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Perché i bambini sporchi sono bambini felici

di Maria Corbisiero

18 Aprile 2017

È inutile negarlo, la maggior parte delle mamme moderne sono abbastanza “fissate” con l’igiene, soprattutto per quanto riguarda i loro bambini.

Armate di salviettine, sterilizzatori, bottigliette d’acqua, disinfettanti e quant’altro riescono a trasformare in tempo record i bambini sporchi in piccoli dall’aspetto perfettamente lindo e pulito.

 

Eppure, come ben sappiamo, tutti gli eccessi sono nocivi, anche la sproporzionata igiene può diventare a lungo andare dannosa, sia perché potrebbe compromettere il sistema immunitario sia perché può limitare la crescita dei bambini che vengono così privati di diversi stimoli.

I bambini sporchi sono bambini felici.

 

Perché i bambini sporchi sono bambini felici

Durante l’inverno le mamme di cui sopra hanno trascorso il loro tempo a rendere la loro casa sterile, pulendo con cura i pavimenti e tutte le superfici sulle quali i loro figli avrebbero potuto giocare, impedendo poi a questi ultimi di avvicinarsi a ciò che invece non era considerato “sicuro” perché non accuratamente pulito.

 

Una maniacale pulizia (ammetto di essere stata una di loro in passato –ndr) che non possono però garantire durante le stagioni più calde, ossia quando i loro pargoli possono finalmente giocare all’aria aperta.

Ed è proprio in questo periodo che aumentano i divieti:

 

  • “Non correre altrimenti sudi e poi ti ammali”,
  • “Non toccare la terra, è sporca”,
  • “Non saltare nelle pozzanghere che ti sporchi di fango”,
  • “Non sederti a terra e non raccogliere niente, è pieno di germi e batteri”,
  • “Non toccarti con le mani, le hai messe dappertutto e ora sono sporche”.

 

Questi eccessivi divieti minano l’apprendimento del bambino e possono solo arrecargli danni generando ulteriore stress ed ansie finanche fobie che riguardano l’igiene.

Alcuni studi scientifici infatti hanno dimostrato la validità della teoria delle nostre nonne secondo le quali i bambini sporchi sono dei bambini più sani ma soprattutto più felici.

Non so voi ma se ripenso alla mia infanzia i ricordi che affiorano alla mente non sono di certo “puliti”.

Da piccola infatti mi divertivo a prendere le formiche tra le mani, mangiavo la sabbia (se lo facessero oggi i miei figli le miei urla si sentirebbe anche in altri pianeti), giocavo fuori con i miei amici e mi facevo male, sempre, avevo le ginocchia perennemente “sbucciate”.

Eravamo sì bambini sporchi ma soprattutto eravamo bambini felici e liberi di dar sfogo alla nostra immaginazione.

 

Allora perché privare i nostri piccoli di quella stessa felicità?

 

Premettendo che i tempi sono sicuramente cambiati e che il tasso di inquinamento è sicuramente più elevato rispetto ai nostri tempi, consideriamo che i bambini sporchi sono bambini che si muovono, che esplorano, che imparano e che vengono positivamente stimolati.

 

Questo perché non si impara solo osservando, dopotutto i neonati iniziano ad esplorare il mondo esterno attraverso il tatto, attraverso il contatto fisico e, perché no, anche attraverso la bocca.

I bambini sporchi di cibo possono esserne un esempio.

A chiarire tale concetto sono i ricercatori Ellen Townsend e Nicola Pitchford dell’Università inglese di Nottingham, entrambi autori di uno studio pubblicato nei primi mesi del 2012 su BMJ Open, rivista online dedicata alla pubblicazione di ricerche mediche di tutte le discipline.

Gli studiosi hanno basato la loro ricerca ponendo un questionario, formato da domande sull’alimentazione, ai genitori di un campione di 155 bambini con età compresa tra i 20 mesi e i 6 anni e mezzo.

I bambini sporchi sono bambini felici

È emerso che i piccoli nutriti durante lo svezzamento con le classiche pappe ed imboccati dai genitori, pur avendo, una volta cresciuti, una dieta varia composta da frutta, verdura, proteine e carboidrati, mostravano una preferenza per gli alimenti dolci.

I bambini che, al contrario, durante lo svezzamento venivano lasciati liberi di “giocare” con il cibo, di prenderlo dal piatto autonomamente, soprattutto con le mani, e di mangiare alimenti semisolidi fino ai 12 mesi per poi passare gradualmente alle pietanze degli adulti, crescendo mostravano una preferenza per i carboidrati.

 

In altre parole, i bambini sporchi di cibo, ovvero quelli che mangiano da soli arrivando anche ad impiastricciarsi, sarebbero in grado di instaurare un miglior rapporto con l’alimentazione perché sin da piccoli vengono abituati ad assaporare e distinguere i diversi gusti e le diverse consistenze.

 

Immaginare i bambini sporchi a tavola potrebbe far inorridire anche la meno schizzinosa delle mamme eppure, al contrario di quanto si possa pensare, non rappresenta uno spreco di cibo bensì un importante passo per l’acquisizione dell’autonomia dei propri figli.

Ovviamente bisogna sempre avere un occhio di riguardo agli alimenti che proponiamo loro evitando che si ecceda nei dolci o nei cibi poco salutari.

 

 

In conclusione, i bambini sporchi non sono dei piccoli selvaggi che vivono senza regole e facendo ciò che più gli aggrada.

Al contrario sono bambini liberi di giocare, esplorare e conoscere l’ambiente in cui vivono, sono bambini che vengono stimolati alla crescita e alla conoscenza perché spronati e stimolati secondo quella che è la loro naturale e sana curiosità.

 

 

 



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