia di quella famiglia dilaniata non dal guerra che aveva vissuto in prima persona ma da ciò che quest’ultima aveva lasciato, quando tutto sembrava ormai passato.

Elena si è rivelata essere un vero e proprio angelo custode per il bambino mutilato da una bomba.

 

Più il tempo passava infatti e più Nikolai si riteneva responsabile di quanto successo, si era auto-convinto di non meritare quella vita e che niente sarebbe più tornato come prima, soprattutto ora che non aveva più un occhio, le gambe ed una mano.

La Kuneva lo ha aiutato a superare la sua depressione post-traumatica mostrando al bambino mutilato da una bomba foto di persone, per lo più atleti, che, nonostante le amputazioni, erano riusciti a dare a se stessi una seconda possibilità e ad impadronirsi nuovamente della loro vita.

12enne Mutilato da una Bomba: Nil

12enne Mutilato da una Bomba: Nikolai e Elena

Oltre a ridare la speranza al piccolo 12enne mutilato da una bomba, Elena, che nel contempo aveva preso contatti con un’associazione canadese che operava nel loro paese, è riuscita anche a raccogliere abbastanza fondi per far curare il bambino.

Nel dicembre del 2015 infatti Nik è volato a Montreal, in Canada, dove ha subito diverse operazioni, tra cui un trapianto di cornea che gli ha ridato la vista, che gli hanno permesso di indossare delle protesi ed avviare un processo di riabilitazione affinché imparasse ad usare i suoi nuovi arti e ricominciare a vivere normalmente.

Nonostante la strada della guarigione sia ancora molto lunga, ad un anno circa dal suo ricovero in Canada, il bambino, nonostante sia stato mutilato da una bomba, ha fatto dei grandi progressi: scrive con la mano sinistra, cammina e riesce addirittura a giocare a calcio.

Il 22 Novembre 2016 lui e la sua famiglia hanno fatto ritorno in patria e presto, grazie soprattutto alla generosità dei suoi connazionali, potrà trasferirsi in una nuova casa, lontano dal luogo in cui è avvenuta la tragedia.

I suoi progressi vengono raccontati attraverso una pagina facebook costantemente aggiornata.

 

 

 

 



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