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Come liberarsi dal male di Halloween

di Federica Federico

30 Ottobre 2018

Se per la Chiesa Halloween è il male, per i bambini è una festa grandemente assimilabile al Carnevale, con la sola differenza della forte impronta macabra della ricorrenza.

 

Streghe, diavoletti, mummie, spose ricoperte di sangue, scheletri o vestiti della morte, sono questi i costumi tipici di Halloween e i bambini si divertono a celebrare il malvagio attraverso la sua sintesi, ridimensionando le loro parure e persino esorcizzandole.

 

Negli ultimi anni, complice la rete che permette la diffusione e la confusione di culture differenti, questa festa anglosassone è diventata popolare anche in Italia. Tuttavia la resistenza delle nostre radici culturali, quelle cristiane prima di tutto, ha fatto sì che Halloween mettesse in opposizione due schieramenti: i pro Halloween VS i pro Festa della Luce, questi ultimi impegnati a fare proselitismo contro il “male di Halloween”.

 

Diciamo subito che chi vede del male nella festa delle zucche e dei costumi macabri segue gli stretti precetti della Chiesa, dal simbolo della zucca intagliata ai costumi evocativi del maligno, le istituzioni cattoliche impongono un drastico rifiuto ad Halloween perché in esso vedono una evocazione satanica.

 

Il simbolo della zucca intagliata evoca “Jack o lantern” al quale, secondo la leggenda, il demonio affidò una luce che lo guidasse nel buio, ovviamente non era la luce della giustizia, dell’amore e della verità, piuttosto era un mezzo per portare altro male, dolore e oscurità.

 

A questa prima trappola se ne aggiungono altre che aumentano e massimizzano il male di Halloween, almeno secondo i cattolici: l’espressione del demoniaco, tipica della festa, si tradurrebbe, perciò, in una propagazione dell’occultismo e della magia.

 

Per i stanasti, inoltre Halloween rappresenta il “capodanno satanico”. Chi avversa il male di Halloween giura che in occasione di questo capodanno da qualche parte nel mondo si consumino riti indicibili.

Di fatto chi vede solo il male di Halloween è probabilmente condizionato anche dalla concomitanza di questa festa con quello che i Cattolici celebrano come il ponte dei morti:

 

l’1 novembre ricorre la festa di ogni santi, il 2 la commemorazione dei defunti.

 

E in questo clima di serissima e profondamente educativa considerazione della dipartita, il cattolico trova dissonante la celebrazione beffarda della morte.

Male di Halloween

Ma qual è la verità, si può veramente parlare del male di Halloween?

 

La verità è che la nostra cultura si sta inquinando (e questo è un pensiero che non esprimo in senso assolutamente dispregiativo), sta assumendo caratteri e peculiarità provenienti da lontano. Ciò accade per effetto della globalizzazione e non è un processo arrestabile.

 

Come può una mamma (che non sia estremista) vivere questa festa concedendo ai suoi bambini di essere felici e al contempo liberi dal male di Halloween?

 

Per liberarsi dal male di Halloween, la prima regola è prendersi meno sul serio: posto che i festeggiamenti messi in essere dai bambini sono lontanissimi dai rituali macabri eseguiti per celebrare questa o quella fonte di malvagità, personalmente ritengo che sarebbe giusto innanzitutto alleggerire il carico dei preconcetti culturali.

 

Non è un cappello da strega o stregone a spingere i figli verso il male.

 

 

Per liberarsi dal male di Halloween, la seconda regola è non rinunciare alla propria identità culturale rispettando le festività religiose che seguono al 31 di ottobre e non confondendole con quelle pagane: se vogliamo anche il natale è inquinato dal consumismo, ma ciò non impedisce a nessuno di riconnettere il proprio modo di intenderlo e viverlo alle sue origini più pure.

 

Pertanto è corretto credere che l’adesione giocosa ad una festa pagana non debba necessariamente corrompere lo spirito cristiano di una persona, quantomeno non così profondamente da pregiudicarlo.

 

Per liberarsi dal male di Halloween, la terza regola è concedersi la possibilità di vivere con leggerezza: vero è che la Chiesa chiede di educare i bambini all’ispirazione della luce, tuttavia sarebbe pericolosamente oscurantista imporre su di loro un divieto assoluto al divertimento.

 

Se e quando Halloween è vissuto e interpretato solo com un’occasione di fuga dalla realtà, come uno strumento, gioioso e gaio, di esorcizzazione delle paure, il diniego di esso può arrecare al bimbo un grave danno, ovvero può spaventarlo, incutergli una profonda paura del diverso da sè (perché qui stiamo sinteticamente parlando solo di una innocua ricorrenza culturalmente lontana da noi).

il male di Halloween

Per liberarsi dal male di Halloween, la quarta regola è giocare con l’oscurità riempiendola della nostra luce: i bimbi non sentono di celebrare il maligno perché si stanno vestendo da scheletro o da diavolo, l’ispirazione dei ragazzini è solo ilare e festante.

 

Troppo spesso sono i preconcetti dei genitori a spegnere la luce che i figli portano nella festa, perciò il più grande errore è confondere i bambini inducendoli a credere che basti indossare un costume per evocare il male.

 

Per liberarsi dal male di Halloween, la quinta regola (la migliore) è conservare il giusto discernimento:

 

è compito degli adulti educare i bambini a distinguere il fantastico dal reale, anche Halloween può essere una buona occasione per farlo!

 

Oltretutto è una straordinaria scusa per mangiare schifezze senza sentirsi in colpa! Questa la mia personalissima sesta regola contro il male di Halloween: addolcirsi la vita con i dolcetti raccolti dai bambini.

 

La raccolta dei dolcetti porta con sè almeno due buone occasioni di crescita:

 

  • i bimbi (accompagnati dai genitori, per ragioni di sicurezza e cautela) e i ragazzini più grandi, hanno modo di vivere il quartiere, la città e i dintorni di casa;
  • per di più si approcciano all’altro con una ridotta diffidenza perché questa festa è naturalmente fatta di scampanellate assordanti al grido: “dolcetto o scherzetto?”, ingressi nei negozi per prendere le caramelle, incontri per strada, paurosi ma gai.

Questo atteggiamento di maggiore propensione all’altro non deve diventare una regola, ne andrebbe della cautela necessaria al giorno d’oggi, ma è una possibilità che i bambini e i ragazzi si danno per aprirsi al mondo esterno.

E’ tautologico dire che la supervisione dei genitori sui figli resta un dovere inalienabile.

 

Vivere la città e approcciarsi agli altri con minore diffidenza se non sono modi per liberarsi dal male di Halloween, ma sono sicuramente due esercizi per diventare grandi.



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