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Persone Negative: Come Difendersi

di Federica Federico

22 Marzo 2017

Le persone negative sono per definizione tutte quelle che arrecano un danno diretto o indiretto alla vita altrui, più si sta a contatto con persone tossiche maggiore è il rischio che la loro alea grigia ci avvolga, sovrasti e consumi.

Ecco chi sono le persone negative e come possiamo riconoscerle:

  • è negativo colui che è artefice della sua sofferenza e in essa si crogiola;
  • è tossico colui che è concentrato così tanto su se stesso da non riuscire a riconoscere più le esigenze e i bisogni dell’alto;
  • è affarista l’opportunista, ovvero chi si nutre egoisticamente dell’alto e non sa donare;
  • è scuro e buio colui che ha sempre represso i propri desideri e ora osserva il prossimo con l’invidia di chi non ha saputo (voluto o potuto) dare e fare.

persone negative

Le prime vittime delle persone negative sono gli altruisti, i gentili, coloro che danno incondizionatamente spazio e aiuto.

E’ facile che il negativo tenda a sopraffare il positivo, talvolta questa sopraffazione fa leva su sentimenti di natura umanitaria, non di rado negatività e vittimismo procedono di pari passo.

La strategia più giusta per non divenire vittime della negatività altrui è dare mantenendo una debita distanza di sicurezza.

Le persone negative o tossiche, che dir si voglia, tendono ad amplificare il loro stato contrapponendolo a quello degli altri sino a considerarlo superiore, meritevole di più grande tutela, degno di un rispetto assoluto che spesso si traduce in una lenta e costante avanzata verso i propri interessi.

Aiutami” diventa facilmente “Fai per me perché non posso, non riesco, non sono in condizione” e col tempo anche la riconoscenza cede il passo alla pretesa di un riconoscimento di diritti inesistenti o quantomeno improponibile.

 

Pertanto se pensate che nella vostra vita orbitino persone negative sforzatevi di chiarire cos’è lecito e cosa no, qual è il limite del consentito e il confine che non si può varcare. In altre parole evitate di essere tropo disponibili.

Chi vive in una condizione di sofferenza, fors’anche una sofferenza emotiva, facilmente diventa egoista e perde la lucidità per vedere osservare e rintracciare i bisogni di chi gli si muove accanto, questo non vuol dire che sia “una persona cattiva” è più facile che sia semplicemente un animo fragile.

La persona grigia o triste riconosce su se stesso ogni male e il male altrui diviene lontano e trascurabile. L’ “Io non riesco” diventa il “Tu, invece, puoi“ e si trasforma facilmente nel “Fai per me”. Chi vive la vita con negatività non riconosce il talento altrui e confondono la forza di volontà di chi ce la fa e vuole farcela con la mera fortuna, non di rado ritengono di essere, all’opposto, degli sfortunati.

Le persone negative non vanno colpevolizzate ma nemmeno compatite.

In questo senso il negativo merita uno scossone e ha diritto a che gli sia detta la verità. Tal volta dirla con dolcezza non serve, non perché volontariamente e con cattiveria il negativo sia un’opportunista nato, quanto, piuttosto, perché colui che è intossicato da se stesso facilmente si crogiola e stenta a reagire.

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Fonte foto: l’immagine di copertina è un’opera di Benjamin Lacombe



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