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Perdere il lavoro: come spiegarlo ai bambini (Video-fiaba)

di Federica Federico

30 Ottobre 2017

Perdere il lavoro, essere licenziati, fallire, vedersi costretti a chiudere un’attività produttiva e commerciale, assistere allo sgretolamento di un’azienda, sono tutte condizioni emotivamente, materialmente e socialmente devastanti.

La perdita del proprio lavoro, in qualsiasi contingenza si verifichi, si traduce sempre in una condizione compromettente, soprattutto se accade a un genitore, padre o madre che sia.

Quando un papà o una mamma non possono più contare sul lavoro una valanga travolge la famiglia:

  • cambia la condizione economica, ovvero il reddito fruibile;
  • cambia la condizione emotiva del genitore, ovvero diminuisce la serenità personale e sociale;
  • cambia la prospettiva di vita, ovvero si passa da una posizione di “pacifica stabilità” a una di “necessaria ricerca”.

 

Perdere il lavoro equivale, dunque, a cambiare; questo cambiamento è esistenziale ed è tanto più sofferto quanto maggiore era l’attaccamento alla perduta realtà produttiva.

 

Nella società contemporanea perdere il lavoro non è una condizione di pochi, si potrebbe dire che non è un cancro isolato. Nostro malgrado, molta imprenditoria contemporanea resta soffocata dalla profonda crisi economica che viviamo, complice anche una pressione fiscale asfissiante.

Niente è più facile come una volta, non lo è lavorare, affermarsi, trovare uno spazio sociale e non è nemmeno facile crescere i figli.

Rispetto all’educazione dei bambini oggi conta, molto più di ieri, il fattore sociale:

la modernità rende i nostri figli più spigliati e reattivi agli stimoli, di fatto crescono prima comprendendo presto e velocemente ciò che gli accade intorno;

d’altro canto sono immersi in una realtà dalle grandi pretese economiche.

 

Già questo indica l’importanza di mantenere un’alta e scrupolosa attenzione sulla reazione emotiva dei bambini quando uno dei genitori si trovi ad avere a che fare con la disoccupazione e\o con la perdita del lavoro.

 

Come si fa a spiegare ad un figlio che il papà o la mamma ha perso il suo lavoro?

 

Andrea Visconti è un papà 30enne, è un CEO & Founder presso Sinba, è figlio di una società che chiede alle sue giovani e migliori leve di misurarsi con la tecnologia.

 

La sua azienda è un veliero distrutto su una spiaggia mentre il capitano e l’equipaggio si aspettavano un approdo diverso alla fine del loro viaggio. Volendo esprimere l’accaduto con “parole più povere di fiaba”, l’azienda di papà Andrea non c’è più perché è fallita.

perdere il lavoro video favola per spiegarlo ai bambini

Andrea Visconti, fiero di un progetto che lo ha visto “capitano”, fiero di un principio che lo vede “positivo” e positivamente proiettato verso il futuro, si è chiesto, tra le tante altre cose, come spiegare l’accaduto ai suoi bambini.

 

Il lavoro è di per sè un concetto adulto, pertanto è difficile riportare in un linguaggio “bambinesco”, ovvero fruibile per un bimbo piccolo, un problema tanto gravoso e grande come il fallimento.

 

Papà Andrea ha scelto il migliore tra i canali di comunicazione con i bambini:

ha scelto di tradurre la sua impresa e il suo viaggio da imprenditore in una favola, più precisamente in una video favola.

 

Quello che nemmeno l’adulto si aspetterebbe di trovare in questa moderna narrazione fiabesca è la morale ultima. Il finale riserva un’etica profonda e del tutto straordinaria, raccontata dal cuore, prima che dalla voce, di Andrea Visconti:

non falliscono gli uomini ma le “cose”! Cadono, cedono, si dimostrano fallaci le imprese, i progetti commerciali e i business, non gli uomini in quanto persone.

 

Perdere il lavoro, sotto questo più positivo e innovativo punto di vista, non vuol dire perdere se stessi, la propria dignità professionale, la forza delle idee personali o la speranza

… all’opposto vuol dire avere un veliero disteso su una spiaggia e molto legno per lavorare alla costruzione di un’altra imbarcazione, una nuova per una nuova avventura!

 

L’Italia è un paese animato da talenti eccezionali ma spesso ancorato a concezioni culturali, etiche e filosofiche ancora immature, per non dire vecchie, da rottamare o da sorpassare.

L’idea del fallimento, inteso come quel buco nero in cui l’impresa cade trascinando dietro di sè tutto quello che le ruotava intorno, è l’esempio di una di quelle idee che non fanno bene al progresso del Paese.

Fallire e \o perdere il lavoro non vuol dire “smarrire lo scrigno magico”, metafora, nella favola di Andera Visconti, del sè, del cuore e dell’entusiasmo.

“Se cadi rialzati!”

Quale genitore non ha mai detto questo a suo figlio?

 

Andrea Visconti ha realizzato una video fiaba per spiegare ai suoi figli che perdere il lavoro non vuol dire perdere se stessi.

Il video, pubblicato su YouTube si intitola “Lo scrigno magico di Desi e Gioi“.

 

Vita da Mamma vuole condividere l’anima di questa fiaba. La sua morale profondissima testimonia quanto ciascuno di noi possa fare il bene dei figli e di tutta la società solo se non si arrende, solo se si rialza dopo essere caduto e solo se sa insegnare alle generazioni future a fare altrettanto.

 

Care mamme, guardate questo video e se il messaggio vi colpisce diritto al cuore, così come ha colpito noi … semplicemente prendetelo e portatelo lontano:



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